Un ironico Sellani pianista "in grigio,,

Un ironico Sellani pianista "in grigio,, Un ironico Sellani pianista "in grigio,, - Jazz a confronto • Sellani, Horo. L. 4700. Renato (m.d.a.) Presente, quasi in «sordina», nei maggiori festival di jazz italiani a (Pescara con Basso, De Piscopo e Goja accompagnò Jerry Mulllgan) Renato Sellani, pianista, è uno tra i più seri professionisti Italiani. Lo sguardo ironico alla Clark Gable, una ricercatezza • classica » nel vestire fanno di Sellani un personaggio in grigio, la cui vera natura di robusto musicista ricco di idee e in grado di realizzarle tutte, esplo de nei rari momenti in cui con cede un assolo, Sellani, il 7 marzo di quest'an- no, ha inciso un disco finalmente dedicato a se stesso. La registrazione, effettuata negli studi Titania di Roma, non è tecnicamente delle migliori (fruscii ed imperfezioni non mancano); tuttavia i dieci brani presentati costituiscono un ottimo documento sull'opera di questo bravo & assai schivo pianista. Renato Sellani non ha scoperto vie nuove al jazz, né ha la pretesa di farlo. Si limita, con una tecnica raffinata e un profondo rispetto del « bop », a elaborare temi (la maggior parte dei quali egli stesso ha composto, Autoritratto, Sembrerebbe quasi festa, Portrait of July, Inquieto, Patetico), trasferendo in essi la sua colta passione per II jazz. Ne nascono « pezzi » piacevolissimi da ascoltare, sufficientemente « leggeri » perché un gran pubblico vi si possa accostare e insieme assai » caldi ». Accompagnano il pianista Gianni Basso al sax tenore (che interviene in tre brani), Bruno Tommaso al contrabbasso e Bruno Niriaco alla batteria. Il disco fa parte della serie « Jazz a confronto », giunta alla nona pubblicazione. Le precedenti incisioni sono dedicate a Irio De Paula, Marcello Rosa, Gianni Basso, Frank Rosolino, Giancarlo Schìaffinl, Giancarlo Barlgozzi, Martin Joseph, Mario Schiano, Giorgio Gaslini. ★ * SHELLY MANNE: « Outside », stereo (d'importazione) Contemporary americano S7624. L. 5200. (f. m.) Celebre durante gli Anni Cinquanta, sovrastante addirittura, Manne è oggi, a 54 anni, un batterista interessantissimo. Musicale lo è sempre stato; duLtile e sensibile, pure. Gli mancavano una certa grinta, una certa volontà di fare le cose pur di farle, magari sbagliando. Ecco che cosa irritava in Shelly: l'asepsi delle sue esecuzioni. Sembrava che non improvvisasse mai. Anche i suoi « soli » parevano eseguiti attraverso meditate trascrizioni. Oggi Manne ha capito tutto. La maturità e la saggezza lo hanno condotto sul terreno del rischio. E qui lui si trova benissimo, alla sua età. Da tale situazione nascono ut nuovo « drummer » (stupendo) ed un • leader » (illuminato) che conduce i suoi uomini (Gary Barone e Junir Booth, fra gli altri) sul terreno della contemporaneità, traendo gustosissime note che sottintendono l'accurato ascolto di Miles Davis e di Horace Silver. Hanno collaborato: Massimo Mila, Lino Vetere, Giorgio Pestelli, Riccardo Landau, Mario De Angelis, Franco Mondini.

Luoghi citati: Pescara, Roma