Murialdi presidente della Federstampa

Murialdi presidente della Federstampa Chiuso il congresso di Rimini Murialdi presidente della Federstampa Ceschia confermato segretario nazionale - Successo della corrente di "Rinnovamento" - Una protesta dell'Associazione stampa romana (Dal nostro inviato speciale) Rimini, 23 settembre. Paolo Murialdi, un giornalista-scrittore che militò nella Resistenza, è il nuovo presidente della Federazione della Stampa. La sua elezione è stata proclamata questa mattina, all'alba, al termine di una movimentata seduta che ha concluso il XIV Congresso del sindacato unitario, cui aderiscono 13 mila giornalisti italiani, confermando il successo riportato dalla corrente di maggioranza «rinnovamento sindacale». La lista ha infatti aumentato di quattro seggi la propria presenza in seno al Consiglio nazionale della Federstampa, composto da 72 membri, ed ha ottenuto la riconferma di Luciano Ceschia a segretario nazionale della Giunta esecutiva, l'organo direttivo della Fnsi. Murialdi, scapolo, laureato in giurisprudenza, genovese, 55 anni, succede ad Adriano Falvo, rimasto in carica 4 anni. Partigiano nelle brigate che combatterono nell'Oltrepò pavese, è stato caporedattore del Giorno dalla fondazione del giornale, nel 1956, sino al dicembre scorso. Uno dei fondatori del Club Turati di Milano, non è iscritto ad alcun partito e l'anno scorso ha pubblicato il libro La stampa italiana dal 1943 al 1H72. Murialdi è stato eletto con uno scarto di sei voti (129 sì e 123 no) nei confronti del candidato di opposizione, il siciliano Orlando Scartata, segretario dell'Ordine dei giornalisti, da 263 delegati convenuti a Rimini in rappresentanza di 14 associazioni regionali di stampa. La sua elezione è giunta al terzo scrutinio, che richiedeva la maggioranza semplice, dopo che le due correnti non erano riuscite ad ottenere il quorum di due terzi per far «passare» il proprio candidato, rispettivamente Roberto Renzi, presidente per l'Associazione Lombarda, «portato» dalla maggioranza, e Scartata, socio dell'Ucsi, Unione cattolica stampa italiana, presieduta dall'onorevole Piccoli. Mentre la minoranza ribadiva il proprio appoggio a Scartata, i dirigenti di «rinnovamen. to» si riunivano a porte chiuse decidendo, non senza contrasti, di fare convergere i voti su Murialdi che, una volta eletto, si è subito impegnato a garantire l'autonomia e l'unità del sindacato. «Sarà nostro compito — ha detto — portare avanti le alleanze strette con i poligrafici e le altre forze democratiche del lavoro per proseguire assieme il cammino verso la riforma dell'informazione e la tutela della dignità della professione di giornalista». Successivamente, benché provata da una notte insonne e da una settimana di intensi dibattiti che avevano registrato lo scontro acceso fra i due schieramenti, l'assemblea ha approvato la convocazione immediata dei 72 eletti del Consiglio nazionale, che a sua volta ha proceduto alla formazione della giunta federale. Sono risultati eletti: Pier Giorgio Agostini (Trento), Giancarlo Carcano (Torino), Massimo Riva (Milano), Luciano Ceschia e Alessandro Curzi (Roma), Sergio Calvi (Cagliari) e Franco Chieri (Bari) per i professionisti e i pubblicisti Giovanni Bovio (Milano), Gino Falleri (Roma) e Mario Casalinuovo (Reggio Calabria). Sul procedimento per la composizione della giunta sette consiglieri deU'«Associazione stampa romana» hanno però sollevato una pregiudiziale, sostenendo che i due professionisti scelti in rappresentanza del Centro Italia non potevano essere, come era il caso di Ceschia e Curzi, quelli espressi direttamente dal congresso, ma i due designati nell'ambito della «romana». La richiesta non è stata accolta e, come informa un comunicato reso noto dal segretario dell'Associazione romana Guglielmo Moretti, i sette delegati di corrente hanno lasciato l'aula, senza partecipare alle operazioni di voto per la giunta, «in segno di protesta contro la rinnovata violazione delle norme statutarie e per sottolineare con questo gesto la gravità dell'esclusione dall'organo federale della maggiore associazione regionale della stampa». Il consiglio nazionale, preso atto della decisione della «romana», ha quindi proseguito i lavori e, alle 8 del mattino, ha confermato a Ceschia il mandato di segretario nazionale per il terzo biennio consecutivo. E' calato cosi il sipario su quella che qualcuno aveva definito «la settimana di passio ne» del giornalismo italiano, chiamato a verificare l'atteg-giamento sindacale proposto dalla maggioranza su uno de-gli aspetti fondamentali dellacrisi dell'editoria: la necessitàdi riforme che stabiliscanoprecise garanzie legislative a tutela di un'informazione libera e incontrollata. E' un discorso che si riferisce sia alle norme che dovranno regolamentare l'intervento pubblico a sostegno di testate deboli sia all'applicazione degli accordi che definiscono i rapporti fra editore, direttore e corpo redazionale. Fra le prossime scadenze della Federstampa vi è inoltre il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Fra i suoi primi atti esecutivi la giunta ha confermato Lorenzo Pozzo direttore della Federazione e ha lanciato una sottoscrizione nazionale a sostegno della Gazzetta del Popolo «invitando tutti i giornalisti italiani a devolvere una giornata di retribuzione a favore di un fondo speciale di solidarietà» del giornale che da oltre due mesi esce con la firma dei dirigenti della federazione e del comitato di autogestione creato da giornalisti e tipografi. Piero de Garzarolli