L'uccisione di Miguel Enriquez duro colpo alla Resistenza cilena di Livio Zanotti

L'uccisione di Miguel Enriquez duro colpo alla Resistenza cilena L'agguato del "servizio antiguerriglia,, al capo del Mir L'uccisione di Miguel Enriquez duro colpo alla Resistenza cilena (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires, 7 ottobre. L'uccisione del segretario generale del «Movimiento de Izquierda Revolucionaria» (Mir), Miguel Enriquez, segna tuia nuova fase della repressione in Cile, ad un anno dal rovesciamento e dalla morte del presidente Salvador Allende. Dopo la cattura dell'ex senatore comunista Jorge Montes, avvenuta a Valparaiso nell'agosto scorso, la scomparsa del «leader» massimo del Mir è il colpo più duro subito dalla sinistra cilena che resiste al regime militare. Il maggiore dei due fratelli Enriquez era un uomo decisivo nel dispositivo clandestino della resistenza. Averlo eliminato rappresenta probabilmente per la giunta presieduta dal generale Augusto Pinochet un risultato capace di influire nell'immediato sull'attività dell'intera sinistra cilena. E' anche la prova dell'efficacia raggiunta dall'apparato repressivo organizzato dai militari, una stretta cotnbinazione tra i rastrellamenti di massa e le rapide incursioni a sorpresa degli uomini dei servizi speciali sugli obiettivi localizzati attraverso un paziente lavoro d'informazione. La tortura, strumento comune di pressione nel Cile della giunta, appare lo strumento decisivo per ottenere informazioni. Noti è casuale che Miguel Enriquez sia stato individuato ed ucciso non da una pattuglia comune dell'esercito o j aei carabinieri, bensì da una [squadra dei servizi segreti, gli ì stessi che dirigono le indagini | più delicate e gestiscono di- rettamente le innumerevoli «via Tasso» distribuite per tutto il paese. Nella scorsa settimana, un «commando» del Mir aveva assaltato una banca nel centro di Santiago, appropriandosi di alcune migliaia di dot- lari. La polizia militare si eraposta siile sue tracce. Qual- che giorno più tardi, ha interXceliato un'automobile guidata da un noto esponente del gruppo clandestino. C'è stato un conflitto a fuoco e un inseguimento alla massima velocità per le strade che dal centro della capitale cilena conducono verso la periferia industriale della zona orientale. Il mirista è riuscito a far perdere le sue tracce. Ma in qualche modo i poliziotti si erano avvicinati al luogo nel quale ritenevano che dovesse stare un importante rifugio del Mir. Tra venerdì e sabato passati, hanno effettuato un nuovo rastrellamento massiccio tutt'intorno alla zona, nel co- mime di San Miguel, stabilendo lino stretto cordone dì vigilanza. Il sabato hanno sospeso le operazioni. Ma a mettersi in movimento sono stati gli uomini dei servizi speciali, particolarmente addestrati alla lotta antiguerriglia nella città. Nessuno, ad eccezione di loro, può dire oggi se sapevano di essere ormai vicini al nascondiglio di Miguel Enriquez, dall'll settembre 1973 uno dei dieci esponenti politici più attivamente ricercati dai militari. Nella casa in cui si trovava con la sua compagna, Carmen Castillo Echeverria, sono arrivati già disposti al combattimento e, secondo alcune testimonianze, la sparatoria è cominciata subito. Noti si sa chi abbia aperto il fuoco per primo; né si ha la certezza che il capo del Mir sia stato ucciso con le armi in pugno. E' però presumibile che la sorte crudele riservata ai militanti del Mir caduti prigionieri lo abbia indotto a difendersi finché lia potuto. Anche la donna che lo accompagnava ha combattuto al suo fianco. Miguel Henriquez, medico ed intellettuale brillante, era figlio dell'ex rettore dell'università di Conceptión, che fu anche ministro dell'educazione in uno dei governi di « Unidad Popular ». Esponente del partito radicale, l'anziano professor Enriquez era stato deportato dopo VII settembre 1973 all'isola di Daivson insieme a numerosi altri esponenti di « Unidad Popular ». Ha ricevuto la notizia della morte del figlio nella stia casa di Santiago, dove è appena tornato sotto arresto domiciliare. L'altro figlio, che porta il suo stesso nome, Edgardo, è anche'egli dirigente del « Movimiento de Izquierda Revolucionaria » e si trova attualmente fuori del Cile. Nell'ultima intervista rilasciata, nell'ago- , .... . ... SJ°£ SSQ/°; Miguel Enriquez X^Zl dUc per?te S°,ffert? dal e Prevedeva che al- tre ancora avrebbe potuto soffrirne. Chiamava perciò alVallargamento della resistenza, indicando a tutti i livelli, dalla lotta armata al sabotaggio nelle fabbriche, alla propaganda, come opporsi al regime militare. Livio Zanotti

Luoghi citati: Buenos Aires, Cile, San Miguel, Santiago, Valparaiso