Legge contro i terroristi in Argentina (ieri assassinato il fratello di Frondizi)

Legge contro i terroristi in Argentina (ieri assassinato il fratello di Frondizi) Il governo di Isabelita Peron dà battaglia alle azioni dei guerriglieri Legge contro i terroristi in Argentina (ieri assassinato il fratello di Frondizi) (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires, 28 settembre. Sotto il peso dell'assassinio politico elevato ormai a sistema (ieri è stato ucciso da terroristi di destra il fratello dell'ex presidente Frondizi) il governo si mobilita per combattere la guerriglia dell'ultrasinistra. Il Congresso ha approvato mia legge «antisovversiva» che ha suscitato non poche perplessità e opposizioni anche tra i parlamentari della maggioranza. Le forze armate si dichiarano pronte «a piombare sui nemici dell'ordine e liquidarli». «Saremo inflessibili», conferma la presidentessa della Repubblica, Maria Estela Martinez de Peron. Se l'obiettivo immediato dell'opposizione armata era quello di costringere lo Stato alla lotta aperta, ebbene lo ha ottenuto. L'assassinio di due ufficiali, il colonnello Jorge Oscar Grassi, a Cordova, e il capitano Luis Brizic, a Rosario, numerosi altri attentati che solo casualmente non hanno provocato altre vittime tra le file militari, hanno liberato reazioni durante lungo tempo volontariamente represse. Il go¬ verno argentino era interessato a non compromettere la immagine esterna del Paese, per evitare ulteriori riflessi negativi nell'economia degli investimenti. Le forze armate, prive al proprio interno di riferimenti assolutamente unificanti, non sono riuscite a guadagnarsi l'opinione pubblica nei sette anni di governi militari imposti senza successo uno dopo l'altro, fino al marzo 1973. La guerriglia, l'«Ejercito revolucionario del Pueblo» (Erp) in primo luogo ha puntato all'accelerazione dei tempi. Convinta dell'inevitabilità dello scontro totale con l'apparato dello Stato, ritiene che concedere tempo al nemico significherebbe soltanto tro- vaiselo poi di fronte meglio organizzato e in una situazione generale ad esso meno sfavorevole del presente. Le incertezze determinate in molti settori dallo stato dell'economia, i diffusi conflitti sindacali, la frattura apertasi tra governo e masse studentesche, fanno ritenere ai teorici della lotta armata di poter contare su alcuni vantaggi di partenza. C'è da intendere che per l'Erp si tratti di una valutazione che al massimo determina un aggiustamento tattico in una strategia di lunghissimo periodo, concepita sulla base di un esame strutturale della società argentina. L'organizzazione diretta da Mario Santucho pensa in termini di guerra rivoluzionaria internazionale e ne misura i tempi in lustri. Più che sulla Sierra Maestra cubana e in Fidel Castro, il suo esempio sembra cercarlo nelle risaie indocinesi, in Ho Chi-Minh e nel «Che» Guevara dei «molti Vietnam». E' l'idea del partito militarizzato. Ha invece influito evidentemente sulla decisione dei «Montoneros» e di tutta la si- nistra peronista dì rientrare nella clandestinità e riprendere la lotta armata, l'attacco incessante ed ora intensificato del terrorismo di estrema destra. Se i «Montos» non hanno mai abbandonato l'idea di una definitiva «liberazione nazionale» conquistata con te armi in pugno, è altrettanto evidente che subito dopo l'elezione del presidente Campora hanno creduto nella possibilità di una tappa intermedia, nella quale portare avanti il confronto nel rispetto delle regole di una «democrazia borghese». La radicalizzazione delle forze al potere e le contraddizioni ideologiche interne al gruppo guerrigliero, generate dalla sua recente formazione e dalla eterogeneità delle origini, hanno disfatto il progetto. Malgrado le agitazioni operaie che scuotono il Paese, sono le «avanguardie» a scegliere e portare avanti lo scontro frontale con il sistema al potere. Le grandi masse sembrano assistere, talvolta attonite, ad una lotta la cui sanguinosa brutalità non conosce precedenti nella storia recente dell'Argentina. Nella classe media, che nella capitale rappresenta il fattore dominante della popolazione, va generandosi un'ondata di paura per l'indiscriminato terrorismo dei gruppi di estrema destra. Sono decine i personaggi del teatro, della cultura, dell'arte dei quali si sa che stanno abbandonando il Paese. Tutti si sentono minacciati e spesso lo sono. L'ex rettore della università di Buenos Aires, Raul Laguzzi, che nei giorni scorsi ha perduto il figlioletto di quattro mesi in un attentato, ha chiesto asilo politico all'ambasciala messicana dove si è rifugiato con la moglie. La stessa strada aveva seguito prima di lui il professor Rodolfo Puigross, filosofo e storico assai noto. «Ma non possiamo andarce¬ ne tutti e lasciare il Paese ai nemici della patria», ha commentato ieri un deputato della sinistra radicale, che si è battuto con una nutrita schiera di compagni di partito contro la legge «antisovversiva» che dì fatto modifica il codice penale. Radicali, comunisti, socialcristiani hanno criticato la legge, affermando die limita la libertà di stampa e il diritto di sciopero. Vari parlamentari dell'opposizione saranno presenti ai funerali del professor Silvio Frondizi, l'avvocato ed esponente marxista fratello dell'ex presidente della Repubblica Arturo, sequestrato ed ucciso ieri dallo «squadrone della morte». «Rinnoveremo allora il nostro appello al governo perché ponga fuori legge i gruppi armati della destra e protegga la legalità», hanno annuncia- Livio Zanotti Silvio Frondizi

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