Il magistrato ha messo le mani su una "lega di rivoluzionari"

Il magistrato ha messo le mani su una "lega di rivoluzionari" L'inchiesta del dott. Violante sulle trame nere Il magistrato ha messo le mani su una "lega di rivoluzionari" Da documenti sequestrati a ex repubblichini è emerso che si stava costituendo un gruppo di estrema destra con questo nome - Edgardo Sogno lancia un altro "proclama dalla clandestinità" ripetendo le sue tesi, ma respingendo l'accusa di "golpista" Aumentano le Incertezze via via che prosegue l'inchiesta del giudice Istruttore dott. Violante sulle trame nere. Dal giorno in cui a Ruma è stata fatta filtrare la notizia di perquisizioni negli alloggi di quattro noti ex partigiani, con ritmo quotidiano (un'indiscrezione ogni 24 ore) è stato alimentato il resoconto giornalistico di una vicenda in cui l'opinione pubblica non si raccapezza più. Ieri si è parlato delle perquisizioni nelle sedi della Federazione ex combattenti della Repubblica sociale. Oggi si mormora dei primi risultati ottenuti con quella operazione. Dall'esame dei documenti, lettere, carteggi sequestrati sarebbe emersa l'esistenza di un progetto dell'estrema destra eversiva: la « fondazione » della « Lega dei gruppi nazionali rivoluzionari », alla quale avrebbero dovuto dar flato e « impegno fisico » giovani e meno giovani personaggi del disciolto « Ordine nuovo »; simpatizzanti di « Anno zero », il cui capintesta era Salvatore Francia, latitante; nostalgici filofascisti ed ex aderenti al Fronte nazionale di Junio Borghese. Salvatore Francia (che l'avv. Gabri, pur tutelando la sua amica Adriana Pontecorvo, definisce « personaggio farneticante ») aveva uno schedario di 10 mila nomi e un elenco selezionato con altri circa mille indirizzi di gente « sulla quale riteneva di poter contare ». I due elenchi, in mano agli inquirenti, sono come un pozzo senza fondo agli effetti delle indagini: con circa duecento perquisizioni ordinate dal dott. Violante si è cercato di « esplorarlo ». Il lavoro continua. Dà buoni frutti? Non è lecito saperlo. Ai cronisti sono date in pasto le briciole, mezze parole, qualche sbiadita allusione a questo o quell'episodio. Per il resto, dovrebbero lavorare di fantasia e « interpretare ». Così è stato, per esempio, con la notizia di una comunicazione giudiziaria per il consigliere comunale missino Ugo Martinat, sospettato di « cospirazione politica ». Cinque anni or sono affittò in Francia una baita (o un bunker?) nella zona del Piccolo Moncenisio. Vi si recò a più riprese, nei weekend, con giovani di estrema destra. Che cosa facevano lassù? Maneggiavano mitra e bombe a mano, si esercitavano al tiro al bersaglio con la pistola? Oppure si dedicavano a innocenti flirt campestri? Violante si guarda dal risolvere il dilemma, o meglio non dice una parola che illumini chi deve riferire all'opinione pubblica di i questo e di tanti altri dubbi nati j con la notizia dell'emissione di | comunicazioni giudiziarie. « Era ben diverso il comportamento della magistratura — ha detto un cronista al giudice — quando fu rapito Sossi. C'era una conferenza stampa al giorno; vedevamo un procuratore capo quotidianamente in tv; un minimo indispensabile di informazioni, per evitare deformazioni, a quell'epoca c'è stato ». Il dott. Violante ha risposto: « Non è detto che quella fosse la strada giusta». Edgardo Sogno, tirato in ballo nelle indagini sulle trame nere, ha scritto intanto un articolo nel quindicinale « Progetto SO », foglio della corrente che capeggia in seno al pli. La pubblicazione è stata distribuita ieri a Milano. L'ambasciatore ripete con veemenza ciò che ha già detto nel suo precedente « proclama dalla clandestinità » che tante critiche gli ha procurato. Non si rimangia una parola, anzi rincara la dose quando si sofferma sulla definizione « regime mafioso e corrotto », che per la Procura della Repubblica è un « vilipendio alle istituzioni », da perseguire. Parlando di sé e dei suoi simpatizzanti scrive: « Fra noi e il terrorismo della destra e della sinistra eversive c'è un abisso incolma- bile ». Sulla stessa pubblicazione, il consigliere comunale liberale di Genova, Franco Baffiggi, polemizza pesantemente con chi accusa di « golpe » Sogno. Afferma: « / membri del Comitato di resistenza democratica, ben lontani dal tremare al suono delle parole "riforma costituzionale", non hanno affidato a questo o quel magistrato il compito di studiare o preparare progetti, ma hanno organizzato a Firenze un congresso sulla "rifondazione dello Stato democratico", al qua¬ iiillilitliiiiillliiitliMilllJI i Illll le hanno partecipato noli costituzionalisti ed esperti come Crisafulli, Stendardi, Fisichella, Di Benedetto, Mazziotti, La Pergola, Sandulli, Lombardi e altri ». Citando il giudice costituzionale prof. Crisafulli, il liberale Baffiggi aggiunge che al congresso organizzato da Sogno esordì con queste parole: «La lealtà verso la Costituzione, come il rispetto delle leggi in genere sono, per noi, fuori discussione. Ma non impediscono ad alcuno di proporre riforme, più o meno ampie e incisive, delle leggi e anche della stessa Costituzione. Riforme da realizzarsi, naturalmente, con i mezzi legali da questa predisposti. La Costituzione Insomma non e il Corano, ma un documento nato in detcrminate circostanze storiche, destinato a invecchiare e a esser superato e che comunque può ben essere criticato nelle sue parti più deboli specie alla luce dell'esperienza ». Si tratta di parole, com'è chiaro. Dal giudice Violante ci si attendono i fatti che avvalorino o smentiscano la « cospirazione politica » di Sogno, al di là delle enunciazioni o delle intenzioni. f. gii. Edgardo Sogno: " Fra noi e il terrorismo c'è un abisso "

Luoghi citati: Firenze, Francia, Genova, Milano