Austerità, per che cosa? di Emilio Pucci

Austerità, per che cosa? Come uscire dal "tunnel,, della crisi Austerità, per che cosa? "Consulta economica" organizzata dalla lega delle Cooperative Roma, 20 settembre. Una «consulta economica» e stata oggi organizzata dalla lega delle cooperative (oltre due milioni di soci e 8500 aziende aderenti con un volume di affari superiore ai 2 mila miliardi di lire) per un piocesso costruttivo alle misui e fiscali e creditizie recentemente adottale. «Austerità, per che cosa?» è stato il tema del dibattito e gli intervenuti — esperti politici ed economici, come Lu ciano Barca. Paolo Sylos Labini, Francesco Forte, Michele Giannotto. Paolo Leon, Aluo Pagani. Vincenzo Vitello. Pietro Armoni. Ricciotti Alitinola — riconoscendo la gì avita del momento hanno indicato diverse vie per uscire dal «tunnel» della crisi. Nel dibattito sono emerse due diverse visioni dell'attuale situazione: per alcuni studiosi la crisi è stata so pravvalutata. anche se il deficit della bilancia dei pagamenti e i pericoli di una diminuita occupazione non possono essere certamente tenuti in scarsa considerazione; per altri, a! contrario, il peggio deve uncora venire. Comunque, l'austerità come finora è stata attuata, non ha soddisfatto nessuno. ! Partendo dal presupposto del presidente della lega, I Vincenzo Galletti, che le dif; ficoltà si superano solo con ! un programma rigoroso, si è ! riconosciuto che le misure ; da prendersi devono passare attraverso la quali!icazlane j de' consumi, il pieno sfrutta, mento delle risorse di buse. I i maggior conlenimento del , deficit commerciale, il profondo risanamento delta r.pe! so pubblica, lu lotta all'èvaJ sione e la salvaguardia delj l'occupazione. 1 // responsabile dell'ufficio ■ politico del pei, Luciano Barca ha sottolineato che quel... presente, in campo motij diale, è una «crisi diversa da j tutte le altre» le cui cause | sono: il venire meno della ! protezione data al sistema da una situazione di bassi salari; il venire meno alla piotej zione data «al sistema di rapina a sottocosto delle mate[ rie prime nei Paesi sottosvii luppati »; il venire meno , (ugoslo 1971) per l'Europa occidentale della protezione er-onumica data dagli Stati I Uniti al line di «garantirsi ' una certa quantità di doj manda». Il tutto è stato aggravato ! dal generico sostegno della | domanda su un mercato «do- 1 minato da monopoli ed oli- opoli in grado di risponde; re alle sollecitazioni della domanda elevando i prezzi». La soluzione indicata dal : pei «è quella di una ripresa ; qualificata della produzione i attraverso un sostegno dato ] sulla base di poche e precise i priorità». // professor Sylos i Labini ha tenuto a sottoli neare che si sta assistendo \ attualmente a un «tentativo i deliberato di strangolare la I ripresa), come ritorsione ' contro le importanti conquiste ottenute negli ultimi un| n> dai lavoratori. Meno pessimista è apparso Francesco Forte per il i quale il nuovo modello deve \ essere caratterizzato dalla produzione: solo così si potranno utilizzare meglio j «le nostre risorse per realizi zaie quegli equilibri che viceversa il sistema economico : internazionale, con le sue rei lazioni finanziarie di mercaJ to, non è in grado di garantirci. In ogni caso è necessaI ria una trasformazione profonda nei settori dell'edilizia popolare e dei trasporti collettivi e di una finanza pub blica che eviti le spese parassitarie e combatta le evasioni fiscali». Emilio Pucci

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