Nel Gotha dei filosofi

Nel Gotha dei filosofi Nel Gotha dei filosofi La filosofia di Rudolf Carnap, a cura di Paul Arthur Schilpp, trad. di M. G. de Cristofaro Sandrini, Il Saggiatore, voli. 2, pag. X-1162, lire 20.000. L'americano Paul Arthur Schilpp deve la sua notoriclà, soprattutto, all'idea e alla realizzazione della « Biblioteca dei filosofi viventi ». iniziata oltre trent'anni fa col volume dedicato a |ohn Dewey e nella quale sono di recente comparsi i due poderosi tomi riguardanti Karl Raimund Popper. Sono finora quattordici i filosofi che hanno avuto l'onore di essere consacrati nella « Biblioteca », tutti esponenti importanti del pensiero contemporaneo; oltre ai due già ricordati: G. Santayana. A. N. Whitchead, G. E. Moore. B. Russell. E. Cassirer. K. Jaspers, A. Einstein, C. D. Broad. S. Radhakrishnan, R. Carnap. M. Bubcr, C. I. Lewis. E il Pantheon e ancora aperto anche per altri, seppur non indefinitamente, dal momento che si tratta di « filosofi viventi ». Così, alla fine degli Anni Quaranta s'era progettato un volume anche per Benedetto Croce, non realizzato poi per la sopravvenuta morte del filosofo italiano. L'originalità della formula dello Schilpp, infatti, consiste proprio ncll'unirc, in ogni volume, la « voce viva » di un filosofo di gran fama a quella degli studiosi del suo pensiero. Ciascuno di questi monumenti ad un vivente s'apre con l'autobiografia intellettuale dell'interessalo, a cui seguono i saggi critici (in genere, una ventina o più), affidati a studiosi illustri che si occupano, ognuno, di un aspetto del pensiero del filosofo. Le risposte di questo, articolate secondo le obiezioni dei suoi critici, chiudono infine l'opera. Ne risulta un quadro d'insieme della dottrina d'un pensatore che non ha forse la nettezza di tratto che si otterrebbe dall'opera monografica di un singolo autore, poiché ciascun critico muove dalla prospettiva che gli è suggerita dalla sua forma mentale e dai suoi interessi. Ma il gran pregio dell'impresa dello Schilpp è di fornire una insostituibile base documentaria per eliminare o, almeno, attenuare le « interminabili controversie che riempiono le storie della filosofia ». Non solo, infatti, il filosofo in questione è costretto dalla formula a precisare Io sviluppo del suo pensiero, ma è messo anche in grado di respingere le interpretazioni false o inadeguate di esso attraverso la replica alle obiezioni critiche. Il dialogo di cui la filosofia si nutre è arricchito e potenzialo, perché i « classici » contemporanei — diversamente da ciò che avviene per i « classici » del passato — possono partecipare al dialogo direttamente. Assai opportuna, quindi, appare la traduzione italiana, ora pubblicata, del volume dedicato al Carnap nella « Library of living philosophcrs » e comparso undici anni fa nell'edizione americana. Altri volumi, senza dubbio, meriterebbero di essere tradotti; ma questo ha una sua suggestione tutta particolare. La morte di Carnap, avvenuta nel 1970, è stata infatti sentita, nel mondo degli studi filosofici, come la scomparsa dell'ultimo rappresentante genuino di quell'orientamento neopositivistico che, a partire dagli Anni Trenta, ha avuto una parte di primo piano nel pensiero del Novecento. Oggi le violente polemiche antimetafisiche e antifìlosofiche dell'originario « Circolo di Vienna » paiono molto lontane; ma la filosofia dell'ultimo mezzo secolo ha dovuto fare i conti con esse e con il più generale orientamento «analitico» che hanno influenzato. Ecco l'attualità del volume carnapiano, quale introduzione non banale alla filosofia contemporanea. Essa consiste in primo luogo nell'incontro vivace del « neopositivista » Carnap, ad esempio, con « pragmatisti » quali Quine e Morris, con « analisti » come Aycr e Strawson, con critici dello « scientismo » come Popper, per ricordare solo qualcuno dei diciannove « critici ». Ma l'attualità e presente anche nell'autobiografia dove Carnap delinca 10 sviluppo del suo « umanismo scientifico ». Ed è significativo che il logico più grande del Novecento, che pur afferma l'indispensabilità della « progettazione razionale » in ogni campo, riconosca tuttavia infine che lo scopo ultimo di essa « è una /orma eli vita in cui 11 benessere e lo sviluppo dell'individuo, non il potere dello Stato, vengono più altamente valutati». Francesco Barone

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