Sindacati aspri dissensi di Giancarlo Fossi
Sindacati aspri dissensi Sindacati aspri dissensi Roma, 23 settembre. Aspri dissensi si sono manifestati questa sera al direttivo della federazione CgilCisl-Uil, convocato per definire la « piattaforma rivendicativa » e la strategia d'autunno. Vanni ha riferito sull'accordo raggiunto dalla segreteria unitaria, precisando gli obiettivi generali e particolari dell'azione che i lavoratori dovrebbero sostenere con una serie di manifestazioni di lotta «articolate per settori e per zone », non escluse iniziative di carattere generale. La sua relazione si era appena conclusa con un invito a « ribadire una politica unitaria e a dare nuovo slancio alla strategia, indipendentemente dalle diversità di opinioni che potranno anche legittimamen-1 te esprimersi nel corso del dibattito », quando quattro esponenti della minoranza della Cisl (Scalia, Tacconi, Mazzi e Jannone) hanno aobandonato la sala della riunione comunicando ai giornalisti i motivi della loro opposizione al metodo seguito dalla segreteria e alle proposte illustrate da Vanni per le vertenze con il governo e le organizzazioni degli imprenditori. Sartori, segretario generale dei braccianti Cisl, era assente dopo le dimissioni presentate sabato scorso dal direttivo unitario. Particolari categorie, come quelle dei pensionati, hanno consegnato alla presidenza del direttivo un documento di critica su alcune delle soluzioni indicate dalla relazione, mentre i dirigenti di altre categorie — soprattutto quelle di «punta» dell'industria (metalmeccanici, chimici, edili, alimentaristi) — hanno espresso nei corridoi, ma lo faranno ufficialmente domani, il loro netto dissenso sul contenuto di talune rivendicazioni, ma in specie sulla scarsa incisività della pressione sindacale. Si attendono gli interventi «duri» di Camiti, di Trentin, di Rufino, ma anche le reazioni in senso moderato dei repubblicani e dei socialdemocratici della Uil. Vanni, nella sua relazione, ha ribadito che la strategia sindacale dei prossimi giorni si articolerà su due ordini di obiettivi: il primo riguarda la difesa dell'occupazione, la politica degli investimenti, il cambiamento delle strutture economiche del Mezzogiorno; il secondo, la difesa dei redditi più deboli e la conservazione dell'attuale potere di acquisto dei salari. Non si intende privilegiare la parte salariale rispetto a quella delle riforme e degli investimenti. Bisogna, quindi, aprire al più presto una vertenza con il governo, la Confindustria e le altre organizzazioni degli imprenditori. Con il governo, oltre alla « scala mobile » per gli statali, dovranno essere affrontate le questioni più generali (investimenti, occupazione, prezzi ecc.); con la Confindustria, in aggiunta alla « scala mobile », si potrà avviare un discorso preciso sulla garanzia del salario e la contrattazione dell'orario annuale di lavoro. Si chiedono, poi, indicazioni precise per gli investimenti nei settori-chiave. Giancarlo Fossi
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