Surrealismo in laguna di Giovanni Bogliolo

Surrealismo in laguna UN MESE D'ANIMATI DIBATTITI A VENEZIA Surrealismo in laguna Venezia, settembre. Anche per il Surrealismo è arrivata, ormai, la stagione degli anniversari e non c'è rivoluzione che, dalla prospettiva privilegiata dell'istanza storica, non venga fatalmente ricondotta ad un assetto logico e coerente e che, imbrigliata nella fitta rete dei segni premonitori, delle inavvertite avvisaglie, delle « cause » prossime e remote, non finisca per essere riassorbita nel tessuto dell'evoluzione umana. In genere, i cinquantanni trascorsi dalla pubblicazione del primo Manifesto sono appena sufficienti, perché si decantino naturalmente le scorie della polemica e dello scandalo e si faccia strada una pacata valutazione; ma per il Surrealismo, i tempi della storicizzazione sono stati anche più brevi e più facile è stata l'individuazione delle linee di una continuità che legava il movimento a sotterranee e profonde esigenze del pensiero e dell'arte occidentali: è bastato riflettere sul lungo elenco di padri putativi che Breton si era premurato di scoprirsi, seppure con manifesta intenzione provocatoria, nella composita tradizione che va da Dante a Jarry. Molto opportunamente perciò, in occasione di questa prima scadenza celebrativa, la Fondazione Giorgio Cini ha dedicato il suo annuale Corso Internazionale d'Alta Cultura ad una serie di verifiche su questa linea evolutiva che, dietro alle superficiali e spesso clamorose contraddittorietà delle istanze, corre appunto « Dal Romanticismo al Sur¬ realismo ». Il ventaglio molto ampio dei problemi esaminati (filosofici, letterari, politici, artistici, con la sola lacuna di quelli musicali), la disparità dei contributi di studiosi di scuole e nazionalità diverse, la stessa vastità del periodo esaminato, rendono estremamente arduo un bilancio anche provvisorio. E' d'altronde nello spirito di questi corsi che, animati da Vittore Branca, costituiscono per la cultura europea il tradizionale appuntamento di ogni settembre veneziano, l'ambizione di fornire un libero confronto di opinioni altamente specialistiche, su temi di grande rilievo culturale che poi, altrettanto liberamente, i molti giovani che vi convengono da ogni parte del mondo dibattono e riesaminano in vivaci riunioni di seminario. Destra e Sinistra Il corso di quest'anno, il sedicesimo della serie, dedica all'esame dei temi e dei problemi che si succedono dal Romanticismo al Surrealismo tre settimane dense di conferenze, che si concluderanno il 28 settembre, ma già dalle prime battute sono emerse delle convergenze abbastanza significative: se, nella sua arguta prolusione, il presidente della Fondazione Italo Siciliano ha accennato ad un « complesso angelicoluciferino in ininterrotta marcia dall'ipostasi romantica alle metastasi decadenti, simboliste e surrealiste », Gaspare Barbiellini Amidei ha rintracciato una massiccia sopravvivenza del Romantici¬ smo nelle moderne scienze umane, e Sir Isaiah Berlin ha potuto indicare nella rivolta romantica contro il mito di un mondo ideale la prima manifestazione di « molte forme contemporanee di irrazionalismo, della Destra come della Sinistra ». Sembra, dunque, di awer-1 tire, con motivazioni diverse ! e in ambiti culturali tra loro j lontani, uno sforzo comune di attenuare le impennate e le fratture della storia del pensiero per accreditare la logica di uno svolgimento 1 coerente; e questo postulato storiografico lo hanno ribadito sia Pedro Lain Entralgo, quando ha accortamente sfumato il passaggio dalla Naturphilosophie romantica alla Naturwissenschaft positivista, sia Georges Poulet, quando ha analizzato il progressivo affermarsi di una caratteristica presa di coscienza individuale da parte dello scrittore del XIX secolo. Naturalmente, in un'area di ricerca così ampia, trovano posto anche studi applicativi che non possono ricondursi in alcun modo a questa visione generale, ma hanno soprattutto il merito di suggerire inedite letture di capolavori, da quelle di Proust e Michelet, condotte con consumata finezza da Jean-Pierre Richard, a quella minuziosamente proposta da Jeannine Kohn, per le strutture di Zone di Apollinaire. Fin troppo facile sarebbe lamentare certe assenze o il modesto rilievo concesso alle letterature tedesca ed inglese, che la prevalenza di contributi dedicati alla francese e all'italiana rende an- i 1 ! j Per ora, le incursioni nel Novecento si sono limitate allo studio che Luciano An ceschi ha dedicato ai rappor ti tra l'Ermetismo e le Avan 1 guardie, quelle « storiche » e cor più mortificante, ma si tratta di scompensi sempre rintracciabili in corsi che, per loro natura, sono compositi e pluralistici e, in questo caso, si possono ritenere ampiamente ripagati dall'eccezionale livello delle relazioni. Le avanguardie i quelle recentissime, ma il calendario dei prossimi giorni prevede una nutrita serie di interventi sulla letteratura contemporanea che potranno anche modificare le prime impressioni e addirittura capovolgere la logica storiografica che si è finora imposta. A scorrere i titoli, però — Giulio Carlo Argan parlerà dei revivals, Georges Steiner del miscuglio di irrazionalismo e di forme neoclassiche che si può discernere in scrittori come Eliot, Pound, Joyce, Broch e infine Carlo Bo concluderà analizzando « L'ipotesi romantica dei surrealisti » — sembra più probabile attenderne una documentata conferma. E' insieme la riprova che l'attuale sterilità creativa lamentata da Anceschi ha almeno il merito di consentire allo spirito critico una assimilazione profonda — a livello di meditazione storica e di maturo ripensamento culturale — delle invenzioni e delle rivoluzioni del nostro recente passato. Giovanni Bogliolo

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