Borsa: tutti col fiato sospeso di Renato Cantoni
Borsa: tutti col fiato sospeso Settembre, un mese di crolli e di paure per il domani Borsa: tutti col fiato sospeso Le perdite hanno superato il 18 per cento, in molti casi anche il limite massimo del 30 per cento - Si temono le conseguenze della vicenda Sindona (le azioni della Privata sono passate da 13 mila lire di giugno allo zero di oggi) - Colpa della situazione internazionale, ma soprattutto degli apprendisti stregoni della Finanza e in parte di politici - Un nuovo consorzio-carrozzone? Milano, 17 settembre. Si è coneluso oggi il più d nini ni ;i li co mese borsistico degli ultimi anni. Chi sperava che in extremis vi sarebbe stato un provvidenziale rimbalzo è rimasto ancora una volta deluso. Sotto la grandinata di realizzi certi titoli hanno perso larghe frazioni. Si apre ora un periodo di passione. Occorre tener presente clic i ribassi da un mese all'altro sono slati superiori al 1S.5 per cenlo. il che, icnulo conto del costo dei finanziamenti, porta la perdila al 20 per cenlo. Ciò significa che per molti titoli la flessione è siala del 50 per cenlo e anche più. Se si considera che in tempi normali le banche considerano sufficiente per prolungare le operazioni speculative o di semplice anticipazione su liloli una somma pari al 50 per cento del loro valore di mercato, si può comprendere la costernazione che si è diffusa in molti ambienti bancari e finanziari. Nel periodo che intercorrerà fra la chiusura odierna delle contrattazioni in Borsa e la liquidazione materiale dei saldi di fine mese, vale a dire due settimane, il mercato sarà bombardalo da notizie e allarmi ili ogni genere. Non sarà comunque un gran male se tulio si risolverà senza gravi incidenti e fallimenti. Ha ben detto ieri uscendo dalla Morsa di Milano un anziano agente di cambio: «Se lei li(inalazione di settembre andrà a posto senza alcun dissesto vorrà dire che le Borse italiane sono le più robuste d'Europa». I timori maggiori sono per quegli operatori che nei mesi scorsi sono stali i più vicini al gruppo capitanato da Michele Sindona e alle iniziative della famiglia Bonomi-Bolchini. Il disscslo della Banca Privata Italiana ha provocalo crolli paurosi di molti titoli legati alle sorti del finanziere messinese e dei gruppi che ne hanno imitalo le speri¬ colate iniziative. Ora se ne paga lo scollo. Per dare un esempio eloquente è sufficiente osservare le variazioni del (itolo capogruppo di Sindona, l'Immobiliare Roma. In un breve lasso eli tempo la sua quotazione è passala da 800 a 2b0 lire. Cosa dire poi delle azioni della Banca Privala Italiana uscita dalla fusione delle due banche sindoniane Unione c Privata Finanziaria? Da un massimo di 15 mila di quattro mesi fa sono scese praticamente a zero. Quali possono essere le cause maggiori di tanto disastro? Innanzitutto la congiuntura finanziaria internazionale che segna cattivo tempo dappertutto con minaccia di drammatici peggioramenti. Ribassi come quelli delle Borse italiane si sono registrali a New York, a Zurigo, a Parigi, a Bruxelles, ad Amsterdam e, in misura minore, a Francoforte c a Tokyo. Dappertutto la lotta contro l'inflazione è ben lungi dall'esscr vinta e nei centri nevralgici della finanza il pessimismo è di rigore. I dissesti si aggiungono ni dissesti e molti apprendisti stregoni della finanza fanno come gli struzzi, mettono la lesta sotto la sabbia e aspettano. Ma non lutti Io possono fare e si ripetono le liquidazioni forzate clic provocano una serie di reazioni a catena con svendite di titoli anche da parie di ehi non ne ha assoluta necessità. Il buono viene così confuso col cattivo e si slanno presentando agli investitori dai nervi a posto occasioni d'acquisto senza precedenti. In Italia si slanno pagando anche le esagerazioni speculative di alcuni finanzieri clic negli anni scorsi, puntando su di una indiscriminata inflazione, si sono buttati in spericolate iniziative destinate a concludersi in clamorosi scandali. Una parie della responsabilità va anche ai politici c alle autorità centrali che. nonostante i ripetuti appelli degli organi di Borsa, non sono mai intervenuti a regolare modernamente l'attività dei mercati mobiliari. E' stata creata un'apposita commissione per la sorveglianza e il controllo delle Borse e delle società quotate, ma la legge relativa è rimasta finora sulla carta perché non sono stali nominali i cinque commissari previsti e vi è addirittura il pericolo che anche queste delicatissime cariche siano oggetto di lottizzazione politica. Sotto l'incalzare dell'alluvione finanziaria può darsi che venga in tutta fretta costituito un ennesimo consorzio-carrozzone al fine di impedire ulteriori disastrosi crolli delle quotazioni, ma si tratterà purtroppo di un ennesimo espediente se non sarà finalmente esaminato a fondo e risolto il problema delle Borse e della giungla di avventurieri e intrallazzatori che la circondano. Renato Cantoni
Persone citate: Bonomi-bolchini, Michele Sindona, Sindona
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