Minori ordinazioni nell'abbigliamento di Gianni Bisio

Minori ordinazioni nell'abbigliamento Ma non è il caso di drammatizzare Minori ordinazioni nell'abbigliamento Secondo il direttore della Generalmoda soltanto il segmento più basso del mercato risentirà della recessione - Prezzi: aumento deH5-25perceiUojcostod^ 47 per cento in più « Se stessimo ad ascoltare le "voci" che circolano nell' ambiente dell' abbigliamento non dovremmo neppure incominciare la campagna delle vendite. Ma non possiamo limitarci ad ascoltare "voci". Poi magari succede come al calabrone: tecnicamente non potrebbe volare, però non lo sa e vola lo stesso ». Il paradosso mezzo ironico mezzo ottimistico è del dott. Rodolfo Tasso, direttore generale della "Generalmoda", una delle aziende "salvate" dall'intervento della finanziaria Gepi. La sua produzione, esclusivamente maschile, copre una fascia medio-alta del settore. « Le prime indicazioni che si hanno dopo le ferie sono abbastanza contraddittorie — dice il dott. Tasso — perché alcune ditte sono al 50 per cento del "budget" previsto per quest'epoca, altre si avvicinano abbastanza alle previsioni. Obiettivamente non ho nessuna notizia di aziende che siano al di sopra del "budget" come invece era accaduto per la passata stagione. Anche dall'estero le richieste non sembrano essere ai livelli sperati ». La crisi influirà certamente sugli acquisti delle famiglie italiane tanto che qualche pessimista ha già detto che quest'anno « più che vestirsi ci si limiterà a coprirsi ». E' previsto un contraccolpo nell'industria dell'abbigliamento? Secondo il dott. Tasso dipenderà molto dai « segmenti » di mercato: « Quelli più bassi avvertiranno certamente il fenomeno recessivo in quanto la spesa alimentare sta assorbendo tutto il salario. La gente, pur andando di meno in automobile, non ci rinuncia. A grandi linee oggi la scala della priorità è questa: prima si mangia, poi si va in auto, infine ci si veste. Noi per fortuna operiamo in una fascia di mercato dove la diminuzione del reddito non obbliga il consumatore a scelte alternative tipo o mangiare o vestirsi ». Prezzi. « La media del mercato vede un aumento, in un anno, che va dal 15 al 25 per cento. O sono aumentati i prezzi o nel caso che siano stati mantenuti, sono stati declassati i tessuti o le lavorazioni ». I sindacati hanno accusato le aziende di fare nell'allarmismo per creare un lima favorevole alle rist.-utturazioni: « E' una politica che possono fare grossi grupp' di tipo paramonopolìstico in quanto nella loro fascia di mercato sono sovrani. Una politica di allarmismo è meno pericolosa per aziende che operano in regime di monopolio e di oligopolio perché possono sempre drenare il loro mercato. Gli altri dovrebbero stare più attenti. Quanto poi al Paese possa giovare il clima di allarmismo 10 lascio giudicare a voi ». Anche il costo del lavoro è posto fra i responsabili della crisi. « E' salito parecchio e sale continuamente per la contingenza, tuttavia sono il primo ad ammettere che non sale in proporzione all'aumento del costo della vita. Vi sono però due grandi gruppi di aziende: quelle die hanno sede nei grandi centri urbani e quelle che sono invece in zone prevalentemente agricole. Queste ultime sono avvantaggiate perché chi ha un operaio con fonti di reddito sia pur marginali legate alla terra è in condizione di sopportare molto meglio il continuo aumento dei costi. Qui alla Generalmoda negli ultimi 12 mesi 11 costo del lavoro è salito del 47 per cento anche sulla base del nuovo contratto ». « In questo momento — aggiunge il dott. Tasso — il settore in cui tira di più aria di pessimismo è quello tessile. Un po' perché i biellesi sono abituati a piangere. Un po' perché obiettivamente fino a pochi mesi fa hanno avuto un "boom" fortissimo assolutamente slegato dall'andamento dei consumi. Ciò è dovuto ad acquisti speculativi del "trasformatori" in previsione degli aumenti. Molti hanno riempito i magazzini di tessuti (c'è stato quasi un imboscamento) ed oggi si trovano in difficoltà con delle materie prime che fatalmente hanno subito un'obsolescenza. Anche la semplice grisaglia può diventare "vecchia" in pochi mesi per una sia pur lieve variazione di colore nella moda ». L'imposizione di una moda per svuotare i magazzini (era accaduto ai tempi del «maxi») è oggi impensabile: « Non vi sono le infrastrutture per una operazione di questo tipo e soprattutto in Italia non esiste la capacità creativa, soprattutto nel settore femminile. Quella maschile è solo apparentemente determinata dai produttori. Quando viene lanciato un colore non lo si impone, si asseconda soltanto una variazione naturale ». Alla base della crisi dei tessili, soprattutto di quelli biellesi, sta quindi una utilizzazione forzata degli impianti avvenuta lo scorso anno quando il prezzo della materia prima era alto: inevitabilmente ora la richiesta è minima, tanto più che il calo delle lane è già cominciato e tutti sono in attesa di comprare. Dice il dott. Tasso: « L'abbigliamento ha un mercato che non cresce più del 3,5-4 per cento all'anno, è statico e segue a malapena l'andamento demografico. Chiunque contasse su mutazioni radicali del mercato farebbe gli stessi errori dei grandi confezionisti negli anni del cosiddetto miracolo economico, quando non si sono resi conto che non stava aumentando il mercato, ma si stavano spostando le abitudini dall'abito del sarto artigiano a quello dell'industria. Finché vi è stato spostamento dalla sartoria alla confezione tutto è andato bene, ma quando questo spostamento si è fermato decine di aziende sono crollate: alcune sono sparite, altre sono in vita grazie all'Inter- > vento pubblico ». Sul futuro il dott. Tasso preferisce non fare previsioni. Osserva che per il momento c'è soltanto un indice che indurrebbe a preoccupazione: « I pagamenti, per fortuna non tutti, si stanno facendo molto faticosi. Le giustificazioni sono duplici: vendita scarsa e taglio del fidi da parte delle banche. C'è anche qualche tentativo di annullamento degli ordini non accettabile in quanto la produzione è già stata programmata. Quanto tutto questo dipenda dalla situazione reale o dalle notizie allarmistiche che si leggono sui giornali è difficile dirlo ». Gianni Bisio

Persone citate: Rodolfo Tasso

Luoghi citati: Italia