Sindacati: subito il negoziato con governo e Confindustria

Sindacati: subito il negoziato con governo e Confindustria Conferenza-stampa sulla strategia d'autunno Sindacati: subito il negoziato con governo e Confindustria Un ritardo, dicono Cgil, Cisl e Uil, "potrebbe aggravare la situazione con sviluppi non controllabili" - La nuova "scala mobile", le tariffe pubbliche, le pensioni - Imbarazzo di fronte alla "disubbidienza civile" I dirigenti sindacali intendono aprire, con la massima rapidità, le trattative con il governo e con gli imprenditori privati e pubblici. «Questa sera stessa — ha annunciato \ oggi il segretario generale del \ ia cgil, Luciano Lama — seri- (Dal nostro inviato speciale) Roma, 25 settembre, veremo le lettere ai vari enti)). I destinatari saranno la Confindustria, l'Intersind e la Confcommercio per le rivendicazioni riguardanti la contingenza, la garanzia del salario e l'orario annuo (cioè il problema delle festività, dei , ponti ed anche delle ferie sca glionate). Per la Confagricol tura ed i dipendenti pubblici (statali, parastatali, comunali, eccetera) le lettere per avviare trattative subiranno for- ; se un lieve ritardo di qualche i giorno. Altre richieste di in- contri immediati saranno ri volte ai vari ministri: ministero dell'Industria per i prezzi e le tariffe dei servizi pubblici e dell'elettricità (forse sarà coinvolto anche il Cip); ministero del Lavoro per le pensioni, eccetera. «La rapidità — ha spiegato Lama — fa parte degli impegni che abbiamo assunto nel direttivo federale conclusosi ieri. Se le cose restassero ferme per troppo tempo la situazione potrebbe aggravarsi con sviluppi del movimento non controllabili. In una prima fase escluderei azioni di carattere generale (cioè scioperi generali contro il governo n.d.r.). Però, se le resistenze saranno troppo dure, che cosa dovremmo fare, se non ricorrere all'azione sindacale? Noi siamo disposti a discutere ed a graduare le nostre richieste, non a recedere». Queste dichiarazioni Lama le ha fatte nel corso della conferenza-stampa che si è svolta oggi presso la sede della stampa estera con l'intervento anche dei segretari generali della Cisl e della Uil: Bruno Storti e Raffele Vanni. Lo scopo dell'incontro era di commentare, illustrare e approfondire le decisioni prese dal direttivo federale (che unisce Cgil, Cisl, Uil). I tre leaders del movimento sindacale italiano hanno risposto a tutte le domande irritandosi parecchio solo quando è stato affrontato il tema della «disobbedienza civile» (cioè il movimento, sorto a Torino ed a Milano, di lavoratori che non pagano che in parte le bollette della luce o i biglietti dei trasporti pubblici). Al giornalista (italiano) che aveva posto la questione, Lama, ha risposto in modo duro, sarcastico (con toni persino inconsueti): «In un Paese dove ci sono migliaia di abitazioni abusive costruite dagli speculatori e dove coloro che disubbidiscono alle leggi sono tanti e non sono generalmente perseguiti, ci troviamo di fronte a gente che vede il prezzo del biglietto dell'autobus aumentato e le tariffe dell'elettricità cresciute del 70 per cento per l'SO per cento delle famiglie. E' mistificatorio limitarsi ad esprimere delle opinioni sui metodi di lotta e sottrarsi a un giudizio di merito sulle ragioni della lotta». Lama ha polemizzato a lungo astenendosi, però, dall'esprimere un giudizio e tanto meno delle riserve sulla «disobbedienza civile». Nelle sue parole traspariva tuttavia una viva preoccupazione. Egli, infatti, ha sottolineato che il movimento sindacale «ha ri¬ chiesto al ministro dell'Industria di discutere subito le tariffe elettriche e di discutere subito in sede locale anche le tariffe pubbliche». Sulla «disobbedienza civile» Vanni, della Uil, è stato sibillino. Egli ha sottolineato, ancor più di Lama, la fretta con la quale si è chiesto un incontro al ministero dell'Industria per le tariffe elettriche. Nel ribadire che questa è stata l'unica decisione presa dalla Federazione Cgil . Cisl - Uil, Vanni forse voleva anche ren. dere evidente che la «disobbedienza civile» non è stata condannata, ma nemmeno approvata dal sindacato. Storti, della Cisl, se l'è cavata affrontando il tema, sotto l'aspetto filosofico: «In un Paese democratico la disobbedienza civile è assolutamente da respingere; in un Paese totalitario è comprensibile». Poi Storti ha contestato che le proteste di Torino e Milano siano «disobbedienza civile». A suo giudizio più che la decisione di non pagare «c'è la impossibilità di pagare». I giornalisti esteri hanno rivolto ai tre leaders sindacali, definiti «la Trinità», parec- Sergio Devecchi (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Persone citate: Bruno Storti, Lama, Luciano Lama, Raffele Vanni, Sergio Devecchi, Storti

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino