Un evaso dal manicomio riconosciuto tra la folla

Un evaso dal manicomio riconosciuto tra la folla Un evaso dal manicomio riconosciuto tra la folla Alla stazione, un agente di custodia ha visto il leggendario Vincenzo Barbaro e lo ha fermato - Si spacciava per avvocato A Porta Nuova, ieri pomeriggio, in maniera del tutto fortuita si è conclusa l'ennesima parentesi di libertà di Vincenzo Barbaro, il «Rocambole» del dopoguerra fuggito il 20 maggio dal manicomio giudiziario di A versa, dove scontava i 17 anni di reclusione di una delle ultime condanne che ha collezionato. Ha avuto la sfortuna di imbattersi in un agente di custodia del manicomio criminale di Barcellona in Sicilia che si accingeva a tornare nell'isola con alcun.' carabinieri dopo una traduzione L'agente a tutta prima ha stentato a riconoscere in quel maturo e distinto signore che passeggiava sotto le pensiline l'evaso che aveva avuto occasione di incontrare in una casa di pena.' MS poi ha avuto la certezza che non poteva trattarsi soltanto di una somiglianza e con l'ausilio dei carabinieri lo ha fermato. Vincenzo Barbaro si è indignato: «Badi che sbaglia. Io non sono un ricercato. Sono l'avvocato Mauro Grimatdì di Roma, patrocinante in Cassazione» e così dicendo ha esibito una patente e una tessera dell'Ordine degli avvocati della capitale a nome appunto del Grimaldi e con le sue foto. Ma l'agente di custodia e i carabinieri non si sono lasciati convincere e Io hanno accompagnato alla «Podgora» dal capitano Sica. I documenti esibiti dal «legale» in apparenza erano ineccepibili. Un più attento esame ha però rivelato alcune anomalie che hanno fatto sospettare una falsificazione E' stata allora richiesta ad Aversa l'ultima foto segnaletica di «Ro cambole» e quando essa è giunta via radio l'evaso è stato smasche rato. Intanto si è accertato che da iii ■■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiii un paio di giorni aveva preso alloggio in un albergo nei pressi della Stazione. La perquisizione della sua camera ha portato al sequestro di una valigia contenente lettere e documenti che sono ora all'esame dei carabinieri, comprese alcune tessere intestate a un altro legale romano, l'avvocato Gian Carlo Rosselli. Colto, intelligente, simpatico, iiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiMiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii estroso, Barbaro, che è siciliano ed ha ora 59 anni, incominciò la carriera giovanissimo. Spacciandosi per principe, proprietario terriero, medico, fece decine di truffe e furti: un fidanzamento finito con una razzia in casa dei futuri suoceri; un grosso bottino di gioielli in un albergo di cui era ospite; brillanti acquistati con assegni a vuoto, furti nei rifugi antiaerei durante gli allarmi. Ma sempre da ladro gentiluomo, che rifuggiva dalla violenza e dal sangue. Le sue imprese più audaci furono l'evasione del fratello Giuseppe, che Vincenzo Barbaro condusse da grande attore e regista, travestito da tenente dei carabinieri, e quella dal carcere di Mortara, dal quale fuggi con la tecnica dei romanzi e dei film d'avventure: segando le sbarre con una lima, e calandosi dalla finestra con le lenzuola. Vincenzo Barbaro

Persone citate: Barbaro, Gian Carlo Rosselli, Mauro Grimatdì, Sica, Vincenzo Barbaro

Luoghi citati: Aversa, Barcellona, Mortara, Roma, Sicilia