Bonnrifiuta l'aumento dei prezzi agricoli di Tito Sansa

Bonnrifiuta l'aumento dei prezzi agricoli Una sorprendente e grave decisione del governo federale tedesco Bonnrifiuta l'aumento dei prezzi agricoli La decisione del rincaro, in sede comunitaria, era stata approvata anche dal ministro Erti - Il rifiuto crea problemi alla Comunità (Dal nostro corrispondente) Bonn, 25 settembre. 11 governo di Bonn ha detto no all'aumento del 5 per cento dei prezzi agricoli deciso all'alba di venerdì a Bruxelles e accettato (sia pure sotto condizione) anche dal ministro tedesco dell'Agricoltura, il liberale Josef Erti. Ciò ha suscitato una sorpresa enorme. Perfino per lo stesso portavoce del governo, Armin Gruenewald, che lo ha annunciato personalmente durante una conferenza stampa di « routine » (con l'« embargo » di un'ora, per « riguardo » verso gli altri otto membri della Comunità europea, aftinché essi venissero informati dalle telescriventi del ministero degli Esteri e non dai «flashes» delle agenzie). Il gran rifiuto è stato deciso dal governo, presieduto dal cancelliere Helmut Schmidt, in assenza del ministro degli Esteri Hans Dietrich Genscher (a New York per l'assemblea generale delle Nazioni Unite), dopo una discus¬ sione « animata » di circa due ore. Non vi è stata votazione, per cui non si sa come ha reagito il ministro Erti, il quale a Bruxelles aveva ceduto alle pressioni degli altri ministri comunitari, dopo essersi consultato più volte nel corso delia notte con Helmut Schmidt, cioè praticamente con il suo benestare. Corre tuttavia voce che Erti abbia ii.tenzione di dimettersi, dopo essersi consultato con il capo del suo partito, l'assente Genscher, quando questi ritornerà da New York. Dal comunicato ufficiale letto da Gruenewald ai giornalisti — lungo una cartella e mezzo e articolato in cinque punti — si rileva: 1) un «grazie» a Erti; 2) attenzione di Bonn per l'ulteriore evoluzione della politica agricola comune; 3) l'accettazione del consiglio, dato il 6 settembre dalla commissione, di aumentare del 4 per cento i prezzi del latte e derivati « nonostante gravi riserve, in considerazione delle eccedenze » e « a con- dizione che questi aumenti vengano calcolati nei nuovi negoziati per i prezzi »; 4) il rifiuto «al momento attuale » della decisione del 20 bettembre; 5) ia necessità di ulteriori negoziati. Al punto 4 vengono spiegati i motivi per cui il governo tedesco non approva le decisioni prese il 20 settembre dal consiglio dei ministri dell'Agricoltura a Bruxelles: « Il governo federale può prendere una decisione in merito soltanto quando saranno state presentate soddisfacenti spiegazioni da parte degli stati membri, che essi si impegnino a smantellare misure nazionali contrarie ai trattati, le quali falsificano la concorrenza all'interno del Mec». In sostanza, nel respingere aumenti del 5 per cento (dopo avere approvato, sia pure I a malincuore, quelli del 4 '■ per cento ) il governo di Bonn j pone agli alleati tre condizioni: l'abolizione delle misure nazionali di altri Paesi (il portavoce si è rifiutato di dire quali e quanti siano questi Paesi), il raggiungimento di risultati soddisfacenti nei prossimi negoziati, un approfondito « inventario » della situazione sul mercato agricolo europeo. Bonn ritiene necessaria la continuazione di trattative in sede di consiglio dei ministri e si riserva di presentare proposte «sulla base dei trattati di Roma». Neil'esporre la sorprendente decisione odierna, il portavoce Gruenewald (che ancora l'altro ieri aveva dato per scontata l'approvazione degli accordi di Bruxelles) ha detto che la Germania Federale si considera « esente da qualsiasi colpa », è l'unico Paese che si attiene allo spirito e alla lettera dei trattati comunitari, desidera che anche gli altri facciano altrettanto. In quanto alle diverse valutazioni fatte a Bonn e a Bruxelles (in sede di commissione) sulle conseguenze che gli aumenti del 5 per cento avrebbero sul costo della vita, Gruenewald si è rifiutato di prendere posizione, Aria di combattimento spira già più che a sufficienza. La reazione dei contadini tedeschi (i quali avevano protestato per le strade, chiedendo aumenti dell'8 per cento, come negli altri Paesi della Comunità) è stata indignata. Un portavoce della lega degli agricoltori ha definito il « no » del governo « pericoloso e privo di sensibilità politica », e « un atto di irresponsabilità il voler stabilire un esempio a spese dei contadini ». L'esperto di agricoltura del partito democristiano, Burkhard Ritz, ha detto che la Germania Federale « fa una politica unilaterale di stabilità sulle spalle dei contadini » aggiungendo che « in una normale democrazia un ministro come Erti avrebbe dato le proprie dimissioni ». Tito Sansa

Persone citate: Armin Gruenewald, Burkhard Ritz, Hans Dietrich, Helmut Schmidt, Josef Erti