Il padre del bambino rapito "Non sono ricco come dite" di Remo Lugli

Il padre del bambino rapito "Non sono ricco come dite" Mentre prosegue il silenzio dei banditi Il padre del bambino rapito "Non sono ricco come dite" L'uomo, presidente dell'Opera valorizzazione Sila e dell'Associazione industriali del legno, ha chiesto che vengano sospese le indagini (Dal nostro inviato speciale) Cosenza, 24 settembre. Come ormai puntualmente avviene in queste vicende di rapimenti e come ieri paventava un ufficiale dei carabinieri, il dottor Leonardo Cribari, papà di Francesco, il ragazzo rapito venerdì sera nella villa paterna a San Giovanni in Fiore, sulla Sila, oggi ha consegnato ai giornalisti un foglietto con poche righe. Vi si dice che la famiglia «chiede la sospensione delle indagini all'umano e comprensibile Zi j ne di sollecitamente ricevere tranquillanti assicurazioni sull'amato figliolo e per non esporlo ad ulteriori sofferenze anche in considerazione della sua tenera età». Dice papà Cribari allungandoci il foglietto, nel suo uffi' ciò di via Roma, un moderno palazzo nel quale c'è anche l'abitazione della famiglia: «Cercate di capirmi: ho bisogno di avere notizie del bambino. Per questo ho mandato una persona dal procuratore della Repubblica per pregarlo di far sospendere le indagini». ! Nell'ufficio di Cribari ci so! no una scrivania, un divano 1 '800, due poltrone e, nel mezj zo, un tavolinetto. Su questo ■c'è un grosso posacenere pie| no di mozziconi. Qui devono aver passato la notte parecchie persone, fumando e discutendo sul da farsi. Stamattina abbiamo fatto al dottor Cribari una prima visita. Ha lasciato il salottino nel quale si trovava per venirci a parlare, in piedi, affrettatamente. «Cercate di capirmi e di scusarmi: ora non posso parlare perché non so come fare per togliermi dall'incertezza. Ho bisogno di meditare. Eccoci dunque all'ora indicata nuovamente nell'ufficio di Cribari. Ci riceve lui stesso, affiancato dal suo segretario che ci consegna il foglietto con la richiesta. «Scusate, capisco il vostro mestiere, ma io devo comportarmi così». Entra sua sorella, Maria Cribari, 38 anni, che venerdì sera si trovava nella villa e che ha subito, con gli altri parenti, l'aggressione. «Certi giornali — dice — hanno parlato di una fortuna dovuta all'attività di mio fratello come industriale del legno. Che errore!». Interviene lui, Cribari: «Effettivamente io non sono proprietario delle industrie del legno, anche se ciò è stato in passato. E poi si è posto troppo accento sulla mia presunta enorme ricchezza. Quanto si sbaglia!». Che cosa significa questa richiesta di cessazione delle indagini? «Ma è chiaro — c'è chi afferma —: sfa ad indicare che c'è già stato un aggancio tra i banditi e la famiglia e sono iniziate le trattative». ! C'è anche, però, chi è di pare ì re contrario: «E' un appello I che invita i rapitori e farsi vi- vi e comunica loro la buona disponibilità della famiglia». L'esperienza che deriva dai venticinque rapimenti avvenuti in Calabria dal '70 in poi dà ragione sia agli uni che agli altri. Non è quindi possibile dire con una certa approssimazione che le trattative si sono avviate oppure che i banditi non si sono ancora fatti vivi. Entrambe le ipotesi sono verosimili. Chi conosce bene il dottor Cribari, presidente dell'Opera valorizzazione Sila e presidente dell'Associazione industriali del legno, uomo di larghe conoscenze nel campo economico e politico (è della de), dice che sicuramente don Cribari ha mosso le pedine giuste per arrivare all'aggancio con i banditi. Qui non è come al Nord: la richiesta dei rapitori alla famiglia ben difficilmente arriverà attraverso il telefono. Si farà vivo qualcuno, ultimo anello-portavoce di una lunga catena. Cosenza, si dice, non è terra di mafia, ma la mafia, che in Calabria si chiama 'n drangheta, se non è qui, è ben vicina. A Lamezia Terme e a Crotone, nell'attigua provincia di Catanzaro, prospera. Oggi sono continuate le indagini, le perquisizioni nelle case delle persone sospette e i rastrellamenti nei boschi. Nel Lamentino, ad esempio, l'elenco delle persone che in passato sono state coinvolte in sequestri di persone, è abbastanza folto di nomi: ne comprende 18 e per ognuno di questi individui si deve controllare che cosa hanno fatto nel pomeriggio di vener dì scorso. Altrettanto si deve dire per i cinque reggini che sono al confino a San Giovan ni in Fiore; potenzialmente possono aver coperto il ruolo dei basisti. Si cerca anche un giovane che nella mattinata di venerdì, alle nove, si è presentato nella villa Cribari e alla cameriera ha chiesto se c'era il dottore. Fu una visita occasionale di uno che effettivamente aveva bisogno del presidente dell'Opera Sila oppure era una avanguardia dei rapitori che cercava di studiare qualche particolare per l'a- j zlone imminente? t Remo Lugli

Persone citate: Cribari, Leonardo Cribari, Maria Cribari

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, San Giovanni In Fiore