Bonn: forte pessimismo non si vede via d'uscita di Tito Sansa

Bonn: forte pessimismo non si vede via d'uscita Bonn: forte pessimismo non si vede via d'uscita (Dal nostro corrispondente) Bonn, 4 ottobre. Un pessimismo senza precedenti trapela dalle corrispondenze e dai commenti dei principali quotidiani tedeschi alla crisi di governo in Italia. Unanimi, i giornali della Germania federale constatano che la situazione è gravissima e soprattutto che non si vede una via d'uscita. Alcuni titoli: « Crisi al buio» (Die Welt), «Rumor allo stremo» (Stuttgarter Zeitung), «Timori in Occidente» (General Anzeiger), «Contrasti insuperabili » ( Koelnisclie Rundschau), « Situazione senza via d'uscita» (Sueddeutschc Zeitung). Tutti i commentatori attribuiscono la responsabilità principale della crisi di gover. no all'atteggiamento inconciliabile e ai contrasti tra i socialdemocratici e i socialisti, divisi circa l'adozione di severe misure antiinflazionistiche e l'accettazione del punto di vista dei sindacati. Ma il governo Rumor viene criticato nel suo insieme. «Non è stato all'altezza — scrive la Frankfurter Allgemeine — né del referendum sul divorzio, né della recessione economica, né dell'inflazione, né della crisi del petrolio, né dei sindacati, né delle più che mature riforme, né dei comunisti che — l con riserbo tattico — si sono ! insistentemente fatti avanti ' come salvatori». E, parago| nando la politica italiana al ; vulcano Etna, il giornale con! stata «le cose sono sempre in ! subbuglio, le grandi eruzioni ; arrivano in modo improvviso ' e imprevedibile. I governi cadono e vengono ricostituiti, i partiti si spostano a destra e a sinistra, gli uomini politici balzano in avanti, ricadono e poi si rimettono in giro». Secondo Die Welt la crisi causata dalle divergenze sulla politica economica e creditizia, sui rapporti con i sinda- cati e con i comunisti, «colpisce il Paese in un momento di gravi difficoltà economiche e politiche, è una "crisi al buio", della quale non si vede una via di uscita». La Stuttgarter Zeitung, dopo avere rimproverato ai socialdemocratici e ai socialisti la loro dura polemica che «li ha fatti ripiombare a terra», constata che l'Italia è «in un vicolo cieco» e che alla domanda su come si dovrà andare avanti, la risposta è «una alzata di spalle». «E' da pensare che nuove elezioni non portino a una soluzione — conclude il quotidiano di Stoccarda — perché l'Italia è giunta alla fase più pericolosa della sua storia del dopoguerra». E la Sueddeutschc Zeitung, osservato che il governo «non sa più che pesci pigliare» (il commento era stato scritto prima dell'annuncio delle dimissioni) rimprovera tutti i partiti che «perfino in considerazione della critica situazione non hanno saputo trovare la necessaria disposizio¬ ne al compromesso per un'iniziativa comune». E conclude: «La situazione è senza via di tiscita. rimane soltanto l'infausta ricetta di nuove elezioni che nessuno vuole. Esse potrebbero portare a risultati che renderebbero l'Italia del tutto ingovernabile». In una tavola rotonda privata tra giornalisti di diversi Paesi ho raccolto iersera diverse impressioni, che sintetizzo. Il francese: «Peccato, l'indebolimento dell'Italia consolida la preminenza tedesca». Il tedesco: «Ha ragione il cancelliere Helmut Sclimidt a diffidare della efficienza italiana». Il sovietico: «La partecipazione comunista al governo sarebbe in questo momento una grossa responsabilità, data la gravità della situazione economica e le difficoltà dei sindacati a controllare gli iscritti». L'americano: «7/ "compromesso storico" potrebbe anche essere utile a riportare ordine e ad evitare interventi dall'esterno». Tito Sansa

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