Sogno convocato da Criscuolo e da Violante dice: "No, non ho fiducia nel magistrato,,

Sogno convocato da Criscuolo e da Violante dice: "No, non ho fiducia nel magistrato,, Gli inquirenti non parlano, le indagini sulle trame nere a uno stallo Sogno convocato da Criscuolo e da Violante dice: "No, non ho fiducia nel magistrato,, Sospettato di "cospirazione politica mediante associazione" e di contatti con la destra eversiva, respinge sprezzantemente ogni accusa - Da Milano scrive: "Mi bastano le armi della penna e della parola per sfidare il conformismo di regime" - II giudice riceve i giornalisti, ma non parla - Nel sequestro in casa Sogno scambiati per "documenti" gli originali di un libro? Dov'è Edgardo Sogno? Non si sa. Trent'anni or sono sfuggiva a SS e brigate nere come se fosse un'impresa da nulla; oggi deve faticare ancor meno a tenersi lontano da polizia, carabinieri e giudici, ammesso che questi ultimi gli stiano dando la caccia. E intanto scrive. L'agenzia d'informazioni « Progetto 80 », con sede a Milano, ieri pomeriggio ha diramato sette sue pagine fitte fitte, a ciclostile. Nel primo foglio Sogno ricorda la vicenda giudiziaria che lo riguarda. Negli altri sei, sotto il titolo « Colpo di Stato liberale o coraggio della verità? », puntualizza il suo pensiero politico. Foche parole, al contrario, fa il giudice Violante che gli ha mandato un avviso di reato « per cospirazione politica mediante associazione ». A questo modo, per forza di cose, nell'illustrazione della vicenda che vede coinvolti quattro noti personaggi della Resistenza, l'equilibrio viene meno. Il danno è per l'opinione pubblica, che non può essere informata a dovere, lasciata fra dubbi e perplessità. Scrive l'ambasciatore Edgardo Sogno: « In seguito alla convocazione pervenutami per oggi alle ore 18 presso la questura di Torino, ho comunicato telefonicamente al dottor Criscuolo che sarei stato lieto di ricevere il giudice istruttore nella mia abitazione come mi sembra conveniente date le nostre rispettive posizioni nell'amministrazione dello Stato. Ma ho aggiunto che sono peraltro dolente di non poterlo lare perché non posso affidare il giudizio sul mio operato ad una magistratura nella quale sono presenti individui come il dottor Violante, militante di estrema sinistra e che ho già denunciato per aver affermato il falso nei miei confronti in un atto giudiziario. Ho fatto inoltre presente che tutto quanto può comunque interessare in merito alla mia attività polìtica e alla mia posizione ideologica è esposto per esteso nel volume "La seconda Repubblica" edito nella collana del Partito liberale a cura di Ercole Camurani e nel volume "Incontro democratico", raccolta degli atti del convegni di Resistenza Democratica e in un articolo apparso sui giornali in questi giorni, pubblicazioni che ho messo a disposizione degli inquirenti e della stampa. « Ho inoltre osservato che in uno Stato di diritto sono perseguibili soltanto i reati che sono costituiti da un fatto, ma non sono pensabili reati costituiti da un'intenzione, anche ammesso che possa essere provata. Noi siamo invece caduti in un regime dove si accusano e si incriminano cittadini "per cospirazione politica mediante associazione", il tipico reato per il quale furono perseguiti tutti i liberali della storia, dalla Russia zarista ai regimi borbonici, dal regime nazista a quello fascista. La cospirazione politica mediante associazione è contemplata negli articoli del codice penale introdotti con la riforma fascista Rocco, mentre nel codice democratico Zanardelli era naturalmente sconosciuta. « E' veramente penoso lo spettacolo di un Franco Antonicelli che fu egli stesso vittima del codice Rocco e che oggi collabora attivamente per farlo applicare a coloro che gli furono compagni nella lotta per liberare l'Italia dalla schiavitù di un regime che, come tutti i regimi, pretendeva di considerare l'opposizione come sovversione ». Questa la nota, diciamo cosi, introduttiva al discorso ohe So- gno fa subito dopo sotto forma di articolo dal titolo « Colpo di Stato liberale o coraggio della verità? ». Le tesi che espone sono note a chi ha seguito le sue ultime pubbliche sortite e la polemica che ha avuto nell'ambito del pli. Rivelatrice del suo atteggiamento (dopo la comunicazione giudiziaria che lo sospetta di collusione con neofascisti e « golpisti ») è questa frase: « Non i fascisti o i comunisti che credono nella forza, ma soltanto un democratico che crede nella libertà di discussione e di stampa e nel potere immenso della verità, può sfidare il conformismo di regime con le sole armi della penna e della parola ». Sembra che Sogno voglia riferirsi a un fatto preciso: in casa sua sono stati sequestrati parecchi documenti, ma la maggior parte riguardano brutte copie, lettere, appunti che gli son ser¬ viti per la pubblicazione di <( La seconda Repubblica », un libro di 300 pagine edito da Sansoni, da pochi giorni nelle librerie. E' azzardato insinuare il dubbio che gli inquirenti abbiano scambiato per documenti degni di un cospiratore gli originali di un libro che con tremila lire tutti possono comprare? Lo vedremo nei prossimi giorni. Rimane da chiedersi: quali sono gli elementi di prova in mano al giudice Violante nei confronti degli ex partigiani Sogno, Mauri, Mainino, Borghesio? Qual è l'anello di congiunzione tra Salvatore Francia, ex "leader" di Ordine Nuovo, e i quattro uomini della Resistenza, raggiunti da comunicazione giudiziaria per cospirazione politica mediante associazione? Questi 1 due interrogativi che attendono una precisa risposta. Il giudice istruttore è tornato nel suo ufficio ieri mattina. Non parla. I protagonisti di questa svolta improvvisa e inattesa dell'inchiesta non si fanno trovare, né pare abbiano fretta di presentarsi al magistrato. I difensori non si espongono con dichiarazioni o commenti. In quest'atmosfera di impenetrabile silenzio, è inevitabile il sorgere e il dilagare delle congetture, delle ipotesi, delle illazioni. Ecco la cronaca dell'incontro con il dott. Violante. Cronista: « Quando convocherà nel suo ufficio, per interrogarli, gli indiziati Sogno, Mautino, Mauri e Borghesio? ». « Non posso dirlo. Mi sembrerebbe di fare cosa scorretta nei loro confronti ». « Come e giunto ai loro nomi?». « Segreto istruttorio ». « E' vero che i loro nomi sono saltati fuori dal materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni negli uffici della società finanziaria Cises. con sede a Milano e succursale a Roma? ». « Segreto istruttorio ». « Non ritiene che questo suo ostinato silenzio possa, alla fine, rivelarsi controproducente nel confronti dell'opinione pubblica, la quale ha il diritto di sapere in base a quali elementi una persona viene indiziata di reato?» « Può darsi, ma a me l'opinione pubblica non interessa. Interessa il processo che sto istruendo. Siamo in una fase troppo delicata, qualsiasi mia dichiarazione potrebbe rivelarsi compromettente ai tini dell'inchiesta ». « Sarebbe disposto a rispondere a una serie di nostre domande, al fine di fare il punto sulla situazione? Domande, beninteso, che non entrino nella sfera del segreto istruttorio? ». ti Devo consultarmi prima col pubblico ministero dott. Pochettino e con il capo del mio ufficio. Poi deciderò. Ho bisogno di qualche giorno di tempo ». Il suo ufficio è tappezzato da volumi di documenti sequestrati in numerose abitazioni (ha emesso 17 mandati di cattura e 40 avvisi di reato), sul dorso di ciascun raccoglitore c'è, ovviamente, il nome dell'indiziato. Volgere lo sguardo attorno può essere pericoloso. Una collega di Milano ci ha provato, ha letto tra gli altri il nome di Cartocci (in carcere a Roma) e si è sentita ammonire dal giudice: « Non scriva questi nomi, altrimenti rischia un'incriminazione per violazione del segreto istruttorio ». Questo è soltanto un esempio dei rapporti tra magistratura e stampa in materia di « trame nere ». Come si sia giunti, dunque, ai nomi del quattro ex partigiani, non si sa. Il difensore di Adriana Pontccorvo, l'amica di Salvatore Francia, in carcere per favoreggiamento personale, ha negato che nella lettera c negli appunti affidati al « corriere » Garrone perché 11 recapitasse al Francia (riparato all'estero per sfuggire al mandato di cattura) ci fossero i nomi di « battaglia » del quattro uomini della Resistenza. « Non riesco assolutamente a cogliere un legame tra l due episodi — ha detto l'avv. Gianvittorio Gabri — anzi, mi stupirei che questi legami possano esìstere. Non credo che un Sogno o un Martini Mauri abbiano mai pensato di rivolgersi a personaggi farneticanti come il Francia, o a figure di secondo e terzo piano, come un Carrone o un Gibbin ». Per tutti i suoi assistiti, intanto, l'aw. Gabri ha presentato istanza di libertà provvisoria al giudice Violante che dovrà decidere entro oggi se accoglierla o no. Da notare, per inciso, che a Roma il pubblico ministero Occorsio ha concluso l'istruttoria a carico di un folto gruppo di estremisti accusati di cospirazione politica e ricostituzione del disciolto movimento Ordine Nuo- I vo. Nel lungo elenco di nomi, figurano parecchi imputati del processo Violante. Il che potrebbe dar origine a un conflitto di competenza tra la magistratura di Roma e quella di Torino. Senza contare che l'inchiesta del giudice torinese per il groviglio dei legami tra un gruppo eversivo e l'altro, è costretta a sconfinare in analoghe inchieste che colleghi di altre città portavano avanti da anni. Assisteremo, prima o poi, alla solita, snervante danza delle competenze, col risultato (caso Valpreda insegni) che la data del processo, o dei processi alle "trame nere", si allontanerà nel tempo, perdendosi nelle sabbie mobili delle eccezioni e dei rinvi!? Temiamo proprio di sì. Ultima notizia di cronaca. Ieri mattina, dopo i monologhi dei giornalisti col dott. Violante, si è svolto il previsto vertice tra il giudice istruttore, il pubblico ministero Pochettino e il dottor Criscuolo, capo del nucleo antiterroristico del Piemonte. Vertice segretissimo, durato poco più di mezz'ora, da cui è trapelato il nulla assoluto. Servizio di: FRANCO GILIBERTO, MARCO MARELLO SERGIO RONCHETTI Sogno, così travestito, tentò di liberare Parri dalle SS Il giudice dott. Violante