Tobino racconta l'uomo Alighieri

Tobino racconta l'uomo Alighieri Tobino racconta l'uomo Alighieri Mario Tobino: « Biondo era e bello », Ed. Mondadori, pag. 196, lire 3000. | | La vita narrata di un gran- J de scrittore dovrebbe essere ; assolutamente apocrifa, rica- • vata soprattutto dai sogni che : si può fare su di lui e da ciò ; che si può immaginare cono- ; scendo la sua opera: Schwob | ci ha dato in pochissime pa-1 gine la vita di Lucrezio e di Petronio, esistenze cosi im- |probabili che riescono a toc- ! carci in profondo. Papini, che se la prendeva con i dantisti j e con coloro che tentavano di scrivere la vita di Dante, sostenendo che per avere rag- guagh biografici sul sommo ; poeta bastava leggere la bre- j ve nota sull Enciclopedia Ita-1 hana, scrisse poi anch egli I | una vita di Dante, infiammata di sentimenti ed orlata d'ironia: ma, alla fine, futile e presuntuosa quanto lo era stato l'addossarsi il compito di narrarla, sentendosene investito come fiorentino, cattolico e artista. Ora Mario Tobino, scrittore di notevole fama (ricordiamo le belle pagine de Le libere donne di Magnano), ci propone la « sua » vita di Dante: il titolo è Biondo era e bello. Nel primo capitolo incontriamo il poeta giovinetto e con la morte, naturalmente, si chiude il libro: petrarcheggiando in una lapide appassionata Ut Mai ci fu un volto cosi bello, insieme alla morte»). Dante protagonista, dunque, negli eventi nei tempi che conosciamo: la battaglia di Campaldino o il grande raduno dei capi bianchi e ghibellini, l'ambasceria a Verona, la sconfitta dei Bianchi a Pulicciano, la morte di Benedetto XI o la corte degli Scaligeri e l'ultimo viaggio, da Venezia a Ravenna, con un Dante che trema di ! Pavento: gli uomini sono belli' Provati e altezzosi come !10 un western. Al poeta stil- i novista (u Guido Cavalcanti I febbre e l'aobazia di Pomposa ! che afferma il suo lindo pre-1 stigio nella melma della malaria. E tutta la galleria dei personaggi: da Giano della Bella a Corso Donati a Bonifacio Vili e altri. La lingua di Tobino è rigogliosamente toscana, qui altera là leziosa; il racconto si colora e s'accalora d'avventura. Il gusto dell'avventura, appunto, prende spesso il so- [cavalcava sdegnoso, l'alterezza ! 1 aggiungeva fascino alla sua fi- : I thara») e al protervo barone I ! '" /",""~ " " — - JI Terence Hill e di Henry Fon Ida. Ci sembra che Tobino ab I combatté tutta la vita») ci ' vlene da regalare le figure di (« Corso Donati era bello e \ | bia voluto imprimere andatura e colori da « racconto popolare » alla sua vita di Dante, con questi riccioli da cappa e spada: facendosi poi | smentire dal suo stesso lin J guaggio forbito, letterario, ; perciò lo stesso Dante è • ritagliato fuori della Cornine : dja: dell'altissimo teologo e ; poeta, ci resta un bell'uomo ; crie da giovane si rinchiudeva | nena sua cameretta a delira1 re d'amore, ambasciatore e ottimo comiziante, astioso o |mannconico, in battibecco con ! Forese o in ansia per la mo gije e i piccoli o intento ad j aScoltare il chiacchiericcio delie nobili dame del Casen tino, le figlie di Federico II, del Conte Ugolino, di Paolo ; Malatesta e di Buonconte da j Montefeltro. Guardato e se1 guito con devoto amore, s'in I tende Anche colei che è in. sieme, come dice Auerbach, « una santa cristiana ed un'antica sibilla », Beatrice, amata terrena dai contorni sfocati e beata vivida e reale, resta quindi fuori del romanzo; dove accanto all'avvenente Dante c'è una casalinga scialba moglie. Se l'aneddotica fiorita intorno al sommo poeta, da Benvenuto da Imola a Gian| ni Sercamoi fino a secoli che l'ebbero lontano, ci lascia imbarazzati, così, per altri motivi, ci fa sentire a disagio il libro di Tobino. Rossana Ombres

Luoghi citati: Imola, Magnano, Ravenna, Venezia, Verona