Tennis, ora si pensa al futuro

Tennis, ora si pensa al futuro La sconfitta in Sud Africa ha delle motivazioni profonde Tennis, ora si pensa al futuro (Dal nostro inviato speciale) Roma, 7 ottobre. // « DC 10 » dell'Alitalia fila via liscio in perfetto orarlo da Johannesburg, ci condurrà addirittura in anticipo a Roma. Poi perderemo più di due ore per l'arrivo dei bagagli dallo scalo internazionale a quello nazionale, ma per l'aerostazione - Leonardo da Vinci », quando il passeggero giunge fra lo scadere di un turno e l'inizio dell'altro, è la regola. Imbestialirsi non serve a nulla. Sul « DC 10 » c'è tutta la spedizione italiana per la finale interzone di Coppa Davis, compresi I giocatori ed i tecnici che volevano partire sabato sera subito dopo il « match », ma per un guasto all'aereo della compagnia di bandiera sudafricana sono stati costretti a rinviare la partenza di un giorno insieme a Guido Oddo che doveva commentare II " match » in Tv nel « Pomeriggio sportivo » e nella nuova edizione della • Domenica sportiva ». Ora per il ritardo andrà in onda un filmato sabato prossimo nel corso di « Dribbling ». Insieme a Mario Belardinelli, sofferente cronico di « aerofobia », chi patisce di più II trasferimento aereo è il presidente della Federtennis, Giorgio Neri, l'ex « capitano » ora « padrino » del mondo della racchetta. Per non pensare di trovarsi a quasi diecimila metri dal suolo o dal mare, ingurgita whisky e cerca continuamente il dialogo. La sconfitta non lo ha certo esaltato (avrebbe fatto carte false pur di vincere), ma non lo ha demoralizzato. Ripete quanto ha detto durante la - comunicazione » fatta alla stampa prima degli ultimi due singolari (pieno elogio ai giocatori per l'Impegno profuso e la serietà mostrata durante i tre mesi cruciali della Coppa Davis, oltre alla fiducia Illimitata per il futuro), ma aggiunge qualcosa di molto importante per l'avvenire del tennis italiano. Non è un mistero per nessuno che i nostri giocatori sono i meno portati di tutti allo sport della racchetta: Panatta ha limiti enormi nella parte delle gambe che va dal ginocchio al piede con stinchi addirittura sforniti di polpacci nonostante l'indiscutibile potenza, Bertolucci ha un « braccio divino » ma il suo fisico è la negazione tennistica (Neri si consola: « Sui 60 metri è il più veloce di tutti ». Bravo Paolone, malissimo tutti gli altri), Zugarelli è il più atleta di tutti ma ha muscoli corti ed è soggetto più degli altri a stiramenti e poi, « handicap » più grave di tutti, non ama molto il tennis, Barazzutti ha più grinta e la maggiore voglia di vincere ma i suoi mezzi tecnici sono i più limitati. Dai - poker » azzurro si potrebbe tirare luori un campionissimo, fondendo i quattro giocatori, ma singolarmente presi resta una compagine temibile ma non una super-squadra. Giorgio Neri non è proprio di questo av¬ viso. Dice: « lo sono convinto che la squadra può migliorare moltissimo il suo rendimento. La finale Interzone non si giocherà sempre a duemila metri d'altezza e con un'esperienza maggiore potremo anche riscattare la sconfitta di Johannesburg contro avversari più forti e temibili. Non dimentichiamo che solo l'India oggi può vantare una formazione più giovane della nostra ». Ma Giorgio Neri, uomo di sport che ha spaziato dal calcio all'atletica, dal basket alla pallavolo anche se il tennis resta il suo grande amore, non ignora i problemi di un reclutamento razionale per portare al tennis dei giovani dotati anche atleticamente. « Lo scorso anno — dice il "presidente-padrino " — abbiamo iniziato un lavoro di selezione qualitativa con i centri tecnici giovanili regionali. Ne abbiamo già diversi in funzione con un lavoro molto serio e scrupoloso. Basti dire che di tutti I giovani abbiamo schede medico-sanitarie scrupolosissime con tanto di annotazioni psicologiche ». « Il primo anno è stato sperimentale — continua Giorgio Neri — ma il prossimo tutta l'attività giovanile sarà impostata in questa maniera. Poi I giovani più promettenti verranno inviati a Formia in modo però che Belardinelli e gli altri tecnici del centro debbano badare solo a perfezionare e non ad Impostare la base, oltre a dare una struttura atletica a chi ancora non ce l'ha ». — Come mai il Piemonte non ha un centro tecnico giovanile? « Il Piemonte svolge una enorme attività, ma a livello giovanile lascia ancora a desiderare. Basti dire che alla fase regionale della Coppa Lambertenghi femminile ha preso parte con sole dieci elimi- i natorie zonali di cui ben cinque I solo ad Alessandria. Cinque fasi | per tutto il resto del Piemonte so- j no una cifra davvero bassa. E non i è che nel settore maschile le cose vadano molto meglio ». — Perché i giovani non giocano a tennis in Piemonte? « Non certo per carenza di attitudine. Per me il piemontese è II giocatore di tennis ideale. La media del giovani è particolarmente ben formata atleticamente ed II carattere del piemontese duro e caparbio ben si adatta alle particolari caratteristiche del nostro gioco. Il prossimo anno dovremo fare ad ogni costo un centro te- I cnico a Torino, ma deve essere centrale e funzionale. A mio avviso andrebbe benissimo qualche salone di Torino-Esposizione (perché non il palazzo della Vela dove Nebiolo vuole giustamente Installare la pista coperta di tartan che attualmente giace inutilizzata? n.d.rj dove siamo disposti a sistemare dei campi di materiale sintetico con riscaldamento a raggi infra- I rossi, come si è fatto in passato per Cortina in inverno ». — E per fare maturare questi giovani? « L'idea è partita dal commissario unico Nistri ed io sono stato ben felice di farla mia. Dal prossimo anno i più promettenti dei giovani verranno aggregati alla squadra di Coppa Davis sia per allenarsi sia per abituarsi al particolare clima della manifestazione. E' una tattica che abbiamo già attuato in passato con buoni frutti nelle stagioni gloriose di Pietran- , geli e Sirola, quando però i due alla prima avventura di finale in- I terzone furono sconfitti 5-0 per ca- I renza di esperienza ». — A chi si pensa parlando di giovani da avvicinare alla squadra i di Coppa Davis? « Prima di tutti Gianni Ocleppo, che conferma le mie idee sui giovani piemontesi. Ocleppo, se con- I tinuerà il lavoro di potenziamento e saprà, soprattutto, migliorare adeguatamente il proprio rovescio, può diventare un giocatore di buon ! valore internazionale, e poi il ì bolognese Rinaldini, un ragazzo strappato al basket, che ha un fi-, sico spettacoloso. Credetemi, sono trent'anni che seguo i giovani nel tennis, ma a 14 anni non ho mai visto giocare nessuno bene come Rinaldini. Non è un parere passionale. Sono stato io infatti che ho portato per la prima volta Nicola Pietrangeli in maglia azzurra quando aveva nemmeno sedici anni. Ocleppo e Rinaldini, se non ci saranno impreviste esplosioni, . sono i prossimi rincalzi della squa- j dra azzurra di Coppa Davis, soprattutto se sapranno continuare a lavorare in umiltà, ma per l'immediato futuro l'attuale "poker" di azzurri può solo migliorare il proprio rendimento ». Rino Cacioppo

Luoghi citati: Alessandria, India, Piemonte, Roma, Sud Africa, Torino