Arrestati alti ufficiali accusa: colpo di Stato

Arrestati alti ufficiali accusa: colpo di Stato Un grave pericolo per la democrazia Arrestati alti ufficiali accusa: colpo di Stato Sono implicati esponenti fascisti, ufficiali dei carabinieri, della polizia, dell'aeronautica, della forestale - Dei 20 ricercati, 12 sono riusciti a fuggire - Comunicazioni giudiziarie per altre 75 persone, tra cui l'ex capo del Sid (Servizi segreti) Miceli e un ex capo di Stato maggiore - L'inchiesta si riferisce al "golpe" del principe Valerio Borghese (dicembre '70), ma ci sono agganci anche con i due complotti tentati quest'anno Roma, 11 ottobre. Mandati di cattura, 20; comunicazioni giudiziarie, 75; perquisizioni, 90. Queste le nude cirre di 24 ore di inchiesta allo spasimo contro i « golpisti » di Valerio Borghese e gli organizzatori delle altre congiure che negli ultimi anni hanno messo in pericolo la democrazia, con la complicità di ufficiali dei carabinieri, della polizia, della guardia forestale, della aeronautica. Dei mandati di cattura, sette sono stati eseguiti. Un altro è stato firmato contro un medico già fatto arrestare dal giudice istruttore di Torino, Luciano Violante. Dodici sono andati a vuoto: le voci di questi giorni, le incertezze che hanno preceduto l'entrata in azione della magistratura hanno consigliato molte persone a prendere il largo. Anche alcuni avvisi di reato hanno dovuto essere consegnati a parenti degli indiziati, perché gli interessati si erano messi al sicuro per eccesso di prudenza. Durante le 90 perquisizioni, eseguite nelle prime ore dopo l'alba in varie città d'Italia, sono stati fatti molti sequestri, anche di armi. Le accuse sono gravissime, da ergastolo, specialmente per i capi dei complotti. Nei inandati di cattura si fa riferimento all'insurrezione armata contro i poteri dello Stato, al tentativo di rapire Angelo Vicari, che nel 1970 era capo della polizia, e al porto di armi non autorizzato. I nomi sono « vecchi, ma anche nuovi », come è stato detto non appena l'operazione è scattata: sono stati arrestati Angelo Berti, che nel 1970 comandava la scuola delle guardie forestali di Cittaducale, il colonnello dei carabinieri Salvatore Pecorella, il maggiore di pubblica sicurezza Ezio Capanna, Gino Arista, Salvatore Drago, Francesco Lombardi, Vito Pace; mandato di cattura anche per il medico palermitano Giacomo Micalizio, già in carcere per ordine del giudice Luciano Violante. I dodici latitanti sono Eliodoro Fomar (su di lui pesa anche un mandato di cattura di Violante), Giuseppe Lo Vecchio, Mario Rosa, Giovanni De Rosa e Remo Orlandino tutti e quattro arrestati quando si seppe del « golpe » di Borghese (marzo 1971) e scarcerati nel febbraio dell'anno successivo, il generale a riposo dell'aeronautica Giuseppe Casero, l'esponente di Avanguardia nazionale Flavio Campo, Alessandro De Angelis, Dante Ciabatti, Fabio Di Martino; l'elenco dei mandati di cattura non eseguiti è chiuso da due nomi « illustri » nel quadro della strategia del terrore: Stefano Delle Chiaie, capo di Avanguardia nazionale, latitante da oltre quattro anni, e Bruno Luciano Stefano, coinvolto nell'inchiesta per l'assassinio del commissario Luigi Calabresi. I nomi delle persone alle quali è stato inviato l'avviso di procedimento giudiziario non sono stati ancora rilevati. Se ne conosce qualcuno, più che sufficiente, per la notorietà, a far capire di quale portata sia l'inchiesta romana: Vito Miceli, capo del Sid fino al 30 luglio scorso, è indiziato di favoreggiamento, Duilio Fanali, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, ha ricevuto un atto giudiziario, nel quale sono stati indicati altri reati. Comuni cazioni giudiziarie anche per Mario Pavia e Mario Scolari (già fatti arrestare dal giudice Violante) e per Dalmazio Rosa, figlio di Mario Rosa, uno dei più diretti collaboratori di Valerio Borghese. Questa mattina, subito dopo i primi arresti, sono cominciati gli interrogatori. I magistrati contano di far breccia nel muro di omertà che per anni ha legato a filo doppio i « golpisti ». E' una speranza non infondata, perché molti potrebbero parlare nel tentativo di evitare pesanti condanne, più che probabili adesso che il Sid e gli altri « corpi separati » dello Stato hanno deciso di offrire la massima collaborazione. I magistrati romani sono entrati in azione dopo una serie di riunioni. Già ieri sera, da poche frasi captate a Palazzo di Giustizia, si era capito che qualche cosa di veramente importante stava per avvenire. Le decisioni finali sono state prese durante ima riunione fra il capo della procura della Repubblica, Elio Siotto, il capo dell'ufficio istruzione, Achille Gallucci, i sostituti procuratori Vittorio Occorsio e Claudio Vitalone e il giudice istruttore Filippo Fiore. Durante la riunione è stato deciso di passare all'azione e di abbandonare quella linea di prudenza, forse eccessiva, finita ormai al centro di commenti in vari ambienti, anche politici. Possono aver pesato le dichiarazioni del ministro della Difesa, Giulio Andreotti, ma certo determinanti devono essere state le ultime informazioni arrivate dal ministero dell'Interno e quasi di certo anche dal Sid: gli uomini che in passato hanno cospirato contro lo Stato non hanno deposto le armi, sono ancora pronti a colpire. Il compito di firmare i mandati di cattura se lo è preso il giudice istruttore Filippo Fiore, che indaga sul «golpe» di Valerio Borghese. Per evitare, nei limiti del possibile, di spargere ulteriori allarmi, ha preparato 20 distinti provvedimenti, in modo che nessuno, salvo pochissime e fidate persone, fosse al corrente di tutte le misure prese. I mandati di cattura sono stati affidati al capo dell'ufficio politico di Roma, Umberto Improta, e a due ufficiali dei carabinieri, il colonnello Ruggero Placidi e il maggiore Antonio Varisco. Con fonogrammi riservatissimi, polizia e carabinieri, in contatto con la guardia di finanza, hanno messo sull'avviso i comandi delle città interessate. I nomi delle persone da arrestare sono stati dati solo all'ultimo momento. Le precauzioni non sono servite a molto, visto che i latiAndrea Barberi (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Luoghi citati: Cittaducale, Italia, Roma, Torino