C'era un fiume di whisky

C'era un fiume di whisky C'era un fiume di whisky L'aumento dell'Iva dovrebbe ridurre il forte consumo italiano - Preoccupazioni in Scozia i /Dal nostro corrispondente) j Londra, 9 settembre. Una triste notizia per la Scozia ma lieta per l'Italia. Che accade? I produttori scozzesi di whisky temono che la nuova tassazione italiana sui beni di lusso trasformi rapidamente in un ru- scelio il fiume di « scotch » t che da tempo scorre verso il i nostro Paese. Un portavoce j della Scotch Whisky Associa tion, una specie di Confìndustria delle più potenti distillerie, ha dichiarato oggi: « Le vendile in Italia diventeranno mo'.io più difficili. La nuova imposta ci ha inflitto un brutto colpo ». Sono preoccupazioni che [ possono sembrare eccessive: i ma non lo sono affatto, poi- : ché la «povera» Italia, con la ] sua malandata bilancia dei pagamenti, è il terzo mercato del mondo per questa im- I =ett' antiquariato ai vuii\ esotici). Nei primi sei mesi , c]i quest.anno> prima cioè del. I portantissima esportazione britannica. (Si potrebbe ag- ! giungere che, da alcuni anni, l'Italia è tra i massimi com- j pratori internazionali di mer- : ci superflue e costose, dai dia- j manti alle pellicce, dagli og- cibi | j la crisi e dell'« austerità », le \ vendite di « scotch » in Italia ] avevano superato i due milio- ni di galloni, per un valore complessivo di circa 13 miliardi di lire. E' un aumento che gli scozzesi, per primi, descrivono con l'aggettivo spectacular. Se ne comprende più facilmente la sbalorditiva misu- ra, se si pensa che, rispetto al '73, il fiume di whisky bevuto dagli italiani è cresciuto del 32 per cento in volume e di ben il 43 per cento in valore. Ma adesso — dicono i produttori — l'epoca d'oro dovrebbe essere finita. L'Iva sul whisky è stata innalzata dal 1B al 30 per cento: « E' impensabile che gli italiani continuino a berlo al nuovo prezzo», commentano a Edimburgo. Per singolare coincidenza, è invece un periodo favorevole per i vini italiani in Gran Bretagna. Il vermuth sta toccando cifre da primato. Qualche voce giornalistica ha in- dicato la possibilità di « rap presaghe », in altre parole una più elevata tassazione in glese sui nostri alcolici. Sem- bra improbabile, per molti motivi. E' improbabile anche perché l'industria del whisky traversa un periodo partico larmente felice. Un calo del le vendite in Italia rattriste rà gli scozzesi, ma non trop po. La domanda internazio naie è in aumento. Un mi liardo di galloni sta matu rancio nelle distillerie. Il mercato numero uno per lo scotch resta sempre l'America, la cui insaziabile sete rappresenta una benedizione per la bilancia britannica dei pagamenti. Complessivamen te, lo scorso anno, quest'isola ha esportato whisky al mon do per un valore di 225 mi liardi di lire, il prezzo di ben 42 milioni di galloni. m. ci.