La disobbedienza civile di Clemente Granata

La disobbedienza civile Che cos'è? Che cosa se ne pensa? Perché? La disobbedienza civile Di fronte ai pesanti rincari i sindacati hanno invitato i cittadini a pagare le nuove tariffe elettriche al 50 per cento e i trasporti ai vecchi prezzi - Ancora in discussione i sistemi della "protesta" per il riscaldamento - Il parere del giurista: "Penalmente la disobbedienza non è un reato, può però portare alla cessazione del servizio" In questi giorni circola uno slogan coniato un secolo fa da un utopista americano: « Disobbedienza civile ». E' un termine che può assumere molteplici significati. Nel caso in esame vuol dire il rifiuto di pagare le maggiorazioni, ventilate o già imposte, delle tariffe dei trasporti, della luce elettrica e del riscaldamento. Lo slogan è stato In pratica lanciato dalla Cisl 11 mese scorso durante una riunione del dirigenti di tutte le categorie. Il segretario provinciale dott. Cesare Del Piano ha affermato: k Non scioperi, ma disobbedienza civile per i prezzi e cioè rifiuto di pagare le nuove tariffe ». Poi il motto è stato adottato anche da Uil e Cgil. Il sindacalista della UH Alemanni ci ha detto ieri che « lo slogan è il frutto di un'interpretazione degli organi di stampa», 1 quali hanno voluto fare dello scandalismo. « / sin. dacati non vogliono l'anarchia, ma neppure provvedimenti unilaterali presi a danno degli operai e dei pensionati. Pretendono un discorso più generale sulla riforma delle strutture ». L'invito a non pagare le maggiori tariffe, secondo Alemanni, serve « per dare un indirizzo ai lavoratori che altrimenti rischiano di non capire più nulla nella situazione caotica che si è creata ». La questione a questo punto rischia di trasferirsi sul terreno ri»i nominalismi. Si voglia qualificare un certo comportamento « disobbedienza civile » o meno, la sostanza non muta: rimane 1 invito a non pagare le prestazioni richieste dalla legge. Ci si domanda se sia il modo migliore per dare « un Indirizzo ai lavoratori », come dice Alemanni. Non c'è dubbio che operai, pensionati e tutti coloro che percepiscono redditi molto bassi hanno mille ragioni per protestare contro l'aumento generalizzato del costo della vita. Non c'è dubbio che hanno ragione di recriminare contro le riforme che non sono state fatte. Sembra però che il ricorso a forme di comportamento del tipo di quello consigliato non serva a risolvere i problemi, anzi, sotto certi aspetti li aggravi. La « disobbedienza civile », comunque la si voglia giustificare non è certo un richiamo a quel senso di responsabilità che il momento particolarmente grave e delicato richiede. Rimane una forma rudimentale di « autotutela privata » che rischia di aggiungere caos a caos. La protesta dei sindacati ed il conseguente Invito alla « disobbedienza civile » riguarda come si è accennato gli aumenti delle tariffe dei trasporti, della luce elettrica e del riscaldamento. C'è in proposito un documento redatto la settimana scorsa al termine di due giornate di lavoro tenute dal « Coordinamento nazionale Fiat-Om, Autobianchi-Lancia» cui aderiscono Cgil, Cisl e Uil. Nel documento si afferma: «Per quanto riguarda i prezzi ed il processo travolgente di aumenti, oltre ai provvedlementl generali di controllo e di intervento da effettuare, il "Coordinamento" ritiene necessaria l'iniziativa sulle tariffe per ciò che riguarda i trasporti, l'elettricità ed il riscaldamento, secondo la linea e le forme di lotta già indicate da alcu" ne " organizzazioni provinciali ». E propone per 1 trasporti di «.ottenere soltanto il pagamento delle vecchie quote, come necessaria premessa ad una contrattazione con gli organi responsabili della Regione che riguardi però anche gli aumenti di generi di prima necessità ». Per quanto riguarda le tariffe elettriche si ricorda che «entro il mese di settembre cominceranno ad arrivare agli utenti le boi lette con gli aumenti, pertanto le organizzazioni sindacali... hanno varato un piano che consente di organizzare sii vastissima scala il pagamento del 50 per cento delle bollette come acconto sulle nuove tariffe da contrattare ». Per il problema del riscaldamento si chiede la convocazione della Commissione nazionale per una verifica di tutto il sistema tariffario « in modo da garantire per la larga maggioranza delle famiglie dei lavoratori e degli strati popolari una netta rìduzio ne degli aumenti e l'intervento eventuale sulle tariffe delle gran di utenze privilegiate per pareggiare il livello delle tariffe ai costi reali ». In sintesi la « disobbedienza civile » si concreta in questi comportamenti: per i mezzi pubblici di trasporto, pagamento delle vecchie tariffe; per la luce elettrica pagamento del 50 per cento delle tariffe richieste dall'Enel e dall'Acni. Quanto al riscaldamento i cui costi, secondo un comunicato della federazione unitaria Cgil, Cisl e UH aumenteranno di « circa il 70 per cento per il 70 per cento delle utenze domestiche » saranno studiate forme di lotta nel prossimi giorni. Sinora è accaduto questo. Le maggiori proteste si sono avute in alcune linee automobilistiche gestite dalla Satti, che sono adibite al trasporto di pendolari nelle fabbriche torinesi. La Satti adeguandosi ad una ordinanza della Regione aveva deciso un aumento medio del 18 per cento. A Pinerolo i pendolari si sono rifiutati di pagare il prezzo maggiorato ed hanno nominato un « delegato di pullman » che in questi ultimi giorni ha raccolto 1 pagamenti secondo le vecchie tariffe. Ieri in parecchie aziende si è iniziata una raccolta di firme su un documento da inviare all'Enel ed all'Aem in cui si annuncia il pagamento dimezzato dei nuovi prezzi. Esso sarà compiuto su particolari moduli di conto corrente con la dicituia comdutochsngpstumqcfgtmdssspdsgdspAnmfsecpcnzslcpftscnl« versamento secondo indicazioni Cgil, Cisl e Uil ». Quali problemi pone dal pun- to di vista giuridico la « disobbedienza civile »? Giovanni Conso, ordinario di procedura penale all'Università di Roma afferma: « Bisogna distinguere tra profilo penale e civile. Sotto il primo, non sembra esservi nul- la di illecito nel comportamenti suggeriti dai sindacati: nessun reato è infatti ipotizzabile in corrispondenza a tali comportamenti. Sotto il profilo civile il discorso si fa più complesso. Chi usufruisce di un servizio è tenuto a corrispondere il prezzo richiesto. Altrimenti corre il rischio che il servizio gli venga negato o sospeso. Per quanto riguarda le bollette della luce il pagamento di una parte della somma richiesta realizza una situazione giuridicamente simile al mancato pagamento e potrebbe, quindi, portare alla chiusura del contatore e alla cessazione della fornitura: tuttavia, poiché il pagamento non è prescritto entro termini tassativi, resterebbe un margine per chiarire i termini della questione ». « Più complicata si presenta la situazione per le tariffe di trasporto, data l'immediatezza del servizio che si suddivide in tante prestazioni autonome, un viaggio dopo l'altro, ciascuno con un suo inizio ed una sua fine. A rigore l'acquisto del biglietto (o dell'abbonamento) dovrebbe essere possibile in un solo modo: pagandolo al prezzo richiesto. Altrimenti la società concessionaria si accontenta di una somma inferiore, sempre che i suoi funzionari siano legittimati a disporne, oppure rifiuta il biglietto e quindi il viaggio. Prova ne sia che parecchi pullman non sono partiti affatto ». Conso ha concluso: « In ogni caso un chiarimento non potrà non intervenire a breve scadenza ad evitare confusioni e tensioni ulteriori. E' chiaro che l'iniziativa dei sindacati va vista come una forma di protesta, di polemica e di resistenza nei confronti di soluzioni troppo unilateralmente date a problemi che sono soprattutto dei lavoratori, con la sola preoccupazione di non incorrere in violazioni della legge penale. Solo queste sono irreversibili. Per le altre rimane sempre lo spazio per discutere, controllare e verificare. Quindi si discuta ». Valutando la decisione del sindacati da un punto di vista politico, l'assessore comunale ai trasporti, Migliano: « In una situazione così difficile credo che l'ultima cosa da fare sia un invito alla disobbedienza civile. Ci sono stati indubbiamente errori, manchevolezze. Ma il senso di responsabilità, in momenti come questi dovrebbe unire e non dividere. Su ogni altro dovrebbe prevalere il senso dello Stato ». Adriano Provera Clemente Granata

Persone citate: Adriano Provera, Alemanni, Cesare Del Piano, Conso, Giovanni Conso

Luoghi citati: Pinerolo