Gli zingari consegnano alla polizia II vero colpevole dell'assassinio di un carabiniere

Gli zingari consegnano alla polizia II vero colpevole dell'assassinio di un carabiniere Clamorosa svolta alla vigilia della sentenza di Cassazione Gli zingari consegnano alla polizia II vero colpevole dell'assassinio di un carabiniere Per l'omicidio sono in carcere (condannati in appello a Torino a 30 e 16 anni) Silvio De Colombi e Albino Jussi - Il "tribunale" dei nomadi ha braccato il cugino di quest'ultimo, Carlo Jussi, facendolo arrestare L'appuntato Vaccarella era stato ucciso a Gavi Ligure, nell'ottobre 1970, durante la cattura di un rapinatore Proprio quando la giustizia stava per concludere 11 suo corso (dopodomani sarà esaminata dalla Corte (Il Cassazione la sentenza di condanna per i presunti assassini del carabiniere Vittorio Vaccarella, ucciso in un conflitto a fuoco con 1 rapinatori nella campagna di Gavi Ligure Il 19 ottobre del 1970) il tribunale degli zingari è secso In campo Indicando in un'altra persona 11 colpevole e facendolo catturare. Quattro giorni fa i parenti dei due giovani che stanno scontando rispettivamente 30 e 16 anni di carcere hanno bloccalo quello clic, secondo loro, sarebbe il vero assassino In un accampamento di zingari jugoslavi alle porte di Latina. Qualcuno ha avvertito la polizia e mentre l'uomo, ormai braccato rifiutava di consegnarsi, è stato affrontato dagli agenti della squadra mobile comandata dal dottor Giordana. « Se mi prendono mi laccio trentanni di galera, non mi arrendo », ha urlato Carlo Jussi 29 anni, inserendo il caricatore nella pistola. Ma un brigadiere piombatogli alle spalle gli ha puntato la canna del mitra alla schiena e l'uomo ha capito che la lotta era finita ancora prima di iniziare. Per Albino Jussi, oggi ventenne, cugino del « vero » colpevole, condannato dall'assise d'appello di Torino a 16 anni e per Silvio De Colombi, 32 anni, condannato a 30 anni di reclusione, la vita ha riacquistato un significato, c'è di nuovo un futuro. Carlo Jussi, attualmente detenuto a Latina, sarà quanto prima trasferito a Torino a disposizione del magistrato. E' formalmente indiziato della feroce esecuzione del carabiniere Vittorio Vaccarella, l'appuntato che affrontò coraggiosamente i banditi incontrando la morte e lasciando moglie e quattro figli. C'è un lato grottesco nella complessa vicenda giudiziaria che ha visto nel corso di quattro anni diversi personaggi assumere scambievolmente il ruolo dell'esecutore e quello dei complici. Uno di loro, terzo imputato al processo con Albino Jussi e Silvio De Colombi, non potrà più essere pro- cessato per questo delitto. E' Bruno Lafleur, 29 anni, condannato a 27 anni dall'assise di Alessandria, però assolto per insufficienza di prove dall'assise d'appello di Torino. Il procuratore generale non ha presentato ricorso e quindi la Corte di Cassazione dopodomani non potrà in nessun caso mutare la sentenza contro di lui. Il fratello, Carlo Lafleur, rimasto in entrambi i processi al margine della vicenda giudiziaria, è attivamente ricercato dalla polizia. Nei confronti dei due assassi¬ ni in carcere Albino Jussi, difeso dall'avvocato Aldo Perla e Silvio De Colombi, difeso dall'avvocato Gianvittorio Gabri, la Corte di Cassazione ha diverse possibilità. Potrebbe annullare la sentenza oppure rinviare gli atti ad un'altra corte d'assise in attesa di ulteriori indagini. Ora la cattura di Carlo Jussi, che gli zingari indicano come l'esecutore materiale dell'omicidio del carabiniere, rende più probabile questa seconda ipotesi. Per capire la vicenda bisogna partire dalla tragica mattina di lunedi 19 ottobre del 1970. Due contadini di Gavi Ligure notano nei pressi della tenuta Mignona un'auto sospetta e avvertono la stazione dei carabinieri. Accorre l'appuntato Vittorio Vaccarella e il carabiniere Vincenzo Ursi 38 anni. I due riescono a catturare il « palo », un giovane biondo ed esile, approfittando della strada In discesa, tolgono il freno alla macchina, un'Alfa Romeo 1750. sulla quale altri due banditi avevano già caricato il bottino fatto nella villa del proprietario Gildo Ghio, e tentano di allontanarsi per poi sorprendere i complici. Sono invece i banditi che hanno la meglio. Sparano più di un caricatore contro Vaccarella che cade ferito mortalmente, liberano il compagno e vanamente Inseguiti dagli spari dell'altro carabiniere riescono a prendere il largo. Il delitto, una fredda esecuzione per chi ha osato impedire una azione banditesca, suscita enorme impressione. I carabinieri setacciano la campagna tutt'intorno verso Alessandria e verso Genova Samplerdarena. E' proprio in quest'ultima località che qualcuno ricorda di aver notato un'Alfa Romeo 1750, l'auto che si presume abbiano usato i banditi trovata abbandonata vicino a Carignano la mattina di martedì 20 ottobre. A bordo dell'auto, la notte tra sabato e domenica, prima del delitto, c'erano cinque giovani, un gruppo di zingari che era stato protagonista di una furibonda rissa in un locale di Samplerdarena, il bar Dante. Si arriva così all'identificazione dei fratelli Felice Amilcare Jussi, 33 anni, e Carlo Jussi, 29 anni e del cugino Albino Jussi, che all'epoca dei fatti ha 18 anni, del fratelli Carlo e Bruno Lafleur, rispettivamente 22 e 24 anni, di Silvio De Colombi, 22 anni, di Giovanni leardi, 28 anni e di Carlo Botto 33 anni. I personaggi si accusano a vi¬ cenda. A giudizio vengono rinviati Silvio De Colombi, Bruno Lafleur e Albino Jussi. La corte d'assise di Alessandria il 9 febbraio del 1973 li condanna rispettivamente a 30, 27 e 16 anni di reclusione. Vengono anche condannati il fratello Carlo Lafleur a 3 anni e 8 mesi per rapina e furti, sua moglie Margherita Garzagli!, a 2 anni per ricettazione e furto e Anna Marie Brunello, 26 anni, la moglie separata di un altro presunto rapinatore, Cardino, nella cui abitazione vennero arrestati i fratelli Lafleur. in corso Sempione 216 a Torino. Il « caso » sembra risolto. Ma nel clan degli zingari c'è chi sa la verità. Al processo d'appello Silvio De Colombi e Albino Jussi accusano Bruno Lafleur che è latitante. La corte non dà loro credito. Appare logico che ci si scagli contro un complice ricercato. Per I parenti dei due presunti colpevoli c'è soltanto una strada, quella indicata loro dagli avvocati Gabri e Perla: assicurare alla giustizia il « vero » assassino e indicare i loro complici. Carlo Jussi viene braccato in tutta Italia e finalmente individuato in un accampamento di zingari jugoslavi a Latina. Poi la drammatica cattura. L'assassino si rifiuta di ammettere la propria colpevolezza, ma la polizia è sicura del fatto suo, ha raccolto prove schiaccianti contro di lui. Ora molto lavoro resta da compiere, soprattutto per il magistrato, al fine di arrivare alla conclusione della nuova istruttoria. Secondo il tribunale degli zingari, però, non restano dubbi: i colpevoli sono Carlo Jussi, colui che materialmente sparò a Vaccarella e i fratelli Lafleur nella veste dì empiici. La vedova e tre figli del carabiniere ucciso in un agguato - Carlo lussi è l'assassino?