I conti in tasca al Palio di Giuseppe Fedi

I conti in tasca al Palio Asti: dopo le polemiche i bilanci I conti in tasca al Palio Quest'anno l'incasso s'avvicina ai 48 milioni, e copre quasi tutte le spese - Venduti 11 mila biglietti • Tra gli acquisti un gallo, acciughe e insalata per i premi di consolazione - Il Palio sarà "esportato" in Svezia (Dal 7iostro inviato speciale) Asti, 17 settembre. L'incasso, 11 mila biglietti venduti, s'avvicina ai 48 milioni contro i 46 dello scorso anno. Con i contributi di Regione, enti pubblici, ministero del Turismo, banche e privati dovrebbe sfiorare quota 80, consentendo al comune di assorbire il deficit del '73 e di chiudere in pareggio. Il sindaco Berzano cerca di fare i conti in tasca al Palio, precisando che le cifre ufficiali saranno fornite solo a fine mese, in una riunione appositamente convocata. «M'accontenterei di pareggiare le spese — dice — sarebbe un bel risultato. La messinscena, nonostante alcuni tagli studiati per risparmiare qualcosa, ha assorbito buona parte degli stanziamenti ricevuti, per fortuna superiori alle nostre previsioni. La Regio7ie e un privato che non vuol far conoscere il suo nome, ci sono particolarmente venuti incontro (la prima ha portato il suo finanziamento da 4 a S milioni, il secondo ha staccato un assegno di 5 milioni e mezzo)». Berzano sfoglia il consuntivo della penultima edizione del Palio, sei pagine di cifre stilate dai suoi collaboratori. S'accavallano le voci più disparate: dalle centinaia di migliaia di lire per la pubblicità, giornali, riviste e agenzie, alle 14 mila per l'acquisto dei frustini; dalle 800 mila lire destinate ai vincitori della corsa, alle 22.100 con le qua| li un incaricato ha acquistato un gallo, le acciughe, l'in! salata e le monete per i pre' mi di consolazione. L'addob| bo della biglietteria l'anno scorso è costato 140 mila lire, mentre per l'impianto microfonico ci sono volute 1 miI lione 280 mila lire. ; «L'imposta sugli spettacoli (sei milioni e mezzo un anno fa) — continua il sindaco — ci porta via un'altra bella fetta d'incasso, cosi come la recinzione del campo e i box-cavalli. A questa somma va aggiunto il milione che elargiamo a ogni borgo. Siamo riusciti a mantenere invariati i prezzi dei biglietti, ma penso che nel '75 dovremo per forza di cose ritoccarli ». La spesa per i costumi, in gran parte a carico dei borghi, è stata particolarmente gravosa nel '67. Quest'anno è stata contenuta in 4 milioni. Ieri, al Campo del Palio, oltre agli operai che smantellavano le transenne, c'erano molti astigiani. Muniti di pale e sacchi si contendevano la terra della pista. «E' ottima per i nostri giardini — hanno spiegato —. Vedesse come fa bene alle piante». Il geometra Pellegrini, dipendente comunale, assicura che addobbi e impalcature (30 milioni) sono stati realizzati a tempo record: 12 giorni. «Due milioni e mezzo, calcolando anche i soldi per i costumi e le bandiere, andati in fumo con l'aggiunta cìie il cavallo che ha vinto, Spumantino, l'anno scorso con noi era arrivato solo quarto», commenta mestamente nel suo negozio d'alimentari Giuseppe Cavanna, 67 anni, rettore del borgo San Secondo. I familiari, affetti come lui da un'inguaribile «paliomania», gli fanno grappolo attorno nel retrobottega. «La spesa, in caso di successo, sarebbe raddoppiata — aggiunge il figlio —: tre milioni per il proprietario del cavallo, un amico che ce l'ha prestato, e uno per il fantino ». Se Aloerto Giubilo, impeccabile speaker al servizio della corsa, ha lavorato gratis, qualche capofamiglia — diversi pare — ha pagato da 5 a 10 biglietti da diecimila pur di vedere la figlia sfilare in costume. S'ignora l'entità degli introiti, mentre si conosce con esattezza il numero di contravvenzioni elevate dai vigili urbani. «Ventinove — dice il capitano Stelvio Rauccio — e quasi tutte per intralcio alla circolazione. Abbiamo chiuso un occhio siti divieti di sosta e se il numero delle multe è cosi esiguo (la media varia dalle 80 alle 150 il giorno) lo si deve in gran parte alla chiusura del centro storico». Antonio Pigliaru, 35 anni, nuorese, fa il camionista. Domenica ha montato un purosangue costato al rione Don Bosco 2 milioni 200 mila lire. Un quinto posto in batteria lo ha tolto dalla finale. «Ho guadagnato 400 mila lire — racconta —, in compenso mi sono slogato una caviglia urtando contro un paletto. Dovrò stare a casa dieci giorni e quindi addio lavoro, per non parlare dell'assegno con sei zeri — 3 milioni — che avrei ricevuto in caso di vittoria». Per i cavalli il Don Bosco ha sborsato 4 milioni. Oldenburg, prelevato per un milione e 800 mila dal «gentleman» Molteni di Milano, è stato scartato dalla corsa perché contrario a... svolte autoritarie. Provato a più riprese sulla pista, non girava a destra e Pigliaru non se l'è sentita di finire la prova in tribuna. Il Palio verrà esportato in Svezia la prossima primavera con una sfida a Stoccolma (saranno in gara i primi cinque rioni classificati contro altrettanti quartieri della capitale svedese). Una conferma dell'interesse suscitato dalla festa di Asti, attorno alla quale quest'anno si è mosso un giro d'affari di 200 milioni. Giuseppe Fedi

Persone citate: Antonio Pigliaru, Berzano, Don Bosco, Giuseppe Cavanna, Oldenburg, Pellegrini, Stelvio Rauccio

Luoghi citati: Asti, Milano, Stoccolma, Svezia