Kissinger si dichiara pessimista sull'esito della missione in M. 0.

Kissinger si dichiara pessimista sull'esito della missione in M. 0. Kissinger si dichiara pessimista sull'esito della missione in M. 0. "Non mi aspetto che questi colloqui siano decisivi per un accordo" ha detto il segretario di Stato - Incertezze anche a Tel Aviv e al Cairo Washington, 7 ottobre. Henry Kissinger non parlerà con i capi palestinesi durante il suo viaggio in Medio Oriente inteso a sbloccare il punto morto cui è giunto il negoziato arabo-israeliano. Lo ha detto lo stesso segretario di Stato, alla vigilia della sua partenza per II Cairo, in una conferenza stampa nella quale non si è mostrato molto ottimista circa l'esito della sua nuova missione di pace. « Non mi aspetto che questi colloqui siano decisivi ai fini di un accordo tra le parti — ha dichiarato Kissinger —; non parto con idee preconcette e non so ancora quale sarà il passo che bisognerà fare dopo per garantire un progresso in altri settori (della trattativa, n.d.r.). Non ci saranno annunci drammatici ». Oltre ad Egitto, Giordania, Siria e Israele, il segretario di Stato americano ha annunciato oggi che visterià anche l'Arabia Saudita e tornerà a Washington il 15 ottobre, dopo brevi tappe nelle capitali dell'Algeria e del Marocco. La precisazione di Kissinger, che non vedrà i palestinesi, conferma da una parte che l'America non è ancora pronta ad avviare un dialogo con i veri protagonisti del conflitto mediorientale e, dall'altra, che le loro fazioni non hanno ancora raggiunto un fronte comune. Ecco gli altri punti principali toccati da Kissinger nel corso della sua conferenza stampa odierna: Petrolio: gli Stati Uniti sperano di poter negoziare i problemi del petrolio separatamente dal conflitto araboisraeliano. Unione Sovietica: Kissinger si è detto fiducioso che il miglioramento delle relazioni con l'Urss non sarà pregiudicato dall'annullamento di un contratto di vendita di grano e di mais all'Urss. D'altra parte le due super-potenze sono in procinto di aprire negoziati sulla limitazione degli esperimenti nucleari sotterranei. Sull'emigrazione degli ebrei sovietici Kissinger ha affermato di non essere in grado di garantire qualcosa che Mosca non gli ha promesso. Cipro: i negoziati di Ginevra non sono prossimi. L'avvenire di tali negoziati dipende dagli sviluppi della situazione interna in Grecia e in Turchia e dal risultato dei colloqui tra le due comunità a Cipro. Cuba: il viaggio dei senatori Peli e Javits all'Avana non ha modificato la situa' zione. Gli Stati Uniti decideranno la loro posizione verso Cuba dopo la conferenza interamericana che deve riunirsi a Quito l'8 novembre. Posizione personale: Kissinger ritiene che le critiche crescenti di cui è stato recentemente oggetto da parte del Congresso e dei giornali siano al contempo oneste e inevitabili. Egli è persuaso che tali critiche si attenueranno con il tempo e che non pregiudicheranno la sua attitudine a condurre la politica estera degli Stati Uniti. (Ansa-Afp) Tel Aviv, 7 ottobre. Alla vigilia della nuova missione di Kissinger, le fonti israeliane sono pressoché unanimi nel prevedere che durante il breve viaggio del segretario di Stato americano verranno affrontate per lo più questioni procedurali, e in particolare la data, la località e il livello cui dovrà svolgersi il prossimo round di negoziati arabo-israeliani. Secondo quanto ha affermato oggi un portavoce governativo e quanto scrivono concordemente i maggiori giornali, la situazione non sarebbe ancora matura per affrontare la sostanza dei problemi territoriali, e il governo israeliano non avrebbe ancora un « piano » di concessioni da fare agli arabi in cambio della loro eventuale accettazione di uno stato di « non-belligeìanza ». Sarebbe già un successo se Kissinger riuscisse a mettere d'accordo le parti su una serie di importanti questioni procedurali. Un primo round di negoziati — si afferma in Israele — potrebbe aver luogo con l'Egitto nella seconda metà di novembre. Successi¬ vamente ci potrebbe essere una trattativa con la Siria e la Giordania e, infine, si potrebbero forse riprendere i lavori della conferenza di Ginevra. (Ansa) Il Cairo, 7 ottobre. Al Cairo, in attesa della visita di Kissinger, sembra prevalere il desiderio di ottenere una soluzione negoziata della crisi, ma vi sono molte incertezze sul mezzo migliore per giungervi. Al di là delle riaffermazioni di essere pronto a riprendere la lotta armata qualora non vi fosse assolutamente un'altra via di uscita, l'Egitto — si crede di sapere al Cairo — non sarebbe contrario alla tattica di Kissinger di «concessioni reciproche fra belligeranti». Tuttavia, queste concessioni non potranno mai assumere, né per l'Egitto, né per la Siria, la forma di un «trattato di non belligeranza con Israele». Le speranze continuano perciò a fondarsi sulla capacità di Kissinger di esercitare con buoni risultati la sua «diplomazia segreta». (Ansa-Afp)