Solmi poeta e saggista

Solmi poeta e saggista Solmi poeta e saggista Sergio Solmi: « Poesie complete », Ed. Adelp ne 124, lire 2500. I vplete », Ed. Adelphi, pagi- „„o io/ i;„Q osnn 5 I R! lPercorrere le cento pagine del , lvolume in cui Sergio Solmi ha j'iriordinato, da precedenti pia- ! Ilquellas o raccolte, la sua siringala produzione poetica di un cinquantennio, nata accanto o negli intervalli della sua attività critica e saggistica, ma non come alternativa bensì come lievitazione lirico-morale di essa, equivale un po' a ripercorrere quella che è stata la vicenda della nostra poesia dall'una all'almi guerra, fra vocianesimo, rondisrno. ermetismo e poslermeiismo. Anche se l'intonazione di fondo, o piuttosto, l'«aura», rimane quella degli Anni Venti: di quella generazione di scrittori che — come disse lo stesso Solini nella memorabile prelazione al suo primo libro — immaturamente sorpresa dalla prima guerra. « si trovò, a vose finite, a dover ricominciare chi! principio»; e il cui dramma consisterà nel riacquistare fiducia « attraverso l'esercizio della critica ». volto soprallutto alla «ricerca di essenzialità e di stringente purezza ». per accorgersi poi di aver «fissalo all'arte un segno forse irraggiungibile, e forse oggetto più di pensiero clic di canto ». E' la situazione in cui nasce e si svolge la poesia di un Ungaretti, di un Saba, di un Montale; ma il giovane Solini vi si trova l'orse più a disagio di altri per quella sua strenua lucidila mentale, per quella razionalità che aspira all'ordine, alla « pulizia » anche espressiva: la slessa che lo farà sempre guardare alla classicità col rimpianto di cosa perduta. Erano, è vero, gli anni della Ronda, ma Solmi, per quanto lettore precoce e fervente di Leopardi, non soggiacque al « mito » rondesco. anzi carda* relliano. del poeta (e lo dimostrerà, più tardi, t'esemplare edizione delle sue opere curala per i « classici Ricciardi »). Ne trasse, certo, suggestioni e sollecitazioni, ma ad avviarlo verso uno sbocco lo aiutò l'assidua frequentazione della letteratura francese, e specialmente la lezione del Valéry. Accordare una classica chiarezza di dettalo con quella allusività del simbolo nella quale cercava rifugio la decadente spiritualità contemporanea, gli sembrò cosa da tentare. E mentre il criticò e il saggista, di formazione storicistica ma non crociani di stretta osservanza, venivano illuminando il perché psicologico forse prima che estetico dell'operazione, il poeta pubblicava le sue prime composizioni (alcune ancora in una prosa da poemetto). Ora. queste Poesie complete di Solini sono in versi, suddivise in gruppi che coi rispondono, grosso modo e con pause spesso assai ampie, ad altrettanti momenti del suo iter. Il primo, il più cronologicamente disseminalo, va dal 1924 alla guerra, e presenta, sotto quella compostezza e regolarità di modi che è propria di Solmi, una sostanziale incertezza o difficoltà ncll'aliuare quell'accordo. Fra echi di qualche crepuscolare, di Cardarelli, di Saba e poi di Montale, il più a lui vicino (.inevitabili in chi nel proprio tirocinio poetico si incontra con le esperienze del critico, ma anche forse voluti in funzione autoironica di confronto o di appoggio), la nostalgia di Solmi per la classicità non sempre riesce ad eludere i luoghi comuni della tradizione poetica, mentre l'essenzialità allusiva più che scaturire dall'interno della stilizzazione, rinnovandola, sovente risulta affidata ad accorgimenti sintattici o verbali. I lenii sono per lo più d'occasione, e non in senso goeihiano come avverrà più lardi: j aspetti della natura, paesaggi, j ore e stagioni, più o meno in simonia con gli siali d'animo ! simboleggiali. Poeticità, insorti- ! ma, diffusa, più che creazione i piena: ma ciò non loglie che qua e là non si apra al varco di un autentico moto lirico (« Canto di donna », 1926). O. ancor meglio, non sia pronta a felicemente concretarsi in poesia, quando intervenga quella « ispirazione posseduta da un pensiero», che costituisce l'ardua poetica di Solini: vale a dire la razionalità trasfusa in immagini facenti centro nell'uomo (l'uomo in quanto umanità). Come in « Bagno popolare » (1953). dove un motivo fischiettato da un ignolo bagnarne domenicale fa cadere di colpo le barriere della condizione sociale e del relativo linguaggio, suscitando nel poeta il senso della fratellanza umana. E' un tema che ritroviamo alcuni anni dopo, ma in circostanze più drammatiche e più alle, in quelP« Aprile a San Vittore », che è la più bella delle sue poesie sulla Resistenza (ai- aqfmsotlcdardeca«pecepjI!'II! quale Solmi partecipò alli- vamente, con il nome di Mario „ ... Rosselli: cui si intitola, appun- lo, il secondo gruppo del vo lume: 1944-45). Dove troviamo 'incile un Solmi ormai poetica Illcil'c sicuro, con una coscienza artistica che fa tutt'uno con quella civile e morale, senza forzature di toni. Che è poi il Solmi dell'ultimo e più ricco gruppo di poesie: il Solmi che giunge fino ad oggi, e che pur ritenendo tuttavia valida la lezione del Valéry, ha mirato a conciliarla con le istanze sempre più vive del presente, con i riferimenti al concreto. Dalle visioni di Parigi (« Torre Eiffel », « Place des Vosgcs ») a quelle di certi esterni milanesi, dalla fantasticheria di « Levania » (frutto del suo interesse per la fantascienza), a « La scuola serale » a « Lamento del vecchio » e « Aslronauta ». figure, oggelti. paesaggi, situazioni psicologiche e ambientali olire che allusive risultano ben determinate. L'occasione non è più accidentale, e la memoria è coscienza del presente, legata all'/ne et mine. : Un Solmi denso, pensoso, ispirato, avviato per una strada j che sarà, o è già. percorsa dai ; poeti più giovani. Un Solmi or- ' mai all'altezza del etilico e del saggista; il quale anche di recente ha dalo conferma del suo valore con il Saggio su Rittiband (Ed. Einaudi, lire 2500). dove ha riunito, riveduto e completalo i suoi scritti di tanti anni sul poeta francese, altra stella del suo firmamento. Arnaldo Boccili

Luoghi citati: Parigi