I gioielli degli scultori

I gioielli degli scultori L'arte orafa in mostra a Firenze I gioielli degli scultori Spille, smalti e corallo nero di Gio Pomodoro e mani multiple di Cerioli (Nostro servizio particolare) Firenze, 24 settembre. In una delle blindatissime vetrine di Aurea 74, sfavilla un bracciale completamente tempestato di fuoco bianco e iridescente che si ammira per un attimo, proprio come luce ma non si arriva a desiderare: il suo prezzo d'acquisto è elevato come il premio richiesto dall'assicurazione, il suo valore d'investimento economico, indiscusso, ma questa fascia luminosa e orgogliosa non corrisponde al nostro modo di sentire il gioiello. Esso infatti ci affascina soprattutto quando, rinunciando alla solennità e alla ricchezza propria dei secoli in cui la cultura era espressione dei ceti dominanti anche nei più squisiti fatti formali, si rivela come uno brillanti. Un jdegli strumenti per partecipa- re ad un particolare mondo culturale. Arte di secoli lontani e arte di oggi coesistono alla biennale dell'arte orafa e se ne diffonde una suggestione che supera la tecnica e la piacevolezza della oreficeria. Anche gli artisti prescelti da Aurea 74 a far da guida per sentieri inesplorati ai molti artigiani del gioiello, puntano sulla collana, soprattutto sui pendenti appesi a sottili giri rotondi o quadri, d'oro o d'argento per un emblematico ornamento. Rombi di brillanti colorati in riquadri d'oro, intrecci semiconcentrici in lucido argento, oblunghi elementi in cristallo di rocca, in ebano e in avorio, nuvole d'oro biondo o pavé di diamanti, oscillano come sculture minime o si trasior! mano in spilla come nel j gioiello d'oro giallo, smalto e I corallo nero, di Gio Pomodoro. Talora ciondoli e colliers sono importanti, vistosamente aerei o compatti come un giogo e non è senza significato che proprio la donna artista ne proponga la smitizzazione come accade con la coli lana-aspide, in argento cesel- lato, di Lidia Silvestri, che cinge il collo e si incurva a circondare il seno, meglio se il busto, dice la creatrice, è nudo. Anche l'anello serpenti- j forme che le fa compagnia è tortile, lungo, paralizzante. Fra i più bei collier, quelli di Mario Cerioli, mani multiple e sdoppiate in sfoglie d'oro o iterazione sfalsata di profili. Le spille, quasi sempre in oro giallo, satinato e opaco, impiegano forme pure od astratte. Gino Cortellazzo ne frantuma la superficie ovaleggiante e inquieta, Mastroianni la conglomera in moduli dentati con occhi di pietre vive sull'oro, Antonio Bueno ac- cende di concreti fumetti mu- sicali il volto di Gorgone della sua cantante, avvolto nella capigliatura. Rari gli anelli ! "j* bellissimi, ancora di Cor¬ tellazzo e di Mastroianni, ellittici od espansi. I gioielli degli artisti con temporanei costituiscono uno stimolante avvio alle vetrine di Aurea museo, dove le fibule lavorate a sbalzo e rifinite al bulino, le collane a foglie d'oro, i pendagli, gli orecchini filigranati, le bratte dorate per decorare abiti, dell'arte etrusco, posano sul velluto nero delle vetrine a mezzaluna, accanto agli antichissimi ori precolombiani. Nell'infinita minuzia dei granulati ori etruschi, degli orecchini decorati a pulviscolo, degli spilloni con la capocchia suddivisa in tre zone, è affascinante seguire fra palmette fenicie e protomi femminili, la bellezza dfP1} animali araldici o fantastici. Leoncini e capre, chimere e galli, ippocampi e ana- trelle possono raccogliersi nel la dimensione di un anello a castone ellittico. Lucia Sollazzo

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