Una catena di problemi di Vittorio Zucconi

Una catena di problemi Una catena di problemi (Dal nostro corrispondente) Washington, 25 settembre. Sul grande prato davanti alla Casa Bianca, in una mattina tersa, comincia l'incontro ufficiale fra i presidenti degli Stati Uniti e della Repubblica italiana. Sembra una festa, fra ottoni e scolaretti, ed è invece un incontro difficile, di duri scambi, di problemi tremendi. Li annunciano subito, Gerald Ford e Giovanni Leone, nei discorsi di benvenuto e di salato: inflazione, crisi della Nato, difficoltà economiche internazionali, problemi politici interni. Crisi globale, dicono tanto Leone che Ford, alla quale si devono cercare soluzioni globali. Parla per primo il presidente americano, come vuole il protocollo e il suo discorso, pur attenuato, lascia intravedere facilmente quali sono le ragioni, le richieste, le attese americane per questa visita del presidente italiano. « L'Italia, uno dei nostri più fedeli amici » dice Ford, aggiungendo di attendersi da noi, con la solidarietà dell'America « un continuo impegno per uno stabile, libero, democratico paese ». Dunque, come si attendeva, Washington guarda con preoccupazione alla crisi italiana, a talune ipote si politiche, al contesto di grave malessere economico nel quale esse fioriscono. «Il mondo è investito da problemi tanto enormi da apparire quasi insolubili » aggiunge Ford per attenuare la sensazione di giudicare l'Italia come il solo, o il più grave «malato economico dell'Occidente», e per questo «dobbiamo ricordare che non esistono soluzioni unilaterali ». Quale dunque è la via d'uscita? «La cooperazione atlantica », il negoziato globale che porti a tagliare alla radice i problemi dell'inflazione e dell'« accesso alle risorse » (il petrolio), il rafforzamento della « solidarietà italo-americana ». E' un invito ad affidarci al potente amico per uscire dai nostri guai, questo, o una sincera offerta di collaborazione senza « secondi fini » (ad esempio, la promessa di escludere i comunisti)? Una risposta è, ancora, prematura: certa appare la volontà americana di darci una mano, mentre sulle «contropartite» potremmo fare soltanto illazioni. Dati più. concreti verranno con ì colloqui politici ed economici delle prossime ore. La risposta di Leone è stata eloquente, ma sfumata. Il presidente (citiamo dagli appunti, poiché due ore dopo il discorso ancora non era disponibile il testo ufficiale) ha concordato in pieno sulla « comune dedizione dei due Paesi ai principi della demo- crazia », allo « spirito di cooperazione e distensione necessario per affrontare i problemi », ha ricordato il contributo dato da Usa e Italia, insieme con altri Paesi, alla costruzione della Nato e al suo concepimento come stru- mento di pace; ma ha aggiun- to una nota peculiare sulle responsabilità europee dell'Italia « impegnata con costanza e fermezza sulla via della costruzione dell'Europa». Cenno rilevante, poiché fatto dal ; primo capo di Stato europeo in visita ufficiale a Washin- gton, poiché sembra voler ri- Vittorio Zucconi (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Gerald Ford, Giovanni Leone

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Stati Uniti, Usa, Washington