Appuntamento Giscard - Ford alla Martinica di Alberto Cavallari

Appuntamento Giscard - Ford alla Martinica Vertice il 14 dicembre Appuntamento Giscard - Ford alla Martinica (Dal nostro corrispondente) Parigi, 7 ottobre. 11 disgelo franco-americano sembra definitivamente confermato. Il presidente francese Giscard d'Estaing incontrerà il presidente americano Ford il 14 dicembre alla Martinica « per discutere tutte le questioni di interessa reciproco », e il vertice durerà tre giorni. La notizia (che anticipammo tempo fa) è stata data ufilcialmente oggi e il luogo dell'incontro si giustifica con il prossimo viaggio di Giscard alle Antille. L'annuncio di questo incontro su terreno neutro si inquadra nel nuovo clima che da tempo domina nei rapporti Usa-Francia, ed è il risultato di un lungo lavoro della diplomazia francese e americana. Ci si attendeva una conferma soprattutto dopo la colazione del 28 settembre del ministro degli Esteri Sauvagnargucs con Ford e la dichiarazione francese sull'avvenuto « superamento dei malintesi verificatisi all'inizio dell'anno » e sulla « restaurazione dell'amicizia francoamericana ». Naturalmente, il vertice della Martinica sarà una verifica sia della portata sia dei limiti della distensione intervenuta tra Francia e Usa. Ma non è difficile prevedere che le tensioni esplose durante i due ultimi incontri Pompidou-Nixon non saranno rinnovate. Da tempo il governo francese ha deciso di evitare ogni confronto e ogni contrapposizione con Washington, e da recenti atteggiamenti si intuisce la sua intenzione di voler risolvere i grandi problemi del momento (soprattutto la crisi energetica) in accordo e in coopcrazione con gli americani. Vi sono già state reazioni comuniste e gollistc a proposito: L'Hitmonile recentemente ha scritto che l'accoglienza eccezionalmente calorosa riservata dalla Casa Bianca a Sauvagnargues era « il prezzo dell'allineamento ». Questo allineamento non significa però che la diplomazia francese abbia cambiato d'obiettivo. La linea di fondo francese (così si dice al Quai d'Orsay) è sempre quella di mantenere un minimo di indipendenza alla Francia verso gli Stali Uniti per consentirle largo margine di manovra rispetto ai suoi « soci naturali »: gli europei in primo luogo, gli arabi poi. Anche gli ultimi discorsi di Sauvagnargucs sul problema del petrolio hanno tenuto a differenziare la posizione francese da quella americana quel tanto che basta per mantenere il dialogo euro-arabo ancora iscritto nella diplomazia giscardiana. Intorno a questo punto fermo, un nuovo tipo di relazioni con Washington è però in via di sviluppo, favorito anche dalle recenti posizioni morbide di Kissinger che ha rinunciato a certi punti rigidi (le consultazioni fisse transatlantiche) e inaugurato una politica della mano lesa verso gli arabi più legati alla Francia. L'incontro Ford-Giscard conferma in ogni modo che anche la Francia ritiene la crisi energetica lunga e difficile, che tutti gli occidentali sono nella stessa barca, e che un riavvicinamento con Washington viene imposto e reso urgente da uno stato di necessità. Le Monde parla di « riavvicinamento della paura ». Alberto Cavallari

Persone citate: Giscard D'estaing, Kissinger, Pompidou-nixon