Ad un italiano il "premio,, più ambito dai matematici

Ad un italiano il "premio,, più ambito dai matematici Consegnate a Vancouver le Medaglie Fields Ad un italiano il "premio,, più ambito dai matematici Il massimo riconoscimento mondiale (al Congresso internazionale dei matematici) a Enrico Bombieri, 34 anni, professore a Pisa - La "medaglia" per i risultati in teoria dei numeri, in geometria algebrica, nella teoria delle equazioni differenziali (Nostro servizio particolare) Vancouver, settembre. Per la prima volta il massimo riconoscimento mondiale a cui possa aspirare un matematico è stato assegnato a un italiano. Un glande, interminabile applauso si levò dall'immensa sala del teatro « Queen Elizabeth » di Vancouver, affollato all'inverosimile da migliaia di studiosi giunti da ogni parte del mondo per partecipare al diciassettesimo Congresso Internazionale dei Matematici, quando il professor Chandrasekharan, presidente dell'Unione Matematica Internazionale, annunciò che le due Medaglie Fields erano slate assegnate a Enrico Bombieri professore a Pisa e a David Mumford di Harvard. La storia delle Medaglie Fields è poco nota ed è in un certo senso legata a quella dei Premi Nobel. Nel 1896 l'inventore della dinamite, morendo, dispose che la sua immensa fortuna, frutto essenzialmente delle sue invenzioni, fosse destinata alla costituzione di un fondo e gli interessi distribuiti ogni anno sotto forma di premi, senza distinzione di nazionalità, a coloro che avessero reso i maggiori servigi all'umanità nel campo della fisica, della chimica, della fisiologia e medicina, a chi maggiormente si fosse distinto nel campo della letteratura e a chi più avesse fatto per la fraternità tra le nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli eserciti, per promuovere congressi di pace. Stranamente, nelle ultime volontà di Alfred Nobel la matematica venne ignorata. Forse perche, probabilmente anche per difetto di informazione storica, non era chiaro in lui il grande ruolo che le matematiche, dal tempo di Newton in poi, avevano avuto nel progresso delle scienze fisiche. L'iniziativa di istituire un riconoscimento per la matematica comparabile come prestigio ai Premi Nobel risale al canadese John Charles Fields, che presiedette il settimo Congresso Internazionale dei Matematici, tenutosi a Toronto nel 1924. Nel 1932, anno della sua scomparsa, il 9° Congresso, che si tenne a Zurigo, accogliendo la proposta di Fields, dispose di assegnare ogni quattro anni, in occasione di ogni congresso, due medaglie d'oro a due matematici che si fossero maggiormente distinti con lavori di eccezionale interesse. Estremamente difficile sarebbe stata la scelta tra i massimi matematici del tempo, quali, per citarne soltanto alcuni, Hilbert, Cartan, Hadamard, Weyl, Lebesgue e, non ultimi, gli italiani Volterra, Levi-Civita, Enriques, Severi. Pertanto, e in accordo con la volontà espressa dal professor Fields che il premio non dovesse costituire soltanto un riconoscimento per i risultati conseguiti in passato, ma anche un incoraggiamento per le ricerche future, la scelta, sin dalla prima assegnazione, e non senza esitazioni che si ripetono ogni volta, venne ristretta a matematici di età non superiore ai quarant'anni. Le prime due medaglie vennero assegnate ad Oslo nel 1936; le successive, a Harvard nel 1950, ad Amsterdam nel 1954, a Edimburgo nel 1958, a Stoccolma nel 1962. Al Congresso di Mosca, nel 1966, ne vennero assegnate quattro, e quattro ancora ne vennero assegnate nel 1970 a Nizza, per ritornare nuovamente a due al Congresso tenutosi in questi giorni a Vancouver. Complessivamente, venti medaglie in un arco di tempo di quarant'anni, delle quali cinque agli Stati Uniti, quattro alla Francia e alla Gran Bretagna, una rispettivamente alla Finlandia, Norvegia, Svezia, Russia e Italia. Fra i premiati, nell'impossibilità di elencarli tutti, ricorderemo Laurent Schwartz per la sua grande teoria delle distribuzioni che costituisce un vero rinnovamento e ampliamento dell'intera analisi matematica e che è di fondamentale importanza per la fisica; René Thoni, il cui pensiero matematico ha avuto sviluppi tanto arditi da superare le tradizionali frontiere di applicabilità della matematica per investire, con nozioni e strumenti totalmente nuovi, campi che appaiono incredibilmente lontani da ogndescrizione e interpretazione in termini matematici; Lars Hòrmander per i fondamentali studi sulla teoria delle equaziondifferenziali alle derivate par ziali. equazioni che svolgono un ruolo insostituibile nella fisica; |ohn Milnor per i contributi che portarono alla creazione di quel nuovo ramo della matematica che va sotto il nome di topologia differenziale; Kunihiko Kodaira per i grandi risultati conseguiti specialmente nell'ambito della geometria algebrica, ai quali si affiancano o si collcgano i contributi e gli sviluppi di altri eminenti premiali, quali |canPierre Serre e Alexander Grothendieck che si distinguono nelle loro ricerche per un'esasperata, a volte quasi allucinante, astrattezza. A Enrico Bombieri. non ancora trentaquattrenne, la Medaglia Fields è stala conferita per i risultati conseguiti in teoria dei numeri, in geometria algebrica, nella teoria delle equazioni differenziali alle derivate parziali, nello studio delle superfici di area minima con bordo assegnato. Fra i venti matematici premiati sino ad oggi egli è forse quello che più ha spaziato in campi tanto svariati della matematica, « raggiungendo risultati di pregio altissimo e rivelando una singolare capacità di impadronirsi degli strumenti moderni più disparati e di saperli utilizzare tacendoli convergere verso la soluzione di ardui e fondamentali problemi », come sta scritto nel giudizio con cui sei anni fa gli veniva conferito il premio « Renato Caccioppoli », che ricorda il grande matematico tragicamente scomparso quindici anni or sono. E in un certo senso, per la sorprendente vastità di interessi e per l'immensa cultura egli ricorda quell'ideale di matematico universale, scomparso ormai, con i leggendari Poincaré e Hilbert, da parecchi decenni, che riesce, e non si sa come, dato il ritmo vertiginoso con cui la matematica si va sviluppando da centocinquant'anni a questa parte, a seguirne per intero l'evoluzione. Troppo arduo sarebbe qui illustrarne l'opera, sia pure in termini vaghi. Ci limiteremo a ricordare che nella teoria dei numeri, un ramo della matematica tanto antico quanto difficile, la sua memoria On the large sieve (« Sul grande crivello »), scritta quando era appena ventiquattrenne, è tra le più grandi di questo secolo. Ed è motivo di tristezza pensare che non sia più tra noi, a gioire del successo del suo allievo, colui che indirizzò Enrico Bombieri a questa teoria, il profes- sor Giovanni Ricci, scomparso esattamente un anno fa, il 9 settembre 1973. Di Bombieri ricorderemo ancora la folgorante carriera: a sedici anni pubblica il suo primo lavoro, degno di un ricercatore maturo; a diciollo conosce per intero la vastissima opera di Hermite, al punto da mettere in seria difficoltà, alla licenza liceale, l'esaminatore di matematica, che probabilmente del grande matematico francese del secolo scorso ricordava soltanto il nome; durante gli anni dell'Università accumula risultati su risultati che gli danno risonanza in campo internazionale; subito dopo la laurea diventa collaboratore di Davenport presso l'Università di Cambridge; a due anni dalla laurea risulta primo all'unanimità al concorso per la cattedra universitaria. Professore di analisi matematica a Pisa dal 1966, in quell'ambiente di matematici di primissimo ordine sviluppa le sue ricerche nel campo della geometria algebrica (una disciplina che ebbe i suoi primi grandi sviluppi in Italia, ad opera essenzialmente di Guido Caslelnuovo, Corrado Segre, Federigo Enriques e Francesco Severi), si dedica alla teoria delle funzioni analitiche, alle equazioni differenziali alle derivate parziali in connessione con il difficilissimo problema della determinazione delle superfici di area minima con bordo assegnalo e relative generalizzazioni, un campo in cui tanto si è distinto da vari anni a questa parte un altro brillantissimo matematico italiano, Ennio De Giorgi. Occorre ancora aggiungere che al Congresso di Vancouver una delle conferenze generali, la più affollata e la più applaudita, è stata tenuta proprio da Boni- i bieri, che ha illustrato parie dei contributi dati in questi anni dalla scuola matematica italiani alla teoria delle equazioni differenziali alle derivate parziali e al problema delle superfici di area mìnima. Era dal lontano 1954, quando fu invitato Beniamino Segre, che un matematico italiano non era più chiamato a tenere una conferenza generale! a un congresso internazionale. L'altra Medaglia Fields è stala assegnata al trentasettenne David Mumford, professore nella famosa Università di Harvard. Il riconoscimento gli è stalo I confcrito per i suoi risultali nel- i la geometria algebrica j «La scuola matematica italia-\• ... .na sembra caduta m uno stalo \ di sclerosi», scusse venticinque anni fa Andre Weil, il più pie-1 sligioso fra i fondatori della cor-1 vante matematica che si cela die-1 tro il nome di Nicolas Bomba-1 ki: la scuola matematica ilaliana è slata oggi, per più di un aspel-1 lo, tra i grandi protagonisti del ' diciassettesimo Congresso Inter nazionale dei Matematici. Dionigi Galletto Enrico Bombieri