Forse meno un autunno drammatico di Emilio Pucci

Forse meno un autunno drammatico Forse meno un autunno drammatico A patto, però, ha detto il ministro del Tesoro, Colombo, che non si abbandoni la politica di rigore Roma. 23 settembre. «Le prospettive d'autunno in cui siamo ormai entrati potrebbero anche non essere cosi drammatiche come si è temuto e annunciato finora, ma a una sola condizione: che non si defletta minimamente dalla politica di rigore che ab- ' biamo definito e avviato a realizzare all'inizio dell'estate». A questa conclusione è. giunto il 'ministro del Tesoro, Colombo, dopo aver fatto un'analisi della situazione economica italiana nel discorso di chiusura alla Fiera del Levante. Elenchiamo i punti principali della sua analisi. Bilancia dei pagamenti — Presenta ancora un deficit molto grave. Tuttavia, ha riferito Colombo, dopo un passivo persistente da oltre 20 mesi, in luglio e in agosto i conti con l'estero si sono chiusi in attivo e c'è un attivo anche in questa prima parte di settembre. Tutto questo è conseguenza di molteplici fattori: una domanda interna per consumi meno sostenuta, il deposito cauzionale infruttifero sulle importazioni dello scorso maggio per alcuni prò dotti, una probabile maggiore utilizzazione delle scorte, il I rientro di capitali, un certo miglioramento negli sca'mbi. Bilancia commerciale — Negli ultimi mesi sono aumentate le nostre esportazioni, soprattutto verso i Paesi produttori di petrolio, e questo è «un dato importante perché abbiamo sempre sostenuto che dobbiamo ricercare un riequilibrio più stabile fondato sul rilancio delle nostre esportazioni: dobbiamo, cioè, esattamente rove- mi anni quando si sono svi luppati in larga misura i con sumi interni e nello stesso sciare la tendenza degli ulti- jtempo, attraverso l'inflazione dei costi, si è ridotta la capacità competitiva delle nostre imprese sui mercati esteri». Produzione e occupazione — «Al centro dei nostri sforzi quotidiani e delle nostre preoccupazioni, la produzione e l'occupazione presentano tuttora segni positivi», ma, ha ammonito il ministro, l'alto tasso di inflazione, che corrode il valore interno della lira, minaccia seriamente di porre fuori mercato la stessa nostra industria e gli altri settori di attività economica. Prezzi — Sono tra i punti più dolenti, continuando ad aumentare. Il tasso annuo di crescita ha già toccato il 20 per cento e, sebbene si intraveda qualche segno positivo (i persistenti ribassi dei prezzi delle materie prime per ora specialmente in campo internazionale), «sarebbe illusorio pensare che si siano esaurite le spinte all'inflazione o che essa possa essere vinta in breve tempo». La lotta all'inflazione resta, quindi, «il primo dovere che incombe sul governo ed è il primo interesse di ogni cittadino italiano ». Prospettive — Il ministro del Tesoro, sottolineando che è ancora troppo presto perché si possa parlare di «una, sia pur timida, inversione di tendenza», ha spiegato che le misure creditizie e fiscali recentemente adottate dal governo mirano a bloccare la spesa pubblica corrente, a sottrarre una consistente massa di denaro ai consumi, a regolare l'espansione del credito entro i limiti fissati dal Fondo monetario internazionale, cercando soprattutto di non far mancare i mezzi necessari per il finanziamento della produzione e degli investimenti. Richieste sindacali — «Occorrerà studiare e adottare, oltre alle misure già introdotte sul piano fiscale — ha detto Colombo — altre misure per finanziare con risparmio reale i deficit pubblici e trovare spazio per gli investimenti». Emilio Pucci

Luoghi citati: Roma