Coppe e campionato, una rivincita

Coppe e campionato, una rivincita Per i giocatori esclusi a Zagabria che puntano alla Nazionale Coppe e campionato, una rivincita Anche se Bernardini, convalescente, non potrà assistere (almeno mercoledì) alle partite - Domani il et. terrà comunque una conferenza stampa a Bogliasco Allodi tifoso azzurro, ma senza programmi di rientro Un po' di riso all'olio al mattino, un pezzetto di carne e mele cotte alla sera: Fulvio Bernardini si sta riprendendo nella sua casa di Bogliasco dalla zuppa di cipolle e dal piatto di cevapcici che 10 hanno messo k.o. a Zagabria (assieme agli antibiotici ingeriti in precedenza) più del gol di Surjak. Ha convocato i giornalisti che vogliano ascoltarlo per mercoledì pomeriggio: leggerà nell'occasione, fra l'altro, anche l'elenco di tutti quelli che in questi giorni pubblicano sue interviste senza avergli parlato. Contrario al gioco « all'italiana » sul campo il commissario unico applica in questi giorni un ferreo catenaccio, ma ormai si è convinto che In campo giornalistico questo « modulo « non serve. Ci sono colleghi che solo per avere parlato con la moglie hanno ricavato succose dichiarazioni dall'illustre ammalato; Bernardini non si è divertito molto a leggere su un giornale della sera di Milano parole mai pronunciate. Di positivo si può solo dire che il responsabile della Nazionale sta meglio, che non si sogna di rinunciare alla panchina (e tanto meno all'incarico), che è d'accordo con chi stima Antognoni. 11 resto è rimandato a mercoledì. Attraverso i giornali (li legge tiitti] e per mezzo della tv, il commissario unico si è fatto un'idea della Under che ha giocato a Cesena. Il malanno che lo ha bloccato non è grave come si temeva, non un sia pur lieve «collasso da fatica» ma una banale complicazione di stomaco. Forse sarebbe ora che si mettesse — lo diciamo con tutto il rispetto possibile — la canottiera, anziché girare troppo spesso con il petto nudo come un ragazzino. E' un peccato, comunque, che non possa assistere ad una partita del mercoledì di Coppa ormai vicino, che avrebbe potuto offrirgli delle valide indicazioni. La prova di Causio contro il Vorwaerts ad esempio è da seguire con molto interesse: se è balzata evidente la necessità di una maggior classe a centrocampo, di una maggiore inventiva, il bianconero non può non essere preso in considerazione. Il discorso che Bernardini ha aperto bene in difesa con Rocca e Roggi (sia pure con la evidente necessità di controprove) non può non essere esteso a tutta la squadra. Se si chiede a Rocca ed a Roggi, nonché a Pacchetti, di saper difendere e saper appoggiare, bisogna che anche a centrocampo ci sia gente duttile, capace di adattarsi a situazioni diverse. Incredibile che Re Cecconi dichiari: «Ho dovuto giocare venti metri più avanti dì quanto non taccia nella Lazio, e non mi sono più ritrovato ». Ci dispiace, sull'utilità di Re Cecconi avremmo scommesso, ma il campione d'Italia ha dimostrato di essere quanto mai legato a schemi rigidi, di non avere il minimo di adattabilità. Si ritorna al discorso di sempre: il calcio è fatto per gente di elevate doti tecniche individuali, capace di affrontare in campo ogni situazione, sufficentemente spaccone per non avere a priori paura di nessuno. Per questo, malgrado molti non siano d'accordo, insistiamo nel dire che Bernardini (e chi lo sostituirà In un futuro sia pure lontano) dovrà battersi per chiamare in azzurro gente dalla mentalità aperta, ragazzi liberi dalle remore del rovente passato quando si videro giocatori immessi in Nazionale sperando in qualcosa di nuovo (vedi Agroppi e Furino, tanto per fare un esempio torinese) declassarsi da soli a umili gregari di quei « mostri sacri » che Bernardini ha messo alla porta. Sarà illusione, ma il calcio italiano non è povero come è parso a Zagabria. Ci sono molle cose da rivedere, ma esiste pure un buon materiale giovane. Antognoni va provato e riprovato ma ha dello notevoli doti il cui sfruttamento è legato alla vita che il giocatore della Fiorentina intende portare avanti, ed all'impegno che vorrà porre nel football. Di certo fra le punte del momento non si può escludere Graziarli, un attaccante che sa partecipare al gioco della squadra, sa difendere la palla, ha ancora forza per tirare dopo il dribbling. E poi c'è Libera, un ragazzo che unisce a buone doti tecniche una freddezza notevole, un elemento che magari non si vede molto ma che sa dare la zampata al momento giusto. Un tipetto alla Riva insomma. Le Coppe daranno una mano anche alla Nazionale, non c'è dubbio. Occorre non perdere tempo, in attesa che si sviluppi quella ristrutturazione della Federcalcio che sembra per altro inevitabile. Nella sua casa torinese, Italo Allodi ha letto con interesse le notizie che da più parti, riflettendo gli umori dell'ambiente, lo hanno detto prossimo al rientro. «Non ho accettato l'incarico che desideravo di più nella vita — ci ha detto ieri sera, riferendosi all'offerta di guidare lui la Nazionale dopo Valcareggi — e non ci sono i motivi per cambiare decisione adesso ». Ma la presidenza del settore tecnico? « E' un discorso nuovo, nessuno mi ha parlato di questo ». Tutto qui. Allodi è un innamorato del calcio ma non desidera pestare i piedi a nessuno. E' un po' dubbioso sulla pazienza degli sportivi nei confronti della Nazionale maggiore, da uomo pratico pensa che il risultato abbia sempre la sua importanza. Crede che una programmazione possa essere portata avanti con la Under 23 più che con la squadra A. Idee di un tifoso del calcio e degli azzurri, per ora. Nulla dì ufficiale. Ma idee di chi il football lo conosce come pochi malgrado la sua dichiarazione di modestia al momento del rifiuto di guidare la Nazionale. Mai come adesso la Nazionale ha destato tanto interesse. C'è da ricostruire, ognuno ha il suo mattone pronto. Mercoledì si sapranno intanto gli immediati programmi del commissario tecnico. Molti giocatori aspettano un cenno. Zagabria non è stata una tappa inutile. Adesso prima le Coppe e domenica il campionato offrono le prime occasioni di rivincita a chi vuole entrare nel giro azzurro. Bruno Perucca

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