Supermercato di botteghe di Francesco Santini

Supermercato di botteghe Bologna: piccoli negozianti s'associano per sopravvivere Supermercato di botteghe Per resistere alla grande distribuzione ventisette piccoli bottegai di un quartiere periferico si sono trasferiti dai portici a un nuovo grande centro commerciale: costo un miliardo, anticipato da una banca su garanzia del Comune (che ha "prestato" l'area per 29 anni) (Dal nostro inviato speciale) .Bologna, 5 settembre. Scompare a Bologna il falscino delle mille botteghe affacciate sui portici, trionfa la funzionalità e l'associazioni- smo, in un clima asettico e |ordinato: ultimo nato, nel]nuovo insediamento di abita-Izioni popolari, oltre Porta La me, è il centro commerciale «Marco Polo». Una costruzione gigantesca, in cemento, vetro e acciaio, che offrirà da domani agli 11 mila abitanti del quartiere, destinati a raddoppiarsi nei prossimi anni, una gamma completa di prodotti e di servizi, in un nuovo concetto di distribuzione commerciale. L'idea base è semplice: trasformare il rapporto generalmente antagonistico tra esercente e cliente in uno strumento di dibattito e di partecipazione a livello di quartiere Queste, almeno, le intenzioni degli amministratori della città che, in principio perplessi, hanno poi contribuito in modo decisivo alla realizzazione dell'opera: 7 mila metri quadrati su due pian;, realizzati su un'area messa a disposizione dal comune. Costo del complesso: oltre un miliardo, anticipato dalla Banca delle Cooperative. Il punto chiave della nuova struttura che si presenta come uno degli esempi più avanzati d'Europa in tema di distribuzione, sta nella gestio- . ne individuale degli stands, da parte dei vecchi commerlcianti della zona. Lasciate le fa - antiche botteghe, si sono trasferiti in 27 nel nuovo centro convogliandone la clientela, e | partecipando in modo diretto l] alla gestione del proprio eser-Icizio e all'intero andamento e a i i, oo e alrueenri o ia iaa e. n a a onio- del complesso commerciale. Il «Marco Polo», che domani sindaco, giunta, Provincia e presidente della Regione inaugureranno con un'imponente cerimonia, nasce dall'iniziati- cntrsipmtpsbpuva di un singolo, Alberto Ri-j imondi, 45 anni, titolare di un i apiccolo negozio di latticini | a e nel quartiere Lame. «Ero sul li porta della mia bottega — racconta — e pensavo agli affari che diminuivano, ai clienV che si diradavano all'avanzata dei grandi supermarket, alle catene di distribuzione e all'impotenza del singolo commerciante a opporre un minimo di resistenza». Ad Alberto Rimondi vennero in mente i barrocciai bolognesi e con la fine del traino a cavalli per i materiali da costruzione, la scomparsa dalla città negli Anni 50 di una categoria numerosissima di persone che aveva fondato la propria attività sul cavallo ungherese. «A soccombere, racconta, sono stati quelli che non sono riusciti a trasformarsi in camionisti». Dinanzi alla con- i correnza di chi, subito dopo la Liberazione, era riuscito ad | ottenere una vecchia jeep o una camionetta sgangherata, i carrettieri di Bologna non furono in grado di acquistare1 un camion, con il risultato di essere assorbiti nell'edilizia I o, li ideer ntti on di uonouste ro a e i e. uuladite quasi sempre come manovali. I Dopo anni di lavoro e di di- ! scussioni, Rimondi riusci a ! j fondare la sua cooperativa, j All'inizio, su 110 unità com-j ! merciali esistenti nel quartie- | re, accolsero l'invito in 84; un : anno dopo i soci erano la me- • tà. Oggi, a centro realizzato, j sono in 27. «Il mio discorso — continua Rimondi — non i fu compreso dai più anziani: j l'età media dei commercianti, c a Bologna sui 50 anni e nel ! quartiere Lame si va sui 55. \ Alcuni hanno avuto paura del sai/o nel buio, altri si sono sentiti vecchi e alla fine dell'attività non sono stati dispost' a correre rischi». Sul centro «Marco Polo» grava una fidejussione del comune che ha garantito il credito ai suoi soci. Tra 29 anni, come vuole la legge, l'animi- nistrazione comunale rientre-, rà in possesso della superficie c delle attrezzature realizzate. «Noi — dice Rimondi — tra 29 anni ci saremo ritirati dal commercio e, per i nostri figli, sarà concordato un equo canone. Se invece non vorranno continuare la nostra attività, ci sarà qualcun altro al loro posto. Anche in questo caso un fitto ragionevole non influirà eccessivamente sui prezzi al dettaglio». Sui prezzi al pubblico, il comitato di quartiere, per statuto, è chiamato ad esprimere il proprio parere. Il centro presenterà i suoi conti, e l'assemblea di quartiere giudicherà i profitti. «Si discuterà, ci sarà un dibattito — afferma il suo ideatore — si arriverà a un accordo. Il «Marco Polo» rac coglierà le proposte dei clien- ti. accontenterà le richieste, offrendo merci di qualità a un prezzo vantaggioso». E questo, a suo giudizio, è possibile perché anche negli approvvigionamenti i commercianti associati potranno trattare in posizione di parità dinanzi alle grandi ditte alimentari. Oggi, nell'enorme edificio, fresco di vernici e di colle, si danno gli ultimi ritocchi in vista dell'inaugurazione. Si sistemano le carni, si mette in ordine lo stand della lavanderia. Sono già pronte la gioielleria, la drogheria, la farmacia, la profumeria. Il gabinetto medico, che funzionerà notte e giorno, è in allestimento. L'esercente del bar allinea nella ghiacciaia una cassa di birra, il pasticciere inforna biscotti. Il negozio di abbigliamento espone articoli invernali, mentre si sistema il bancone dell'ufficio postale. In ritardo sul ruolino di marcia i' negozio di calzature e la banca. Un po' indietro anche le stand di Rimondi. Per ora ha allineato nel suo magazzino soltanto 60 forme di parmigiano, ma dice:«Per domani sonnino in vendita formaggi nazionali ed esteri, tutti di ottima qualità e, ciò che più è importante, a buon prezzo». Francesco Santini

Persone citate: Alberto Ri-j, Alberto Rimondi, Rimondi

Luoghi citati: Bologna, Europa