Chiesto un sindacato anche per la polizia

Chiesto un sindacato anche per la polizia Documento di Cgil-Cisl e Uil Chiesto un sindacato anche per la polizia Il problema è in discussione da circa un anno - Confronto con gli altri Paesi - Spiegate a Rumor le ragioni della richiesta Roma, 20 settembre. Tre innovazioni sostanziali nella rigorosa disciplina del Corpo degli agenti di pubblica sicurezza sono state chieste oggi al governo dalla Federazione Cgil-Cisl-Uil. In una lettera a Rumor, i tre segretari generali, Lama, Storti e Vanni, sollecitano: 1) l'abrogazione del divieto al personale civile e militare della pubblica sicurezza di iscriver- si ad associazioni sindacali, j anche se apolitiche; 2) l'abolizione del provvedimento legislativo, adottato nel clima di un particolare momento storico (1943), con il quale il Corpo delle guardie di pubblica sicurezza fu sottoposto, con il vincolo dell'organizzazione militare, alla giurisdizione dei tribunali militari; 3) la trasformazione del Corpo degli agenti di p. s. in servizio civile di « Corpo di polizia della Repubblica italiana » e il riconoscimento ai rappresentanti sindacali della polizia di far parte delle commissioni relative allo stato e all'avanzamento del personale. Si rivendicano anche modifiche nelle strutture e nelle competenze degli attuali organi dirigenziali, e la determinazione di orari e di adeguate indennità in rapporto a prestazioni di carattere generale. L'iniziativa era in discussione da almeno un anno, ma nelle ultime settimane si è arrivati rapidamente ad una conclusione dopo dibattiti e consutazioni. La Federazione precisa, nella lettera a Rumor, i motivi delle richieste. « Preso atto dell'avanzato stato dì disagio in cui versano ì dipendenti civili e militari della amministrazione della pubblica sicurezza — rileva la lettera — e i?i considerazióne del fatto che le istituzioni di polizia di tutti i Paesi dell'Europa Occidentale, a regime democratico, hanno una struttura concepita come servizio civile, con interne rappresentanze sindacali, la Federazione ritiene doveroso assumere concrete e sollecite iniziative a tutela dei princìpi di socialità che permeano l'istituto e. nello stesso tempo, a tutela degli interessi e dei diritti di una benemerita categoria di "lavoratori" », confortata anche dal parere di illustri costituzionalisti, studiosi di diritto e parlamentari, la Federazione esprime l'avviso che « i principi legislativi e regolamentari su cui si regge l'istituto di polizia non siano coerenti nella sostanza con le intenzioni e lo spirito della Costituzione repubblicana e siano alla origine del disagio che i dipendenti della pubblica sicurezza avvertono sia nella loro realtà umana che nell'adempimento della loro funzione e del loro distacco nei confronti della realtà sociale del Paese ». Su questi temi sarà avviato un dibattito con la partecipazione diretta dei dipendenti del settore. « Il sindacato — si afferma alla Cisl — nella polizia lo vogliono tutti, trarrne qualche retroguardia più reazionaria. So?w tutti d'accordo anche sul fatto che debba essere apclitico; alcuni lo sono in buona fede: altri nell'apoliticità cercano la copertura per oscure strumentalizzazioni che debbono mettere in guardia l'intero movimento. In ogni caso l'organizzazione sindacale delle forze di polizia si rende necessaria per dare uno sbocco democratico alle istanze della categoria e per impostare un tipo di rapporto diverso tra le forze dell'ordine e i cittadini ». Si aggiunge: « E' una premessa valida affinché le forze di polizia acquistino un ruolo che nei modi e nei fini sia conciiabìle con le esigenze della maggioranza dei cittadini. In casi diversi, si aprirebbero spazi per strumentalizzazioni di carattere eversivo ». Qual è la situazione negli altri Paesi? « L'Italia — si replica negli ambienti della stessa confederazione — è l'unico Paese del Mercato comune in cui alcuni diritti importanti non siano riconosciuti ai corpi militari. Nella giurisprudenza italiana, ad esempio, è completamente ignorata la Convenzione di San Francisco (1048) e di Ginevra (1949). ratificata con la legge 367 del 1958, dove è espressamente previsto anche per le forze armate il diritto ad organizzarsi sindacalmente e alla contrattazione collettiva ». Giancarlo Fossi Ha e i rapporti italo-americani. «La situazione economica dell'Italia è senz'altro grave — afferma Volpe — ma non certo disperata, e le difficoltà dell'Italia non sono di sicuro uniche: più o meno, lutti i Paesi industrializzati si trovano in condizioni simili ». L'ambasciatore Usa aggiunge: «Sarebbe presuntuoso da parte mia dirvi come condur- bra che vi siate già incamminati verso la strada giusta. Alcune leggi italiane già in vigore come quelle, per esempio, in materia tributaria e sull'esodo di capitali, potrebbero senz'altro dare un maggiore respiro al Paese se, però, fossero fatte osservare più efficacemente. Inoltre, l'Italia ha varato un programma di stabilizzazione e ottenuto dei prestiti per superare le difficoltà immediate: è senz'altro vii buon inizio e sarà. Quindi, opportuno procedere in questa direzione». Riferendosi alla possibilità che l'Italia possa uscire dalla crisi attraverso una sostanziale modificazione del quadro politico. Volpe dice: «Non ho mai avuto fiducia in quanti invocano nuove c drastiche cure politiche: invariabilmente sì tratta di cure che finiscotio per essere peggiori della malattia ». re -, vostri affari, ma mi sem 1 Volpe afferma, poi, che la! visita del presidente Leone j negli Stati Uniti «è una con- troprova, forse non necessa-i ria. che il nostro futuro dipende da precisi punti d'incontro con i nostri alleati e che noi americani ci siamo adoperati al massimo per renderli più frequenti con una serie di consultazioni regolari ai più alti livelli». Sull'eventuale trasferimento di basi Nato dalla Grecia all'Italia, Volpe dice: «Per quanto mi riguarda si tratta, j a dir poco, di speculazioni premature» e così prosegue: «Non è un segreto che la Nate è stata indebolita dagli eventi del Mediterraneo e non è questo un motivo di preoccupazione per l'Italia? O è soltanto un problema americano? A noi sembra che tutta la faccenda, comunque la si rigiri, riguardi direttamente lu sicurezza dell'Italia. Ma perché non ci chiediamo tutti quali sarebbero i nostri problemi se non ci fosse la Nato? Noi americani riteniamo che vn sistema di mutua difesa con gli alleati tradizionali gioca senz'altro a favore degli interessi dell'Italia. Naturalmente ciò non esclude che l'Italia possa instaurare migliori relazioni con Paesi che non 1 fanno parte dell'Alleanza atlantica». Volpe conclude affermando che, «nonostante sporadiche critiche nei confronti di alcun. singoli atti o strategie, sembra esserci in Italia un ! genuino affetto per l'America, j affetto che è senz'altro ri cambiato dagli americani ». i (Ansa)

Persone citate: Giancarlo Fossi, Lama, Rumor, Storti, Volpe