Topicida nel minestrone per accusare la moglie?
Topicida nel minestrone per accusare la moglie? Topicida nel minestrone per accusare la moglie? Parma, 18 agosto. Un «giallo», sul quale stanno indagando i carabinieri, ha movimentato in queste torride giornate di agosto la tranquilla vita di Colorno, un paese ad una quindicina di chilometri da Parma. Finora c'è un arresto, ma non si escludono colpi di scena nelle prossime ore. Tutto ha avuto inizio mercoledì sera quando tre persone venivano ricoverate all'ospedale di Parma per sospetto avvelenamento da topicida. A cena, nella trattoria-bar «Leon d'oro» di Colorno, erano seduti alla stessa tavola Renato Mantelli, di 48 anni (marito della titolare del locale, Palmira Delfini, di 46 anni che, affetta da disturbi nervosi si trovava a letto nelle stanze superiori), la figlia Daria, di 22 anni, e Franco Gaita, di 36, che presta occasionalmente servizio nel locale. Ad un certo momento il Mantelli interrompeva bruscamente la cena gridando: «Mi hanno avvelenato, mi hanno avvelenato». Nel piatto, infat¬ ti, si potevano notare alcune foglioline di colore scuro che, confrontate con quelle del topicida usato per eliminare i topi dalla cantina, risultavano uguali. Poco dopo il Gaita, che aveva mangiato tutto il minestrone, veniva colto da violenti dolori addominali. I tre venivano immediatamente ricoverati all'ospedale di Colorno e successivamente trasferiti a quello di Parma dove, sottoposti a pronte cure, si rimettevano tanto che nella giornata di sabato il Mantelli e la figlia venivano dimessi, mentre il Gaita, pur rimanendo ancora ricoverato, era dichiarato fuori pericolo. Sulla vicenda, che presentava aspetti piuttosto strani, i carabinieri del Gruppo di Parma aprivano delle indagini e questa mattina il Mantelli, dopo un interrogatorio durato alcune ore, ammetteva di avere personalmente messo topicida nella minestra. A quanto pare sperava che la colpa ricadesse sulla moglie. a. c. Topicida nel minestrone per accusare la moglie? Topicida nel minestrone per accusare la moglie? Parma, 18 agosto. Un «giallo», sul quale stanno indagando i carabinieri, ha movimentato in queste torride giornate di agosto la tranquilla vita di Colorno, un paese ad una quindicina di chilometri da Parma. Finora c'è un arresto, ma non si escludono colpi di scena nelle prossime ore. Tutto ha avuto inizio mercoledì sera quando tre persone venivano ricoverate all'ospedale di Parma per sospetto avvelenamento da topicida. A cena, nella trattoria-bar «Leon d'oro» di Colorno, erano seduti alla stessa tavola Renato Mantelli, di 48 anni (marito della titolare del locale, Palmira Delfini, di 46 anni che, affetta da disturbi nervosi si trovava a letto nelle stanze superiori), la figlia Daria, di 22 anni, e Franco Gaita, di 36, che presta occasionalmente servizio nel locale. Ad un certo momento il Mantelli interrompeva bruscamente la cena gridando: «Mi hanno avvelenato, mi hanno avvelenato». Nel piatto, infat¬ ti, si potevano notare alcune foglioline di colore scuro che, confrontate con quelle del topicida usato per eliminare i topi dalla cantina, risultavano uguali. Poco dopo il Gaita, che aveva mangiato tutto il minestrone, veniva colto da violenti dolori addominali. I tre venivano immediatamente ricoverati all'ospedale di Colorno e successivamente trasferiti a quello di Parma dove, sottoposti a pronte cure, si rimettevano tanto che nella giornata di sabato il Mantelli e la figlia venivano dimessi, mentre il Gaita, pur rimanendo ancora ricoverato, era dichiarato fuori pericolo. Sulla vicenda, che presentava aspetti piuttosto strani, i carabinieri del Gruppo di Parma aprivano delle indagini e questa mattina il Mantelli, dopo un interrogatorio durato alcune ore, ammetteva di avere personalmente messo topicida nella minestra. A quanto pare sperava che la colpa ricadesse sulla moglie. a. c.
Persone citate: Franco Gaita, Gaita, Renato Mantelli
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