Tra gli arabi e Cee colloqui sul petrolio di Renato Proni

Tra gli arabi e Cee colloqui sul petrolio Un dialogo consumatori-produttori Tra gli arabi e Cee colloqui sul petrolio (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 7 ottobre. In forma non ufficiale sono cominciate, oggi a Palazzo Berlaymont, le discussioni tra la Commisione europea e l'organizzazione dei Paesi arabi esportatori di petrolio. Con l'avvio di questo dialogo, la Cee vuol far sentire la sua presenza nelle discussioni attualmente in corso tra Paesi consumatori e Paesi produttori di petrolio. Tra l'altro, la Comunità ha da qualche settimana trovato l'accordo su una politica per l'energia ed è quindi possibile ai suoi rappresentanti di esprimersi con una certa armonia. Ai colloqui odierni, durati sei ore, hanno partecipato Henry Simonet, commissario per l'energia, e Claude Cheysson, commissario per lo Sviluppo, rappresentanti della Cee, e Ali Ahmed Attiga in rappresentanza della Opec. Simonet e Cheysson hanno voluto soprattutto dare una prova della volontà politica delia Cee di avere rapporti | stretti con il mondo arabo. I negoziati, però, sono stati essenzialmente di natura tecnica. Dato che gli Stati Uniti hanno mostrato la loro ostilità a colloqui euro-arabi di carattere puramente politico, oggi sono stati esaminati i problemi pratici delle relazioni tra la Comunità e i Paesi arabi. Fra questi, vi sono le questioni delicate del « reciclaggio » dei petrodollari e della cooperazione tecnologica. Non si trattava di una singola decisione, ma di chiarire le rispettive tesi su questi aspetti della collaborazione. Data l'assenza del commissario per gli Affari Finanziari Haferkamp, il problema del reinvestimento dei petrodollari non avrà probabilmente costituito la parte centrale dei colloqui. L'Europa si aspetta gran- di sviluppi dal dialogo con il mondo arabo. I Paesi della Cee hanno un atteggiamento più conciliante degli americani verso i Paesi produttori e sperano che ciò permetta di raggiungere una intesa con essi sui problemi del rifornimento e dei prezzi del greggio. La politica energetica comune della Cee già prevede di esprimere progressivamente un punto di vista uguale sui problemi dell'energia, per cui è considerato anomalo che la Francia non abbia ancora aderito al « Gruppo dei Dodici » nato dalla conferenza sul petrolio di Washington. Il «Gruppo dei Dodici» subisce e però l'influenza americana e la Francia, pur avendo allentato la sua posizione, esita prima di aderirvi. Uno dei punti cardinali della politica energetica della Cee è, infatti, la cooperazione tra i Paesi consumatori e produttori di petrolio e non il «confronto» come talvolta hanno fatto balenare il presidente Ford e il segretario di Stato Henry Kissinger. Il «Gruppo dei Dodici» due settimane fa ha trovato l'accordo su un piano abbastanza preciso di collaborazione tra i Paesi consumatori in caso di una nuova crisi petrolifera, senza escludere tuttavia la collaborazione con le nazioni produttrici di petrolio. Il programma d'azione d'urgenza in caso di crisi, per esempio, prevede la ripartizione delle risorse petrolifere tra i Paesi associati, misura di economia del carburante e prescrizioni per quanto riguarda lo stoccaggio del greggio e dei prodotti petroliferi. Il meccanismo previsto presuppone una solidarietà generale e una solidarietà selettiva. Lo stato di crisi sarà decretato da un voto, ma una decisione a livello politico potrà annullarla. Il programma del «Gruppo dei Dodici» deve ancora essere ratificato dai governi interessati e perciò la Cee ha cominciato per proprio conto il dialogo con il mondo arabo. Renato Proni

Persone citate: Ali Ahmed, Claude Cheysson, Henry Kissinger, Henry Simonet, Simonet

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Stati Uniti, Washington