Nodi da sciogliere di Aldo Rizzo
Nodi da sciogliere Nodi da sciogliere 11 drammatico «weekend» di Lisbona, la piova più grave che abbia finora affrontato il nuovo corso portoghese, è risultato diretto del dualismo e della tensione presenti da sempre, cioè da quando fu rovesciato il regime fascista di Salazar e Caetano, nel «Movimento militare di liberazione». Da una parte, Antonio de Spinola, il generale conservatore, timoroso di un sopravvento delle sinistre e in primo luogo del partito comunista, prudente nello smantellamento della macchina burocratica dello slato salazariano e riluttante a una drastica decolonizzazione; dall'altra i «capitani», gli ufficiali più giovani e intransigenti, decisi a chiudere una volta per tutte con la vecchia destra portoghese e con la sua politica fallimentare. Spinola e un uomo abile, come riconoscono i suoi stessi avversari. Dopo il «golpe» di aprile, del quale fu l'ispiratore solo in senso lato, ha tentato più volte di allargare il proprio spazio politico, ai danni dei «capitani», ma senza mai esporsi più del necessario, e sempre prendendo atto, rapidissimamente, dell'altrui reazione. Non ha esitato neppure ad abbandonare i propri amici politici, che si erano compromessi per lui: per esempio, De Palma Carlos, il primo capo del governo provvisorio, che aveva chiesto l'immediata investitura popolare del generale-presidente, ciò che avrebbe alterato i rapporti di forza tra Spinola e i partiti politici, in uh momento delicatissimo. II tentativo, questa volta, era quello di dare voce alla cosiddetta «maggioranza silenziosa», cioè alla borghesia ultraconservatrice, per farne un contrappcso politico alle masse di sinistra: ora che gli ufficiali progressisti, spalleggiati da socialisti e comunisti, hanno sventato il disegno, temendone una natura sediziosa, è verosimile che Spinola stia tentando, di nuovo, un ripiegamento tattico. Al fondo della politica di Spinola, forse frammista con ambizioni di potere personale, c'è una preoccupazione reale e anche apprezzabile, ed è quella di evitare clic il quadro politico portoghese risulti privo di equilibrio, tra una sinistra comunista assai forte e organizzata e un settore moderato ancora incapace di darsi una efficace espressione politica. Il partito popolare, nato per radunare i ceti medi riformisti e una parte importante dell'elettorato cattolico, non ha superato i limiti del partilo d'opinione; e lo stesso partito socialista non sembra in grado di contendere seriamente ai comunisti la rappresentanza delle classi più umili. Tuttavia non è la «maggioranza silenziosa», nelle cui file si ritrovano molli ambigui personaggi compromessi col regime fascista, lo strumento per ristabilire un equilibrio politico. Il disagio dei democratici più sinceri e maturi è stato espresso pochi giorni fa da Mario Soarcs, il ministro degli Esteri che è anche il «leader» dei socialisti, in un'intervista a un giornale americano. Egli teme le manovre della destra, i sogni di una restaurazione politica e sociale, ma diffida anche del partito comunista, che, ricorda, è nella sua intima natura il più stalinista d'Europa, per grande che sia la moderazione tattica del suo «leader», Cunhal; si chiede se non ci sia il disegno di una «via militare» al comunismo, con la complicità di un'ala radicale e «nasscriana», antiparlamentare, del «Movimento delle forze armate». E, naturalmente, la grande alleata dell'instabilità e delle avventure è la crisi economica, la tensione sociale, la somma sconvolgente dei problemi concreti che il Portogallo si ritrova, dopo mezzo secolo di stagnazione reazionaria e d'isolamento dal mondo moderno. Perciò, Soares chiede l'appoggio costruttivo degli Stati Uniti e la solidarietà dell'Europa, come garanzie del recupero democratico portoghese. Queste garanzie non dovrebbero mancare; ma quella europea, che è sicura, è purtroppo platonica, mentre quella americana, che è in ogni senso la più importante, la si vorrebbe meno incerta. Se davvero è preoccupato della stabilità democratica di una parte dei paesi europei, Kissinger non dovrebbe risparmiare la comprensione dell'America agli uomini come Soarcs e all'ipotesi di sviluppo civile che essi rappresentano. Aldo Rizzo
Luoghi citati: America, Europa, Lisbona, Portogallo, Stati Uniti
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