Un altro "lord" esce dal partito laborista di Mario Ciriello

Un altro "lord" esce dal partito laborista La campagna elettorale inglese Un altro "lord" esce dal partito laborista (Dal nostro corrispondente) Londra. 24 settembre. Un secondo lord laborista sembra aver dato le dimissioni dal partito per abbracciare la causa liberale. Il suo nome sarà reso noto domani. La prima defezione è stata quella di lord Chalfont, 'ex giornalista Alun GwynneJones, ministro per il disarmo durante il primo governo Wilson. Nei mesi passati, anche il deputato Christopher Mayhew aveva lasciato l Labour Party e si batte adesso a Bath come candidato liberale. Sono perdite significative, perché tutti questi uomini vorrebbero un laborismo meno influenzato dalla sinistra e più europeista, ma che non sembrano nuocere al partito nella battaglia elettorale. Né Mayhew né Chalfont erano « nomi grossi », e neppure il nuovo dimissionario lo sarebbe. Per qualche ora nel pomeriggio, si è indicato in lord George Brown il misterioso personaggio l'ex ministro degli Esteri ha smentito le voci. « Vero è che considero assurdo e pericoloso il progetto di un referendum sulla partecipazione inglese alla Cee. E' un'iniziativa disastrosa per una nazione fiera della sua democrazia parlamentare. Ma non ho alcuna intenzione di uscire dal partito, che mi ha sempre lasciato libero di manifestare le mie idee ». Una smentita è giunta pure da lord Kennet, un ex sottosegretario. Alla sua conferenza stampa, Harold Wilson ha ammesso che vi possono essere degli « insoddisfatti ». Poi, sarcasticamente, ha aggiunto: « Forse, più che di insoddisfatti bisognerebbe parlare di delusi ma }J"'partito*laborista "ha" circa tredici milioni di sostenitori ed è molto difficile per me sistemarli tutti nel mio governo. Vi sono persone che hanno avuto tiri incarico e pensano che avrebbero dovuto averne uno più importante: e ve ne sono altre che, non avendo mai avuto un posto, ne vorrebbero uno qualunque. Di tanto in tanto, uno di costoro ci lascia ». Ieri, nella sua risposta a Chalfont, Wilson aveva detto: « La tua decisione non 7ni sorprende, ma mi sorprende il fatto che tu abbia atteso 1S mesi prima di scrivermi ». Il premier resterà a Londra per quasi tutta la campagna elettorale (si voterà il dieci ottobre), presentandosi quotidianamente alla stampa na zionale e internazionale affian- cato da un ministro. Il tory Edward Heath parlerà invece in diverse città, e il liberale Jeremy Thorpe dirigerà le operazioni dal suo collegio nel Devon. Wilson ha dovuto rispondere oggi alle domande suscitate dalle ottimistiche dichiarazioni fatte ieri dal Cancelliere dello Scacchiere Denis Healey, secondo il quale tories e liberali « esagerano l'inflazione ». A suo parere, non sarebbe del 18 o del 20 per cento, ma soltanto dell'8,4. Una rivelazione sbalorditiva. Come è giunto Healey a questa cifra? Ha preso i tre mesi migliori, tra giugno e luglio, e ha proiettato il tasso d'inflazione su base annua. Statisticamente l'indicazione è corretta, ma non tiene conto dei mesi brutti, quelli che stanno avvicinando l'inflazione al 20 per cento. Harold Wilson non ha tuttavia negato che la marcia dei prezzi stia creando drammatiche difficoltà per le famiglie e le industrie, e ha detto: « Il pericolo maggiore è adesso costituito dagli aumenti salariali. Le pressioni internazionali stanno caland.o; i prezzi mondiali hanno forse raggiunto l'acme; è la domanda interna che bisogna frenare. In altre parole, i fattori endogeni preoccupano più di quelli esogeni ». Mario Ciriello Harold Wilson

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