Crack (2 miliardi) di una commissionaria in Borsa: la rovina per molti risparmiatori

Crack (2 miliardi) di una commissionaria in Borsa: la rovina per molti risparmiatori Il clamoroso annuncio in un comunicato degli agenti di cambio Crack (2 miliardi) di una commissionaria in Borsa: la rovina per molti risparmiatori Responsabile della società una donna di 73 anni, molto intraprendente, già impiegata presso un agente di cambio di cui ha ereditato la clientela - Dove sono finiti i titoli azionari che le erano stati affidati? Li ha venduti? Ma come, senza mandato? Una commissionarla in Borsa Ita dichiarato « la propria insolvenza » c si inizierà nei suoi confronti la « liquidazione coattiva » clic equivale in pratica ad una procedura fallimentare con possibili, gravi conseguenze (Il c». ratiere penale. La notizia è stata data ieri alle 13 in un comunicato del « comitato direttivo » degli agenti di cambio della Borsa valori della nostra città. Nell'annuncio si precisa che « da quanto risulta finora non è prevista alcuna ripercussione in Borsa ». Non ci saranno dunque clamorosi « crack », ma il dissesto della commissionarla (11 « deficit » si aggirerebbe sul due miliardi) coinvolgerà probabilmente parecchi piccoli risparmiatori che le avevano affidato I frutti di anni di coscienzioso lavoro e di sacrifici. La commissionaria è Paola Cantone vedova Caramello, ha "3 anni, abita in piazza Solferino 7. Nel 1Ì1G5 con altre due persone aveva costituito una società In accomandita semplice che portava 11 suo nome e nella quale figura « illimitatamente responsabile ». Prima di seguire comunque le vicende di questa società e di fare qualche ipotesi sulle cause del tracollo, che appaiono molto nebulose, vediamo di addentrarci un momento e in maniera molto semplice e schematica nel mondo degli operatori finanziari. Si possono individuare tre categorie: degli agenti di cambio, delle banche e dei commissionari e commercianti in titoli. Gli agenti di cambio hanno la qualifica di pubblici ufficiali, sono iscritti in un apposito albo e sono gli unici legittimati all'accesso nel mercato di Borsa, al quale le banche inviano semplici osservatori. Le banche e i commissionari possono dunque agire in Borsa solo tramite gli agenti ai quali affidano per le operazioni i titoli azionari od obbligazionari ri- anni, Lungo Po Antonelli 17. La donna, in quanto socia accoman dataria si era assunta una respon sabilità illimitata, mentre gli al tri due soci «accomandanti» avrebbero dovuto rispondere solo cevuti in deposito dai privati con il dovere di custodirli con « la diligenza del buon padre di famiglia ». Dovere che, a quanto pare, la Caramello non ha assolto nel migliore dei modi. C'è comunque una differenza tra il deposito presso banche e quello presso i commissionari. Il primo offre in genere maggiori garanzie perché è un contratto scritto, per il secondo basta la semplice consegna manuale dei beni. Le attività dei commissionari, i quali possono agire sia individualmente, sia dopo aver costituito ima società, non si limitano al settore dei titoli. Essi maneggiano anche denaro facendo mutui, cambi di valuta e più in generale, come precisa il Codice civile, acquistano o vendono beni « in nome proprio, ma per conto del committente », cioè del privato che li incarica di volta in volta di compiere determinate operazioni. Affari quindi molto vari e delicati nei quali Paola Caramello, donna, a quanto si dice, molto volitiva e intraprendente, si era tuffata con discreta disinvoltura da una decina d'anni. Prima era stata impegata presso un noto e qualificato agente di cambio. Luigi Oggero, morto nel 1964. Nel settembre dell'anno successivo la Caramello ha cercato di subentrargli nell'attività, ma la sua richiesta d'iscrizione nell'albo degli operatori di Borsa è stata respinta. Non si sa perché. Per il lavoro di commissionario basta ad ogni modo una semplice autorizzazione della questura che la vedova non ha avuto difficoltà ad ottenere. Il 15 settembre del 1965 ha costituito una società in accomandita semplice « Caramello Paola & C. » con un capitale di due milioni. L'ente è stato registrato una settimana dopo presso la Camera di commercio con numero 374649. Lo scopo dichiarato era « l'effettuazione di operazioni in funzione di commissionari o intermediari, inerenti la compravendita, il possesso, i rapporti, la gestione ed il collocamento di titoli pubblici o privati ». La sede era situata in via Andrea Doria 15, dopo è stata trasferita in via Bertolotti 2. Dei due milioni di capitale sociale, 500 mila lire risultavano depositati dalla Caramello, e 750 mila lire ciascuno dagli altri due soci originari il rag. Marco Bettica, 55 anni, commerciante di Luserna San Giovanni e l'architetto Sergio Hutter Iontos, 48 matudbrla do24,suvofinso Huto sucoscenticotepechè nisodisatoGanC per la quota versata. L'« acco- ' coiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiihiiiiiiiii i iin mandlta » ha avuto varie vicissitudini. Il rag. Bettica nel febbraio dell'anno scorso ha ceduto la sua quota al pensionato Osvaldo Novo, 78 anni, viale Thovez 24, 11 quale afferma ora di essere subentrato « solo per fare un favore alla signora » che conosceva fin da quando era impiegata presso il dott. Oggero. Dal canto suo Hutter sostiene di essere receduto tempo fa; l'operazione non risulta trascritta alla Camera di commercio, ma l'architetto esibisce una prova inconfutabile, un regolare atto firmato dal notaio. Pur in questa strana processione di personaggi sembra che per un certo tempo gli affari siano stati abbastanza buoni. C'è chi dice: « La signora Caramello anche se non era riuscita a diventare agente di cambio aveva saputo mantenere la clientela dell'Oggero » e qualcuno aggiunge che anzi « era cresciuta ». Da chi fosse composta questa clientela non si sa con esattezza. Di certo ci saranno state facoltose persone, alle quali ora l'im¬ provviso dissesto porta solo qualche disagio passeggero. Ma è assai probabile, come accade spesso, che l'ossatura delle molteplici attività sociali fosse costituita dagli apporti di piccoli risparmiatori che ora si trovano improvvisamente in rovina. Le indagini accerteranno come si sia giunti al dissesto improvviso con un passivo presunto di due miliardi. Ufficialmente pare che nei mesi addietro non ci siano stati segni premonitori del crack. C'è chi avanza ora l'ipotesi di un'incauta manovra speculativa. E chi si domanda, come fanno alcuni funzionari di banca, in quel modo la Caramello « abbia potuto mangiarsi i titoli azionari che i risparmiatori le avevano affidato ». E' molto probabile infatti che oltre a denaro liquido e ad obbligazioni al portatore, la donna fosse in possesso di un cospicuo numero di titoli nominativi. Dove sono finiti? Li ha venduti? Ma come è stato possibile senza il mandato dei proprietari che risultano all'oscuro di tutto? Ce chi avanza il sospetto che la donna sia stata aiutata nell'operazione da qualcuno che ha falsificato firme e documenti. E' solo un sospetto beninteso. L'inchiesta della magistratura dovrà chiarire ogni risvolto della vicenda. La Caramello è introvabile: chiuso l'ufficio, deserto l'alloggio. Per i piccoli risparmiatori, proprietari delle azioni, non rimane ora, come ci dice un esperto, che « chiedere l'ammortamento », presso l'ente che ha emesso il titolo. Ma per ragioni varie è un procedimento molto complesso e richiede oltretutto un certo periodo di tempo. Mentre le esigenze di chi aveva affidato alla Caramello beni e speranze incalzano, con drammatica urgenza. Servizio di: Clemente Granata, Massimo Boccaletti, Marco Marello, Adriano Provera Paola Caramello, responsabile della società - Gli agenti di cambio dicono: "Non ci saranno ripercussioni in Borsa"

Luoghi citati: Luserna San Giovanni