Cibi dll' America Latina in cambio di tecnologia

Cibi dll' America Latina in cambio di tecnologia Cibi dll' America Latina in cambio di tecnologia A Parma una grande rassegna di nove Paesi del Sud America - Importeremo frutta tropicale e carni, esportando macchine per l'industria conserviera - L'interesse della Comunità {Dai ìiostro inviato speciale) Milano, 11 settembre. Riceveremo frutta e carne dall'America Latina, in cambio di tecnologia. La prospettiva di questi scambi non è ipotetica, ma concreta, perché sia l'Italia che i maggiori Paesi dell'America del Sud hanno interesse ad incrementare i loro commerci. Avocado, ananas, pompelmi, banane, papaia, carni surgelate e liofilizzate (cioè in polvere, da consumarsi dopo un'immersione in acqua), pesci surgelati e altre decine di prodotti a noi poco noti dovrebbero diffondersi maggiormente sui mercati italiani. O per lo meno queste merci arriveranno nel nostro Paese senza tanti giri complicati, come succede oggi; e ciò vorrà dire eh ediminuirà anche il loro prezzo. Facciamo qualche esempio. Il pesce peruviano arriva sui nostri mercati attraverso la Spagna. I pompelmi possono entrare in Italia dall'America Latina solo in ottobre, ufficialmente per «motivi igieni- ci»; la Francia, che non ha ' una normativa cosi severa, acquista tutto l'anno questa frutta, che poi rivende anche al nostro Paese. Sono due esempi di «contorsioni commerciali», che possono essere utili a qualcuno, ma che danneggiano certamente il consumatore. Migliorando e semplificando i rapporti con i Paesi produttori, le merci arriveranno direttamente, e costeranno meno. Ma non è solo questo il vantaggio che potrà ricavare il nostro Paese. Infatti, i maggiori Paesi latino-americani possono acquistare da noi ciò che serve per lavorare e trasformare le loro immense ricchezze naturali, cioè le macchine per l'industria conserviera, un'industria molto avanzata in Italia, con un giro d'affari di decine di miliardi, e che lavora all'80 per cento per i mercati esteri. Di questo s'è parlato oggi a Milano, in una conferenza stampa per presentare la «Mostra delle produzioni agricolo-alimentari dei Paesi dell'America Latina», che si terrà a Parma dal 18 al 29 settembre. La rassegna — come hanno spiegato l'avvocato Tito Costa presidente dell'Ente mostra conserve alimentari e il dottor Mario Bertolini, presidente della Camera di commercio di Parma — sarà il punto di partenza per incrementare lo scambio commerciale tra Italia e America Latina. Vi parteciperanno ufficialmente nove nazioni: Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Honduras, Guatemala, Panama, Perù e Venezuela. Gli altri Paesi saranno rappresentati dall'Istituto latino-americano, sotto il cui patrocinio si svolge la rassegna. Il successo della Mostra, che ha richiesto un'organizzazione di oltre due anni, è assicurato dalla presenza a Parma durante il periodo espositivo, di ministri e alti funzionari dei vari Paesi partecipanti. Indubbiamente .gli Stati sudamericani stanno perseguendo una politica di sviluppo in base a piani a lunga scadenza, con sensibile au-, mento delle produzioni agricole. Essi hanno eccedenze talvolta forti di prodotti alimentari: devono esportare. Allo stesso tempo, ha detto il dottor Bertolini, è evidente che per le produzioni alimentari l'Europa è quasi dovunque il cliente più importante, almeno per le produzioni maggiori, e in Europa è la I Cee che detiene il primato. Ma con la Cee le relazioni i commerciali di questi Paesi hanno subito vicissitudini: la conferenza di Punta del Este j dello scorso marzo non ha potuto tacere alcune perplessità verso la Comunità europea. E dei rapporti tra i Paesi latinoamericani e la Cee si parlerà a Parma in un importante '» convegno dal tema: «Le esportazioni alimentari dell'America Latina verso l'Europa e i problemi del loro incremento e della loro regolamentazione». Nell'incontro, cui parteciperanno anche alti funzionari di Bruxelles, verranno discusse le disposizioni legislative, di natura economica, doganale, sanitarie in vigore nei Paesi sudamericani, in confronto con quelle vigenti nella Comunità europea, allo scopo di arrivare in breve tempo a una revisione o a un aggiornamento. Questo convegno si presenta non solo interessante, ma anche contrastato. Infatti, se qualche resistenza può venire all'iniziativa di Parma è proprio dalla Comunità europea. Gli organizzatori hanno consultato Bruxelles prima di muoversi e ne hanno avuto non solo il benestare, ma addi-: rittura l'assicurazione che essi stavano precorrendo gli in-1 tendimenti comunitari per quanto riguarda i rapporti ! con l'America Latina e in genére con i Paesi in via di svi- ! luppo. Ma ciò non toglie che frutta e carni presentino almeno periodicamente o per zone geografiche delle eccedenze. Per la frutta, si ricorderà che la Cee ha dato premi a chi estirpava impianti; per la carne, non è un mistero che tutti i magazzini comunitari ne sono pieni (si parla di 300 mila tonnellate) e che anche le stive delle navi j nei porti di Amburgo e Rot-1 terdam sono colme di bistec-1 che surgelate, che nessuno 1 vuole comperare. Importare altra frutta o al-1 tra carne da Paesi terzi po- | trebbe perciò essere un ri-1 schio per l'agricoltura euro- j pea. Ma ci pare non si debba eschprapetapdcaIscml9cn44s43mdfcccfifflmsepyn essere pessimisti. Infatti, più che all'incremento delle importazioni si tende a migliorare gli scambi, per renderli più scorrevoli e proficui per entrambe le parti. Inoltre l'Italia troverà nuovi sbocchi per un importante settore della sua industria metalmeccanica. Livio Burato

Persone citate: Bertolini, Livio Burato, Mario Bertolini, Tito Costa