Era piena di munizioni la nave affondata in porto a Palermo
Era piena di munizioni la nave affondata in porto a Palermo Per recuperare l'unità sono già morte due persone Era piena di munizioni la nave affondata in porto a Palermo (Dal nostro corrispondente) Palermo, 5 ottobre. Nel cargo bulgaro « Goltze Delchew », affondato nel porto di Palermo il 25 ottobre dell'anno scorso durante un nubifragio, è stivato materiale bellico e, in particolare, attrezzature destinate alla costruzione di una fabbrica di munizioni nel Vietnam. Secondo una notizia che però non ha trovato precise conferme, ci sarebbero anche due carri armati. Nella nave, il cui relitto giace a 25 metri di profondità, a poca distanza dalle rovine della diga foranea, finora sono morti un palombaro ed un sommozzatore, mentre un altro subacqueo è rimasto gravemente ferito. Dopo l'ultimo incidente, avvenuto l'altro ieri, durante le difficili operazioni di recupero, l'inchiesta sulla prima disgrazia — accaduta il 14 giugno — ha ripreso vigore e la magistratuna e la polizia stanno cercando di stabilire le vere cause delle esplosioni subacquee in quella che i portuali palermitani chiamano ormai la « nave maledetta ». Finora si era saputo che l'unità bulgara — salpata da Varna il 29 agosto del 1973 e diretta ad Haiphong, nel Vietnam — era piena di fustini di carburo di calcio, un prodotto chimico altamente esplosivo. Le notizie, peraltro scarse e generiche, date finora sulla natura del carico, avevano fatto escludere la eventualità che nel relitto potessero avvenire altre deflagrazioni. E' stato anche detto che i fustini di carburo erano stati neutralizzati e affondati in mare aperto. Invece, molto probabilmente, le cose non stanno così e palombari e sommozzatori, chiamati all'opera con la fiamma ossidrica, per tranciare alcune parti dell'unità affondata, hanno corso seris simi pericoli, mentre, come si è detto, due di essi sono morti. Adesso i tecnici ingaggiati dalla compagnia di recuperi romana non vogliono più mettere a repentaglio la vita e alcuni di essi si sono dati malati dopo l'ultima disgrazia di giovedì. a. r.
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