Quale finanziamento alle banche Sindona?

Quale finanziamento alle banche Sindona? L'operazione Banco di Roma Quale finanziamento alle banche Sindona? La Banca d'Italia ha presentato il 5 settembre un esposto all'autorità giudiziaria sull'attività del finanziere - Lo ha reso noto ieri a smentita delle notizie diffuse dall '« Espresso » (Dalla redazione romana) Roma, 11 settembre. Il 5 settembre la Banca d'Italia «ha istruito il direttore della sede di Milano affinché presentasse un esposto all'autorità giudiziaria, allegando i rapporti redatti dagli ispettori che indagano sulle vicende della Banca Unione e della Banca Privata Finanziaria dal primo luglio scorso». Le banche in questione sono quelle di Michele Sindona, confluite prima del crollo del finanziere siciliano nella Nuova Banca. L'annuncio è contenuto in un comunicato diramato oggi dalla Banca d'Italia, in seguito alle «notizie diffuse da un settimanale, concernenti l'entità dei crediti concessi dal Banco di Roma al gruppo Sindona e alle banche da esso controllate». Il settimanale chiamato in causa è L'Espresso, che, nel numero in vendita domani, pubblica un articolo di Eugenio Scalfari, la cui conclusione afferma: «Siamo di fronte al più grosso scandalo finanziario e politico di questi anni. Parlamento e magistratura a questo punto non possono tardare neppure un minuto di più a intervenire». Lo «scandalo», ovviamente, non sta nel crollo di Sindona, in Italia (Banca Unione e Banca Privata Finanziaria, confluite di recente a formare la Nuova Banca) e all'estero (dissesto dell'americana Franklin National Bank), ma — secondo L'Espresso — nel comportamento del Banco di Roma e della stessa Banca d'Italia. Il Banco di Roma, anziché limitarsi ad anticipare 128 miliardi, contro garanzia di 230 milioni di azioni della Generale Immobiliare (società già controllata da Sindona), avrebbe successivamente versato, per far fronte agli impegni del finanziere siciliano, «una montagna di denaro», e precisamente oltre 300 miliardi, che potrebbero salire a 400, con le perdite della Edilcentro, la divisione finanziaria della Immobiliare. La Banca d'Italia, sempre secondo L'Espresso, sarebbe causa di scandalo perché «manovrerebbe sui tassi (attivi e passivi, n.d.r.) con misure di favore, fino a concorrenza delle perdite », sul denaro che il Banco di Roma riceve in prestito dal nostro istituto di emissione, oppure dà in deposito. L'aspetto «politico» dello scandalo, infine, consisterebbe nei versamenti che Sindona avrebbe fatto a favore della democrazia cristiana e che avrebbero «assunto una mole sempre più consistente subito dopo lo scandalo dei petrolieri», quando la de si sarebbe trovata improvvisamente «a secco di denaro a causa dell'inaridimento della tradizionale fonte di finanziamento», proprio nel pieno della campagna contro il divorzio. «Solo una risposta esau riente può, a questo punto, chiarire la situazione», afferma il settimanale. In attesa che «intervengano» Parlamento e magistratura, la risposta è venuta, subito dopo la visione in anteprima de L'Espresso, dalla Banca d'Italia, con il comunicato già menzionato e che riassume la situazione in quattro punti. Il primo conferma che l'esposizione del Banco di Roma è, com'è sempre stata, di 128 miliardi e mezzo di lire e che, «sulla base dei pegni costituiti in garanzia », non esiste alcun rischio per il Banco di Roma, la cui assistenza alla Banca Privata è esclusivamente di uomini, che ne hanno assunto l'amministrazione per assicurarne il regolare funzionamento. Il secondo punto dichiara che l'intervento della Banca d'Italia s'ispira alla costante direttiva degli istituti di emissione in generale, cioè quella di garantire, «nella misura del possibile» la solvibilità e la liquidità delle aziende di credito. Il terzo punto del comunicato, dopo aver precisato che «il suddetto intervento non esclude in alcun modo il perseguimento delle responsabilità penali», dà l'annuncio dell'esposto all'autorità giudiziaria, che costituisce la vera «notizia del giorno», e che significa che la Banca d'Italia ha accertato il volume delle perdite della Banca Privatasotto la gestione SindonaL'ultimo punto sottolinea il fatto che le operazioni in cambi effettuate dalla Banca Unione e dalla Banca Privata (e che, secondo L'Espressoavrebbero provocato una perdita di 200 miliardi) «non sono state né avrebbero potuto essere rilevate dall'organo di vigilanza, essendo state poste in essere senza alcuna registrazione contabile». E' probabile che sia un punto, questo, da rimeditare, non solo perché nGn smentisce né conferma la presunta perdita di 200 miliardi, ma perché lascia intravedere quali possibiiltà possano avere le «operazioni in cambi», purché non venga no «registrate te». Per quanto riguarda il futuro della Banca Privata Italiana si può, infine, dedurre dal comunicato che essa resterà in vita (sarà acquistata dal Banco di Roma), ma Sindona e il suo gruppo dovranno far fronte alle loro responsabilità, anche penali, se la magistratura si pronuncerà in questo senso. Su un punto L'Espresso non corre il rischio di smenti- contabilmen- i te: il pacchetto di 230 milioni di azioni Immobiliare, dato in garanzia dei 128 miliardi anticipati dal Banco di Roma, alle quotazioni attuali di Borsa vale circa 92 miliardi. E' vero, però, che la Borsa — non solo in Italia — è attualmente bassa in modo anormale, patologico. Inoltre un «pacchetto di comando» non si valuta di solito alle quotazioni di Borsa (ammesso, d'altra parte, che il comando ne valga la pena). Infine, il prezzo al quale il Banco di Roma dovrebbe venderlo per «rientrare» è di 561 lire, una via di mezzo tra le 400 lire della quotazione e le 700 lire del valore «minimo» attribuito alle azioni Immobiliare dal professor Tancredi Bianchi, dell'Università di Roma, al quale lo stesso istituto di credito ha affidato la perizia di accertamento.

Persone citate: Borsa, Eugenio Scalfari, Michele Sindona, Sindona, Tancredi Bianchi

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma