Cinque i procedimenti penali aperti contro Michele Sindona

Cinque i procedimenti penali aperti contro Michele Sindona Il "caso,, delle banche Unione e Privata Cinque i procedimenti penali aperti contro Michele Sindona Milano, 13 settembre. Sono cinque i procedimenti giudiziari aperti dalla magistratura nei riguardi del finanziere Michele Sindona o degli amministratori delle sue banche. Tre di questi sono affidati al giudice istruttore Olivio Urbisci, un quarto viene condotto dal pretore Raffaele Di Palma e l'ultimo è appena giunto alla procura della Repubblica ed è stato affidato per i primi sommari accertamenti al sostituto procuratore Guido Viola. Dei tre casi già formalizzati, il primo risale al febbraio del 1971 quando Angelo Jacometti, uomo d'affari milanese, denunciò Sindona per tentativo di estorsione e appropriazione indebita di cambiali. Jacometti, bisognoso di denaro, si sarebbe rivolto al finanziere titolare della Banca Unione e della Banca Privata Finanziaria che lo avrebbe aiutato. Alla scadenza, però, non si trovò in condizioni di far fronte agli impegni assunti e Sindona gli avrebbe chiesto unu precisa situazione finanziaria, decidendo poi di chiederne il fallimento. In fase di istruttoria gli stessi indizi di reato vennero estesi al direttore della Banca Unione, dottor Ugo De Luca, che viene difeso dall'avvocato Pedrazzi. La difesa di Sindona è affidata all'avvocato Bovio. In questi giorni il sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Caizzi, che funge da pubblico ministero nell'istruttoria, dovrebbe depositare la requisitoria con il suo giudizio, peraltro non vincolante, in attesa del parere definitivo del giudice istruttore. Le con¬ clusioni sarebbero già pronte e sembra che siano orientate verso una richiesta di non doversi procedere. Come appendice di questa causa c'è poi la reazione del finanziere siciliano, il quale ha denunciato per calunnia Angelo Jacometti, sostenendo l'infondatezza delle accuse a lui rivolte dal suo ex cliente. Un'altra causa contro Sindona e il dottor De Luca ha preso l'avvio da una denuncia del dottor Alfredo Mendola, un agente di cambio romano, ora defunto, che aveva attribuito ai due finanzieri una fraudolenta attività di Borsa, sostenendo come in momenti di recessione i titoli acquistati da Sindona (e in particolare le azioni Pacchetti e Talmone) subissero strani rialzi. In questa vicenda giudiziaria c'è stata anche la costituzione di parte civile di un azionista della Pacchetti che sostiene di essere stato danneggiato appunto dalle operazioni del gruppo Sindona. L'istruttoria, molto laboriosa, ha costretto il magistrato inquirente a procedere all'identificazione di tutte le persone che trattarono titoli in quel periodo. C'è poi un procedimento in cui e indiziato soltanto il dottor De Luca per i reati di falso in bilancio o in scritture contabili. Le indagini giudiziarie partirono da una denuncia presentata nel 1972 dalla Banca d'Italia in seguito ad alcune ispezioni. In riferimento ad un'altra denuncia del 1973 della stessa Banca d'Italia agisce invece il pretore Raffaele Di Palma, il quale sta indagando sul conto di cinque persone (una sesta è nel frattempo morta) per eventuali infrazioni alla legge bancaria. I cinque cui è stata inviata comunicazione giudiziaria sono lo stesso Michele Sindona, il dottor Massimo Spada, vicepresidente di una banca di Sindona, Arnaldo Marcantonio, presidente del collegio sindacale, John Caasery, membro del consiglio d'amministrazione, e Franco Manelli, del collegio sindacale. Questa causa è temporaneamente ferma in attesa che il professor Francesco Torneo depositi le conclusioni di una perizia che il magistrato gli ha affidato su un massiccio quantitativo dì materiale contabile. Il perito dovrebbe consegnare l'esito dei suoi accertamenti entro il 30 settembre. In merito all'esposto inoltrato alla magistratura il 5 settembre scorso dalla sede milanese della Banca d'Italia non ci sono ancora stati sviluppi. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Viola (Ansa) Roma, 13 settembre. In relazione alla vicenda Sindona, l'onorevole Alberto Ciampaglia, della direzione del psdl e vicepresidente della commissione Finanze e Tesoro della Camera, ha presentato alla Camera una interrogazione rivolta al presidente del Consiglio per sapere se egli « nella sua qualità di responsabile della politica del governo», intende adottare «i provvedimenti urgenti del caso atti a ridare tranquillità a tutto il settore creditizio».

Luoghi citati: Milano, Roma