La centrale delle auto rubate distrutta da un incendio: catturati i responsabili

La centrale delle auto rubate distrutta da un incendio: catturati i responsabili Nuovo capitolo delle indagini sulla ditta di strada di Lanzo La centrale delle auto rubate distrutta da un incendio: catturati i responsabili Avevano gli abiti impregnati di benzina - Divorati dalle fiamme l'ufficio e il magazzino ricambi - Forse si volevano cancellare le prove dei furti - Paolo Pan, accusato di due omicidi, frequentava la "fabbrica"? i Misterioso episodio durante le indagini sulla « centrale » per la trasformazione e la rivendita ili auto rullate scoperta sabato scorso dal carabinieri In strada Lanza 141. La scorsa notte un incendio ha distrutto l'ufficio e una parte ilei capannoni, e con essi molta refurtiva. I due giovani che avevano appiccato il fuoco sono stati arrestati dalla polizia mentre si allontanavano su un'auto « ricostruita ». Erano le 3, gli inquilini delle case vicine alla « ditta » hanno avvertito il 113: « Un incendio sta bruciando quel cimitero d'auto di cui hanno parlato i giornali » Sono accorse una «Volante», una i radiomobile della Stradale, i vi- ili del fuoco. Prima ancora di arrivare sul posto, gli agenti hanno visto una Mini sbucare da una via laterale, frenare bruscamente, far retromarcia e tentare la fuga. L'auto è stata bloccata. ! Sopra c'erano Marco Apricena, j 20 anni, via Venaria 104, e Francesco Sciortino, pure ventenne, strada Druent 18 bis, entrambi noti alla polizia. Sul sedile posteriore, una tanica di benzina, semivuota. I due avevano gli abiti impregnati di benzina e di fumo, sporchi di fuliggine, in parte bruciacchiati. Hanno negato di aver appiccato il fuoco: « Siamo andati per rubare ». hanno detto a', dott. Vinci e al dott. Baranello della Mobile. La loro auto è risultata un tipico prodotto della « fabbrica »: targa e libretto di circolazione regolari, scocca di un'altra Mini, motore di un'altra ancora. Il la- voro dei due. secondo una testimonianza, è durato più di un'ora: sono stati accesi molti «focolai» per assicurare la completa distruzione dell'ufficio e del deposito dei pezzi di ricambio. Perché quest'incendio? E' stata avanzata l'ipotesi che i due siano stati « incaricati » dai titolari della ditta, Giuseppe Zanardo e Ferdinando Dell'Agnolo, il primo irreperibile dopo la denuncia a piede libero, l'altro latitante sin dal primo giorno, per distruggere le prove dei furti d'auto. Nell'ufficio potevano esser rimasti documenti compromettenti sfuggiti alla perquisì zione del capitano Lotti e del maresciallo Roncarà del nucleo investigativo. Inoltre molte auto — una ventina slnora — sono state riconosciute dai proprie tari attraverso gli oggetti che vi erano custoditi, e che giacevano alla rinfusa nell'ufficio e nel magazzino: un plaid, una pila elettrica, addirittura un cestino di lamponi. Da questo punto di vista 1'«operazione incendio» può considerarsi perfettamente riuscita: poco o nulla è rimasto. Nel pomeriggio di ieri è continuata la processione delle vittime di recenti furti d'auto che speravano di ritrovare la propria vettura. Ma pochi hanno avuto fortuna: le macchine accatastate per la demolizione sono quasi tutte regolari; quelle rubate venivano smontate e i rottami mandati in fonderia nel giro di poche ore. E' stato invece ritrovato materiale rubato insieme i con le auto: apparecchiature eletj troniche per un valore di 3 miI Moni scomparse il 4 luglio scorso | con la 125 della ditta di impor! tazioni Cappabianca, di corso I Svizzera; batterie, raddrizzatori e chiavi Inglesi per 5 milioni che erano su due furgoni sottratti 4 mesi fa alla Rapid di via Pavé sio 24. E' risultato che persino i banchi prova erano stati rubati. Nella « fabbrica », insomma, non c'era nulla di legale. Le indagini sono soltanto all'inizio. Non si sa ancora quante persone, a parte i due denunciati, fossero implicate nell'« affare »: sono state trovate cinque tute da lavoro. Se è nota l'attività della ditta (auto smontate per farne pezzi di ricambio o per essere mandate alla demolizione, che rendeva 60 lire il chilogrammo; traffico di libretti di circolazione e altri documenti; sostituzione di targhe; | commercio all'estero delle vettu-1 re di grossa cilindrata; « rico- i struzione » quasi totale di altre macchine) non si conoscono ancora 1 complici. Dove, per esempio, le auto venivano rimontate? A questo proposito si è avanzata l'ipotesi che i due demolitori fossero in contatto con Pao l lo Pan, accusato di aver ucciso il rappresentante, Fulvio Maglia cani, marito della propria aman te Franca Ballerini, ed il socio in affari Giovanni La Chioma, 111111111 111111 ■ 11111 11111111L111M1111 [ 11 i 11 trovato cadavere in una baita vicino a Nizza. Gli affari che univano Paolo Pan a La Chioma ed al cugino di questi, Germano, sarebbero stati appunto 11 commercio con gli Stati Uniti dì auto di grossa cilindrata rubate e opportunamente trasformate Le vetture passavano attraversc Marsiglia. I complici della banda non sono stati mai identificati. Si scopre ora che Paolo DtazipriuCPan è stato visto più volte nella ' pditta di strada Lanzo. Coordlnamcnto quartieri zona nord — Si riunirà stasera in via Chatillon 41 per esaminare: le modifiche dell'Atm ai percorsi 10, 3, 15, 50; la delibera della Regione sulle tariffe ed il « no » del Comune alla richiesta integrazione dell'orario nelle scuole materne statali. g| ch- vsoci trs1 msg li deposito in strada Lanzo: si cerca quali prove volevano distruggere • Francesco Sciortino e Marco Apricena, arrestati

Luoghi citati: Baranello, Lanzo, Marsiglia, Nizza, Stati Uniti