Molti frontalieri rischiano di rimanere senza un lavoro di Remo Lugli

Molti frontalieri rischiano di rimanere senza un lavoro Per la crisi edilizia nel Canton Ticino Molti frontalieri rischiano di rimanere senza un lavoro Per ora sono pochi, ma numerosi edili italiani hanno ricevuto il preavviso di licenziamento che sarà attuato entro la fine dell'anno - Il 20 ottobre il referendum sulla proposta di legge Oehn per allontanare dalla Svizzera mezzo milione di stranieri (Dal nostro inviato speciale) Locamo. 12 settembre. «C'è aria di burrasca economica ed è fatale che ad avvertirla siamo proprio noi che lavoriamo sulle impalcature, come se fosse un'intemperia», dice un muratore frontaliero che ogni giorno viene a Locamo dalla valle Vigezzo e se ne ritorna alla sera da dodici anni. E aggiunge: «Gli edili sono sempre i primi a subire gli effetti della crisi». Per ora ci sono pochi licenziamenti, in misura non più elevata della normalità; però parecchi edili italiani hanno ricevuto il preavviso di licenziamento, che sarà attuato alla fine del mese o alla fine dell'anno. «Le prospettive non promettono affatto bene » — dice Lazzarotti, della Società svizzera impresari del Cantone ticinese. «Noi abbiamo inviato un formulario con delle domande alle 569 imprese edili del Ticino, e ce l'hanno restituito in 320: quasi tutte hanno risposto che per quest'anno ritengono di non essere costrette a licenziare manodopera, ma molte affermano di non poterne fare a meno con il prossimo anno». Le prime eventuali vittime di quest'anno saranno i frontalieri che possono essere lasciati a casa in tronco o al massimo col preavviso di un mese e che non godono né di sussidio di disoccupazione né di liquidazione. Nel '75 invece ne faranno le spese gli stagionali che non si vedranno rinnovati i contratti. Nelle imprese edili del Ticino (Bellinzona, Locamo, Lugano e Chiasso) lavorano 17.809 operai, di cui soltanto 1568 svizzeri (e il 92 per cento degli stranieri è rappresentato dagli italiani); 1350 sono domiciliati, 1725 sono annuali, 6259 frontalieri e 6907 stagionali. La crisi di cui ora s'avvertono le prime avvisaglie, ha la sua origine in due decreti che sono stati emanati nel dicembre scorso; uno sulla stabilizzazione del mercato edile che significa in primo luogo divieto di vendita di immobili agli stranieri e l'altro sulla riduzione del credito per l'edilizia. Misure antinf lazionistiche che hanno praticamente bloccato ogni iniziativa nel settore. Vediamo infatti le conseguenze: nei primi 4 mesi di quest'anno le licenze edilizie concesse a Lugano sono state 50, mentre nel corrispondente periodo del '73 furono 474; a Bellinzona sono passate da 120 a 55; a Locamo da 151 ad 8, con una diminuzione totale di 632 licenze. Questo per l'edilizia privata e non è che le cose vadano meglio in quella pubblica: il calo è stato del 30 per cento. E' decisamente il preludio alla recessione che, si dice negli ambienti responsabili, incomincia a farsi sentire nel settore dell'edilizia e poi si estenderà a tutti gli altri. C'è quindi da sperare poco negli eventuali assorbimenti della manodopera che rimarrà senza lavoro. Quanti saranno gl'italiani stagionali e frontalieri che vedranno chiudersi le porte dei cantieri nei quali ora lavorano? E' difficile fare cifre, ma si tratterà certamente di parecchie centinaia, se non addirittura un paio di migliaia. Per Fornera, sindacalista della Plel, Federazione lavoratori edili e del legno, la diminuzione del lavoro deve essere considerata abbastanza normale perché non poteva continuare il boom edilizio. Secondo lui i proprietari dipingono la situazione più drammatica perché i sindacati stanno chiedendo degli aumenti. Andina, del sindacato cristiano-sociale, dice invece: « Ho saputo che parecchie ditte hanno incominciato ad inviare le lettere di preavviso di licenziamento. Prevedo che nel Canton Ticino avremo una riduzione di lavoro del 30-40 per cento». Un altro sindacalista mi dice: « Sarà bene non parlare troppo di queste cose. I muratori qui vengono a guadagnare sulle 400-450 mila lire al mese nette, quando lavorano a pieno ritmo, che è una bella paga, superiore a quella che percepiscono i muratori in Italia. Se queste cose si ripetono in questo periodo, danno esca a polemiche. Siamo alla vigilia del referendum sulla proposta di legge Oehn, secondo la quale sì vorrebbero allontanare mezzo milione di stranieri nel giro di ire anni. Gli xenofobi sono pronti a raccogliere ogni elemento utile per la loro causa. Magari gli basta sentir ripetere che qui i lavoratori stranieri stanno meglio che u casa loro per scagliarsi contro di essi ». Si voterà il 20 ottobre prossimo, in tutta la Svizzera. Per ora non c'è nessun accenno di campagna elettorale che del resto qui si svolge sempre abbastanza in sordina. Dice Lazzarotti, della So cietà impresari: « Abbiamo già costituito dei comitati per batterci contro l'approvazione di questa legge. Qui in Ticino siamo tutti d'accordo: sindacati, imprenditori. Chiesa, politici, economici. Se la legge passa, il Ticino senza stranieri conoscerà la rovina. Tra la nostra popolazione c'è la più alta percentuale di stranieri, circa il 25 per cento. Via loro, finisce l'economia cantonale ». Serri, che è segretario dei frontalieri di Cannobio e da nove anni fa la spola, mattino e sera, tra casa sua e Ascona, dove lavora come disegnatore in un ufficio di architettura, dice: « A Cannobio io sono consigliere comunale. So che qualcuno che aveva perduto il posto qui in Svizzera è già venuto in Comune da noi a chiedere lavoro. Penso che in tutto il Verbano le prospettive non siano buone e che potrà essere assorbito soltanto il 10 per cento della manodopera che rimarrà sen¬ za lavoro in territorio elvetico ». « Qui ci trattano bene — aggiunge —, ci rispettano, però non tengono nessun conto dell'eventualità di giorni neri, come ora si prospettano. Non esiste un fondo di previdenza per la disoccupazione dei frontalieri che invece c'è per gli svizzeri e per gli italiani residenti. Ci possono mettere sulla via del ritorno, dalla mattina alla sera, con due righe scritte, senza un aiuto, senza una liquidazione. E questo non è simpatico ». Remo Lugli

Persone citate: Andina, Bellinzona, Fornera

Luoghi citati: Cannobio, Canton Ticino, Italia, Lugano, Svizzera