"Insomma, possiamo sapere quanto costa ora la pasta?,,

"Insomma, possiamo sapere quanto costa ora la pasta?,, Continua il giallo degli spaghetti "Insomma, possiamo sapere quanto costa ora la pasta?,, Se lo chiedono i negozianti - Partite di merce a prezzi maggiorati - "Sono momenti di grande confusione" - Altri rincari Code davanti al negozi di generi alimentari. E' accaduto Ieri mattina c, In alcuni casi, anche ieri pomeriggio in diverse zone della città. Decine di persone si sono messe in fila per tempo, aspettando l'orarlo d'apertura. Volevano assicurarsi qualche pacco di pasta prima che le scansie potessero restare vuote. « Non vedevo cose slmili dal tempi della guerra e, sinceramente, mi auguravo di non vederle mal più », ha commentato un vecchio commerciante. Perché queste code? « Sono momenti di confusione, siamo di fronte a situazioni anomale », spiega il direttore dell'associazione commercianti, Bottinelli. L'assalto ai negozi non è che una delle conseguenze di questi giorni a proposito del romanzo sempre più complesso degli spaghetti. I dettaglianti non sanno esattamente come comportarsi, né che prezzi praticare. Il consumatore — ed è una preoccupazione comprensibile — cerca di assicurarsi scorte sufficienti in attesa che la situazione si normalizzi. Tutto è precipitato la scorsa settimana. I prezzi, portati dapprima intorno alle 500 lire per compensare gli aumenti dei costi denunciati dai produttori, sono poi stati ribassati a livelli vicini a quelli di un mese-un mese e mezzo fa. Le due decisioni sono state prese nel giro di sei giorni e non hanno fatto altro che aumentare l'incertezza. Domani, a Roma, il ministro dell'Industria De Mita si incontrerà con una delegazione dell'Unione industriali pastai italiani per esaminare il problema delle nuove quotazioni e quello degli approvvigionamenti. Forse ci sarà una chiarificazione definitiva. Di certo, per ora, si sa solamente che il prezzo della pasta I deve essere contenuto fra le 400 immuni inumimi uni i e le 420 lire il chilo. Per quella prodotta in provincia di Torino, in particolare, sono state fissate due quotazioni: 370 lire il chilo per la pasta di semolato di grano duro, 400 per la pasta di semola di grano duro, con rincari di 30 lire per le confezioni cosiddette speciali da mezzo chilo. I produttori di pasta della provincia sostengono che questi prezzi non sono stati fissati in base a « un esame analitico dei costi », ma in seguito a decisioni di ordine politico. Aspettano, ora, la riunione romana di domani. Grande incertezza Ieri pomeriggio, gli industriali pastai si sono incontrati per fare il punto sulla situazione. « Regna la più grande incertezza — ha detto il prof. Frignani, loro consulente. — II costo delle materie prime è talmente elevato che non consente approvvigionamenti ». In proposito, ha affermato che sabato a Milano la semola era quotata 28 mila lire il quintale, mentre per il grano duro erano chieste fino a 20 mila lire. Il prof. Frignani ha espresso anche dubbi sulla legittimità del provvedimento con cui sabato mattina il Comitato provinciale prezzi ha fissato le quotazioni della pasta in 370 e 400 lire. Perplessità anche da parte del commercianti. Commenta il vicepresidente dell'associazione, Perfumo: « Non si è capito il meccanismo attraverso il quale sono stati determinati i nuovi prezzi, che, naturalmente, non sono graditi dai produttori. A questo punto, può anche accadere che la pasta non venga consegnata. C'è, poi, un altro problema: ancora una volta si è fissata la valutazione al dettaglio, ma non all'industria. Si è creato, così, lo stesso equivoco nato a propo- inumi i immillili i unii sito del prezzo dello zucchero: 11 negoziante non sa su che margine di guadagno poter contare. Gli industriali, al limite, possono chiedere il prezzo che il dettagliante dovrà mantenere nei confronti del consumatore », I guai non finiscono qui. Moltissimi negozianti hanno fatto in questi giorni i regolari rifornimenti, pagando ai rappresentanti delle ditte i nuovi prezzi. Anche 200-235 e 240 lire per le confezioni da mezzo chilo. « A quale prezzo le dobbiamo rivendere? », hanno chiesto ieri numerosi commercianti, telefonando a La Stampa. Non possono tener conto dei prezzi che erano stati fissati otto giorni fa e, in base alle nuove quotazioni, rischiano di lavorare in perdita. Tommaso Gallino, che ha il negozio in piazza Galimberti, ha comperato una partita di pasta con confezioni da mezzo chilo a 200 lire, mettendole in vendita a 230. Dopo le notizie di sabato — « per non andare incontro a guai », spiega sua moglie — ha modificato i prezzi in 210 lire. Anna Ranzani, negozio in corso Lombardia, s'è vista recapitare merce senza prezzo. « Non volevo ritirarla — spiega. — Invece me l'hanno lasciata lo stesso, dicendomi che sarebbe passato qualcuno a precisarmi le nuove tariffe. Adesso non so cosa fare ». Merce a ruba Questi non sono che pochi casi. Fortunatamente, le scorte di pasta nei negozi sono abbondanti. « C'è, però, il pericolo che le ditte sospendano le consegne », osserva Enrico Frau, segretario nazionale dei dettaglianti indipendenti. Anche nei grandi magazzini, per ora, ci sono spaghetti in abbondanza. Ieri alcuni camion ne sono giunti da Milano e messi in vendita a 275 lire il chilo. « Il guaio è — spiega l'ispettore di una catena di supermercati, Marfulli — che in mezza giornata si vende quello che in tempi normali si vendeva in trequattro giorni ». Infine, la voce del consumatore. Hanno telefonato al giornale anche alcune massaie, che hanno comperato pasta a 250 lire il mezzo chilo. Proteste sono giunte anche in prefettura e ai vigili urbani. Timori anche per altri prodotti. Rincari sono annunciati anche per formaggi e salumi, il cui prezzo è già salito sensibilmente nelle ultime settimane. Ancora grave il problema dello zucchero, che continua a scarseggiare. Tariffe Satti Autolinee Satti — Da domenica sono in vigore le nuove tariffe con un aumento medio del 18 per cento rispetto a quelle praticate in precedenza. In un lungo comunicato, la società spiega le ragioni degli aggiornamenti, ricordando che gli ultimi ritocchi risalgono al '63. La nuova tabella tariffaria « mira particolarmente a raggiungere due scopi: adozione di una tariffa unica aziendale, evitando sperequazioni fra utenti, rispetto degli impegni assunti con le rappresentanze sindacali del personale Satti per una radicale semplificazione del sistema di bigliettazione e di controllo degli abbonamenti ». II documento della Satti elenca una serie di esempi: Torino-Volpiano, 19 chilometri, aumento dell'abbonamento da 6 mila a 7500; Pont-Ivrea, 32 chilometri, da 8 mila a 10 mila; stesso aumento per la Torino-Rivarolo, 35 chilometri; aumenti da 9500 a 12 mila sulla Torino-Canale, da 10 a 12 mila sulla Torino-Pont, da 10 mila a 13 mila sulla TorinoAlba; riduzioni da 11.300 a 11 mila sulla Torino-San Giorgio, da 11.500 a 11 mila sulla TorinoForno, da 13.500 a 12 mila sulla Torino-Scarmagno, da 14.700 a 12 mila sulla Torino-Romano, da 15.800 a 13 mila sulla TorinoIvrea re. ro.

Persone citate: Anna Ranzani, Bottinelli, De Mita, Enrico Frau, Frignani, Marfulli, Perfumo, Pont, Tommaso Gallino

Luoghi citati: Milano, Rivarolo, Roma, Scarmagno, Torino