La fantascienza dentro il cervello
La fantascienza dentro il cervello CRONACA TELEVISIVA La fantascienza dentro il cervello "Viaggio allucinante", il film di Fleischer Se togliamo le ingenue pellicolette domenicali per ragazzi della serie UFO, la fantascienza non ha molto spazio alla nostra televisione. E' perciò da sottolineare la messa in onda, ieri sera, d'un film di science-fiction che nel suo genere è d'un certo interesse: Viaggio allucinante, diretto nel 1966 dal versatile regista Richard Fleischer, che ai temi avveniristici è tornato nel 1973 con 2022: i sopravvissuti. Viaggio allucinante s'affida a una story di non facile credibilità: quella della «miniaturizzazione », ossia della riduzione prodigiosa a dimensioni microscopiche di alcuni scienziati e chirurghi che, poi imbarcati su un sottomarino più piccolo d'un mozzicone di sigaretta, vengono iniettati nella vena d'un uomo colpito da ematoma e operabile soltanto dall'interno del cervello. Attraverso il sistema sanguigno il nuovo « Nautilus » arriva alla testa del paziente e nel giro di un'ora i chirurghi vi compiono l'operazione prestabilita. A dirlo è niente, a vederlo si resta a tutta prima scettici; poi, siccome sullo schermo uomini e cose hanno proporzioni normali e non infinitesimali, si dimenticano le particolari condizioni in cui opera quella squadra chirurgica ridotta a dimensioni di pulci e si segue non distrattamente la sua attività. Poiché l'uomo operato è proprio l'inventore della « miniaturizzazione », e c'è evidentemente qualcuno che non ha interesse alla sua ripresa ecco che la « spedizione al cervello » ha i suoi avversari pronti a servirsi d'un loro agente incaricato di sabotarla. Lo spettatore ha visto come va a finire, e come anche l'assurdo possa apparire attendibile se prospettato con una sua logica e una sua coerenza, così da annullare le negazioni degli scettici. Naturalmente il meglio del film sono i frequenti « special effeets » e le scenografie con cui si sono date immagini per lo meno curiose del corpo umano visto « dal di dentro ». * * Domenica, mentre sul Nazionale cominciava il « giallo finanziario (più finanziario che giallo) Accadde a Lisbona, di cui si avrà tempo di parlare poiché dura quattro serate festive, sul Secondo si concludeva Qualcosa da dire, che ha occupato anch'esso quattro domeniche. E' stata una modesta trasmissione, dove il titolo contrastava con un contenuto che diceva ben poco. * * Stasera, sul Nazionale, la prima parte del terzo e ultimo sceneggiato con protagonista Philo Vance. Titolo: La fine dei Greene; tra gli interpreti, oltre a quelli fissi (Albertazzi, Rossi, Anselmo), ve ne sono altri nuovi: Micaela Esdra, Mico Cundari, Elena Zareschi. La successiva inchiesta, Minimo comu¬ ne, s'occuperà di parapsicologia chiamando alla ribalta astrologhi e guaritori. Infine seconda puntata d'uno « special » dedicato ai jazzisti Intra e Sellani. — Sul Secondo Nel mondo di Alice, dovrà subire, come al solito, la pesante concorrenza del « giallo » sul Nazionale. Quindi un « registrato » da Castrocaro, dedicato a Voci nuove per la canzone. vice
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