In Usa la resa dei conti di Michele Fenu

In Usa la resa dei conti La Ferrari tra sfortuna e ambizione di vittoria In Usa la resa dei conti Ancora una volta la Casa di Mai-anello non è riuscita a concretizzare la sua indiscutibile superiorità Ragazzoni: "Negli Stati Uniti vinco io" - Lauda è comprensibilmente amareggiato: "Non avevo il minimo problema, speriamo adesso che Clay batta Fittipaldi" - Per il brasiliano la lotta sarà apertissima (Dal nostro inviato speciale) Toronto, 23 settembre. « Negli Stati Uniti vinco io, così con quello lì la tacciamo Unita ». Clay Regazzoni ha uno sfogo di rabbia tra il serio e il faceto contro il sorridente Emerson Fittipaldi. • Se quest'anno — prosegue lo svizzero — avessi avuto meta della sua- fortuna, sarei campione del mondo da un pezzo ». Ed invece, purtroppo, Regazzoni questa porzione di fortuna non l'ha avuta e si trova ora alla pari del brasiliano in vetta alla classifica: 52 punti l'uno e 52 l'altro, una situazione che dovrà districarsi a Watkins Glen tra due settimane. Ancora una volta la Ferrari ed i suoi uomini non sono riusciti a concretizzare in modo completo la loro indiscutibile superiorità su ogni rivale. Lauda nel Gran Premio del Canada ha disputato una prova eccezionale. Una partenza perfetta, « bruciando » Fittipaldi, poi un ritmo indiavolato, cui il brasiliano non ha saputo reggere, infine, quando metà gara era stata superata, e il vantaggio sul pilota della McLaren si aggirava sui dieci secondi, un progressivo intelligente rallentamento. E a quel punto ecco sulla strada dell'austriaco la curva-trabocchetto, impastata dal terriccio scagliato dalla Brabham di Watson (cui si era rotta una sospensione) che nessuno aveva provveduto a segnalare. Con Lauda vincitore. Fittipaldi secondo e Regazzoni terzo, la Ferrari sarebbe andata negli Stati Uniti con animo più sereno. Regazzoni avrebbe conservato il primato (50 punti) davanti a Fittipaldi (49) e Lauda si sarebbe portato in terza posizione (47). Scheckter. ieri costretto al ritiro dal cattivo funzionamento dei freni — tallone d'Achille della Tyrrell —, sarebbe stato quarto a quota 45. In pratica, ancora quattro litiganti, ma due di Maranello per il round decisivo. Il duello, con una teorica possibilità di inserimento da parte di Scheckter, mentre Lauda è state eliminato dalla contesa, rimane invece limitato a Regazzoni e a Fittipaldi, con tutte le incognite della situazione. Pare incredibile che una stagione di Formula 1 (quindici corse tra Sud America, Africa, Europa e Nord America per un totale di 3500 chilometri) debba esser decisa alla fine da una sola prova e questo quando la Ferrari ha dominato il campionato. C'è da esserne frustrati, ed è quanto capita a Luca Montezemolo. * Abbiamo avuto una stagione con momenti difficili, come in Svezia o a Monza. La Ferrari, però, ha sempre saputo reagire, offrendo una prova di impegno e di orgoglio che ci ha permesso di recitare in ogni circuito un ruolo di primissimo piano. Dopo il Gran Premio d'Italia ci sono state accuse e critiche. La gara di Mosport dimostra che quello di Monza fu un episodio isolato. Non abbiamo mai rubato niente a nessuno, Lauda e Regazzoni hanno conquistato i loro punti da soli, non sfruttando le disgrazie altrui. Per contro, ne hanno persi moltissimi in modo assurdo. E adesso ci giochiamo il campionato in 320 chilometri, un'ora e tre quarti di gara ». Nel clan Ferrari, che si appresta a trasferirsi a Watkins Glen, a un trecento chilometri da New York, c'è un'atmosfera di rabbia pensando a quello che sarebbe potuto essere, di costernato stupore per la ricorrente fortuna di Fittipaldi, che ha fatto a Mosport una stupenda gara ma che si è trovato il successo servito su un piatto d'argento, di gioia per la bella prova offerta e per la posizione di leader che Regazzoni detiene, sia pure in coppia con il brasiliano. Un misto di sentimenti ed impressioni in cui si inseriscono Lauda e Regazzoni. L'austriaco ha il morale a terra: con Fittipaldi alle spalle non avrebbe certo potuto cedere il passo a Regazzoni e, quindi, avrebbe « dovuto » vincere il Gran Premio del Canada, rimettendosi in lizza per il titolo. «Non avevo il minimo problema — mormora Niki consolato dalla sua Mariella —, stavo rallentando, tanto avevo un vantaggio più che sulficiente su Emer-j son... Il terriccio era sparso proprio sulla normale linea di traiettoria che compivo ad ogni giro. Mi è sembrato che la macchina galleggiasse, un gran colpo con la fiancata sinistra contro II guardrail e la mia gara era finita. Come potevo aspettarmi una trappola del genere? Non un segnale, una bandiera. Speriamo adesso che Clay batta Fittipaldi ». Lo svizzero conserva il suo umore sereno. Pare quasi che si diverta. In realtà considera la situazione con filosofia. « Negli Stati Uniti — afferma — le nostre macchine dovrebbero comportarsi perlomeno come a Mosport, e mi pare che qui siano andate molto bene. Certo, a Watkins Glen bisognerà rischiare un po' di più, quel tanto che mi permetta di arrivare prima di Fittipaldi. Ho un solo rimpianto per la corsa di ieri. Al via, sono partito al momento giusto e sono riuscito ad afliancarml a Fittipaldi, che era sulla destra della pista, all'interno della curva. Avrei dovuto tener giù il piede e tuffarlo di brutto, ma ho riflettuto che c'era il pericolo di una collisione ed allora ho lasciato sfilare il brasiliano ». Regazzoni continua: « E' stata una gara difficile. La pista è stretta e i doppiati non davano il passo. Solo quelli delle Brabham, Andrew e Óonohue si toglievano di mezzo. Ho visto cose da pirati, forse siamo a fine stagione e tutti cercano di mettersi in mostra, ma dovrebbe esserci un limite. Ho guidato imprecando per tutto II tempo come un automobilista iroso. Jackie lekx, poi, mi ha combinato uno scherzo pazzesco mentre avevo il suo compagno di squadra Peterson alle spalle. Ho visto la Lotus di lekx di lontano, anda- \ va adinio, ad un tratto ha accelerato . d è sparita dietro una curva. Ho .allentato per istinto, non so perche, e, dopo la svolta, me lo sono trovato quasi fermo in mezzo alla carreggiata. Non ho tamponato il bdga per miracolo. Ma è mai possibile? ». Già, è mai possibile tutto questo accanimento? Prima del Gran I Premio del Canada era circolata la voce che le squadre britanniche erano state invitate a battersi con particolare impegno contro gli uomini della Ferrari. La Formula 1 non è soltanto un fatto sportivo, anzi. Il comportamento di certi piloti appare sospetto, anche se bisogna riconoscere che pure Fittipaldi ha avuto problemi di sorpasso. Non resta che invitare la commissione sportiva internazionale ad un'attenta presenza a Watkins Glen il 6 ottobre. « Quest'anno — conclude Regazzoni — ho vissuto tante avventure e patito tali colpi di sfortuna da essere corazzato. Non mi preoccupo: è Emerson che deve farlo. Lui deve guardarsi indietro, deve riflettere e chiedersi se la vena fortunata continuerà anche nel Gran Premio degli Stati Uniti, lo sono qui che l'aspetto ». Abbiamo parlato anche con il brasiliano. E' soddisfatto, ovviamente, dice che in America la partita tra lui e Regazzoni sarà apertissima, che ieri avrebbe voluto andare subito in testa ma che nei primi giri non è riuscito nell'impresa e che poi il sorpasso dei doppiati lo ha staccato da Lauda, afferma di non esser fortunato in modo particolare, ma solo di esser sempre pronto a cogliere le occasioni nel momento giusto, e così I via. Sarà un Gran Premio degli Stati Uniti eccezionale, una corsa paragonabile a una finale di Coppa del Mondo di calcio o ad un gronde match di pugilato. Per la Formula 1 e per l'automobilismo sportivo un avvenimento unico, una sfida che probabilmente rimarrà me- j morabile. Michele Fenu