Emmanuelle parla di sé

Emmanuelle parla di sé Emmanuelle parla di sé Sylvia Kristel, olandese, ha 22 anni; dopo il successo della pellicola ha avuto molte offerte dai produttori: ne deve rifiutare molte perché attende un bimbo - "Sapevo che doveva essere un film audace, ma speravo fosse artistico, non commerciale, come si è trasformato poi" (Nostro servizio particolare) Roma, 31 agosto. Si chiama Sylvia Kristel, olandese di Utrecht, ventidue anni, maritata con uno scrittore-regista belga ma per i francesi è soltanto "Emmanuelle". Un soprannome legato al film di cui è protagonista, ispirato al bestseller della letteratura erotica, e che a Parigi sta battendo tutti i record d'incassi. Sugli schermi italiani questa pellicola, attualmente in fase di doppiaggio, dovrebbe arrivare — censura permettendo — dopo Natale. La longilinea attrice olandese, alta un metro e settantatré, è giunta a Roma questo pomeriggio per incontrarsi con il regista Armando Nannuzzi, ex direttore della fotografia negli ultimi film di Visconti, che la vorrebbe accanto a Lea Massari nel film "Natale in casa di appuntamento". Le riprese inizieranno alla fine di settembre; nel frattempo la Kristel prenderà parte ad un altro film, ispirato a un verso del "Romeo e Giulietta" di Shakespeare, che comincerà lunedì prossimo a Verona. Dopo l'exploit commerciale ottenuto in Francia, Sylvia ha fretta di sfruttare la notorietà procuratale da Emmanuelle anche perché attende per febbraio un figlio, e l'evento la costringerà a rimanere per qualche mese lontana dai set. « "Emmanuelle" — ci ha detto l'attrice — non ha rappresentato per me un affare finanziario, ma un'occasione per farmi conoscere. Un po' come è accaduto a Maria Schneider con "Ultimo tango". D'altra parte si trattava di una piccola produzione e non si poteva pretendere molto, così come non si potevano prevedere gli eccezionali incassi che "Emmanuelle" sta registrando in 'tutta [a Francia. Se l'avessi intuito, avrei richiesto un'interessenza! ». Nell'incontro con i giornalisti Sylvia ha ripetuto che « Emmanuelle », nel copione originale, non aveva esasperato quelle caratteristiche erotiche che le hanno procurato poi l'imprevisto suecsso di cassetta. « Tutti sapevamo — ha precisato — che si trattava di un film osé, ma doveva essere un osé artistico e non soltanto commerciale, come si è trasformato durante il montaggio. Oggi ho rinunciato al week-end fuori Parigi e sono venuta a Roma perché, prima di concludere con Nannuzzi, volevo discutere con lui la sceneggiatura e vedere l'ultimo film che ha girato: "L'albero dalle foglie rosa". L'esperienza di "Emmanuelle" insegna. Tuttavia ritengo che molte attrici oggi accetterebbero di fare quel film ». Ma cosa pensa sull'evoluzione del costume? « Personalmente condivido la tesi dell'autrice di "Emmanuelle": per essere veramente liberi e felici gli uomini devono andare con tutte le donne nelle quali credono ed altrettanto devono poter fare le donne. Purché tutto aiwenga alla lu¬ ce del sole. Condivido le idee delle femministe, ma non sono una portabandiera di questo movimento. Se non avete visto il film non fatemi altre domande ». L'eco del successo cinematografico ha ridestato interesse anche per il romanzo di Emmanuelle Arsan (all'anagrafe Maryat Andrianne, moglie di un diplomatico francese). Ma il libro nelle librerie è introvabile. Se ne trovano alcune copie in un'edizione disadorna e ristampata clandestinamente, sulle bancarelle e nelle edicole delle stazioni. Il romanzo è ufficialmente proibito in Italia per una sentenza emessa un anno e mezzo fa dal tribunale di Torino, dove era stata pubblicata l'edizione originale italiana. Il giudice ordinò il sequestro di tutte le copie di «Emmanuelle », pur assolvendo l'autrice dall'accusa di aver contribuito alla pubblicazione e alla divulgazione di libri di « contenuto osceno e su sfondo costantemente erotico ». Ernesto Baldo