Reutemann vince senza difficoltà di Michele Fenu

Reutemann vince senza difficoltà Reutemann vince senza difficoltà La Brabham dell'argentino ha gradito il caldo infernale - Lauda, Scheckter e Fittipaldi le tre vittime di una gara durissima (Dal nostro inviato speciale) Zeltweg, 18 agosto. Il Gran Premio d'Austria ha bocciato Lauda, Scheckter e Fittipaldi e ha dato a Regazzoni un piccolo premio che sa di beffa. La lotta per il campionato del mondo rimane apertissima, anche se lo svizzero ha compiuto un passetto in più dei rivali e si è ridotto — naturalmente — il numero delle prove che mancano alla conclusione di questa Incertissima ed elettrizzante stagione 1974 nella F. 1: Italia, Canada e Stati Jnlti, poi il « gioco » sarà finito. A Zeltweg è tornato alla vittoria Carlos Reutemann. L'argentino si era affermato in marzo nel Gran Premio del Sud Africa, poi era rimasto a bocca asciutta. Evidentemente alla sua Brabham place veramente il caldo ed oggi Reutemann ha guidato la corsa dall'inizio alla fine senza mai apparire in difficoltà. « Però — ha confessato al termine — non ho mai avuto un attimo di respiro: è stata una gara durissima ». Un giudizio sincero, che molti piloti possono condividere. Il caldo spietato (34 gradi all'ombra, 65 a pelo dell'asfalto) ha fiaccato uomini e vetture, provocando il cedimento di numerosi motori e problemi di pneumatici. La selezione ha coinvolto prim'attorl e gregari, regalando emozioni in serie, dai successivi ritiri dei leaders della classifica mondiale all'affannosa sosta di Regazzoni al box, quando appena mancavano dieci giri al termine della corsa, con una graduatoria che pone alle spalle di Reutemann la McLaren di Hulme, la Hesketh di Hunt, la Brabham di Watson e la Ferrari dello svizzero, seguita dalla March di Vittorio Brambilla, Il quale ha così conquistato il suo primo punto in campionato. Al via Reutemann, Lauda e Regazzoni erano scattati In modo eccellente, mentre Peterson era attardato da un suo meccanico che ancora si trovava a fianco della Lotus. Il gruppetto dei primi era composto dall'argentino, dall'austriaco, dallo svizzero, da Scheckter (Tyrrell), Pace (Brabham), Hunt (Hesketh), Fittipaldi (McLaren), Peterson e Watson. La corsa si snodava in questo modo su e giù per i veloci curvoni di Zeltweg, fra prati e pinete, ricoperti da una marea di spettatori in costume di bagno, finché il primo del grandi doveva cedere. Era Scheckter, cui si rompeva il Cosworth della sua Tyrrell. Qualche giro tranquillo, poi Hunt si fermava al box per cambiare una gomma. Subito dopo Lauda appariva in difficoltà. I tifosi della Ferrari appostati sulla tribuna davanti ai box di Maranello facevano ampi gesti: Niki rallentava progressivamente, facendosi superare da Regazzoni, Fittipaldi, Peterson e Pace. L'austriaco rientrava al sedicesimo giro. « E' il motore, va ad undici cilindri » diceva al tecnici della Ferrari che gli si affollavano intorno. I meccanici sostituivano l'accensione, sperando in una « panne » non grave, Niki ripartiva per onor di firma, ma ritornava subito. « Niente da fare — spiegava Luca Montezemolo — deve essersi rotta una valvola ». La Ferrari, però, poteva contare su un superbo Regazzoni: lo svizzero era secondo e, quindi, in ottima posizione per rafforzare con sei punti la sua classifica mondiale. E il Gran Premio d'Austria pareva volgersi a favore di Clay e del nostro « team », perché anche Emerson Fittipaldi doveva alzare bandiera bianca. Una gran fumata segnalava la fine del motore della McLaren del brasiliano, che se ne tornava a piedi dalla moglie Maria Elena, imprecando per il ritiro. Eravamo al trentottesimo giro e le sorti della gara e della stessa lotta per il titolo che fu di Stewart sembravano quasi decise. Invece cominciava la girandola dei colpi di scena che dovevano decimare i piloti alle spalle di Reutemann: Regazzoni. appunto. Pace e Peterson. Due passaggi dopo il k.o. di Fittipaldi. lo svizzero era superato da Pace e da Peterson. Per quelli della Ferrari il momento diventava terribile. Come per Lauda nelle fasi finali del Gran Premio d'Inghilterra a Brands Hatch. Regazzoni, però, non faceva come l'austriaco e al quarantaquattreslmo giro si fermava ai box. Attimi drammatici, mentre si registravano I ritiri di Pace, per la rottura di una molla della pompa della benzina e di Peterson per il cedimento di un giunto (una amara conclusione per il brasiliano e lo svedese dopo una gara veramente bella) e mentre Depailler finiva fuori pista dopo un testa-coda e Ickx per evitarlo ave va medesima sorte (nessun dan no per fortuna per il francese ed il belga che riportava la sua Lotus al box). Regazzoni, dunque. Lo svizzero diceva che la causa dei suol guai era l'afflosclamento della ruota posteriore. La Ferrari veniva sollevata e i meccanici si precipitavano a cambiare il pneumatico. L'ing. Giacomo Callri osservava che una copertura anteriore aveva perso un pezzo di battistrada; tra lui e lo svizzero si svolgeva un rapido dialogo a segni. • La cambiamo — no — va bene lo stesso — puoi andare ». E Clay capiva che la sostituzione della copertura era stata completata, alzava II piede dalla frizione, mollava il freno e faceva per ripartire. Un banale qui prò quo, perché la ruota non era ancora stata avvitata completamente. Cosi si svitava e ricadeva per terra. Se ne andavano altri preziosi secondi, in totale una sosta di circa un minuto. Lo svizzero si avventava in pista, il quasi contemporaneo ritiro di Peterson lo poneva subito in sesta posizione e Clay riusciva a superare nell'ultimo giro Brambilla. Watson, Hunt, Hulme, ovvero il trio dei beneficiati, era ormai irraggiungibile. Peccato, perché Regazzoni aveva compiuto una corsa magnifica e con un secondo posto aspetterebbe le prossime gare con maggiore tranquillità. Possiamo dire che lo svizzero e la Ferrari oggi sono stati sfortunati. Ma è mai possibile che nel finale ci sia sempre una maledetta gomma a rendere vani tanti sforzi? Michele Fenu Reutemann vince senza difficoltà Reutemann vince senza difficoltà La Brabham dell'argentino ha gradito il caldo infernale - Lauda, Scheckter e Fittipaldi le tre vittime di una gara durissima (Dal nostro inviato speciale) Zeltweg, 18 agosto. Il Gran Premio d'Austria ha bocciato Lauda, Scheckter e Fittipaldi e ha dato a Regazzoni un piccolo premio che sa di beffa. La lotta per il campionato del mondo rimane apertissima, anche se lo svizzero ha compiuto un passetto in più dei rivali e si è ridotto — naturalmente — il numero delle prove che mancano alla conclusione di questa Incertissima ed elettrizzante stagione 1974 nella F. 1: Italia, Canada e Stati Jnlti, poi il « gioco » sarà finito. A Zeltweg è tornato alla vittoria Carlos Reutemann. L'argentino si era affermato in marzo nel Gran Premio del Sud Africa, poi era rimasto a bocca asciutta. Evidentemente alla sua Brabham place veramente il caldo ed oggi Reutemann ha guidato la corsa dall'inizio alla fine senza mai apparire in difficoltà. « Però — ha confessato al termine — non ho mai avuto un attimo di respiro: è stata una gara durissima ». Un giudizio sincero, che molti piloti possono condividere. Il caldo spietato (34 gradi all'ombra, 65 a pelo dell'asfalto) ha fiaccato uomini e vetture, provocando il cedimento di numerosi motori e problemi di pneumatici. La selezione ha coinvolto prim'attorl e gregari, regalando emozioni in serie, dai successivi ritiri dei leaders della classifica mondiale all'affannosa sosta di Regazzoni al box, quando appena mancavano dieci giri al termine della corsa, con una graduatoria che pone alle spalle di Reutemann la McLaren di Hulme, la Hesketh di Hunt, la Brabham di Watson e la Ferrari dello svizzero, seguita dalla March di Vittorio Brambilla, Il quale ha così conquistato il suo primo punto in campionato. Al via Reutemann, Lauda e Regazzoni erano scattati In modo eccellente, mentre Peterson era attardato da un suo meccanico che ancora si trovava a fianco della Lotus. Il gruppetto dei primi era composto dall'argentino, dall'austriaco, dallo svizzero, da Scheckter (Tyrrell), Pace (Brabham), Hunt (Hesketh), Fittipaldi (McLaren), Peterson e Watson. La corsa si snodava in questo modo su e giù per i veloci curvoni di Zeltweg, fra prati e pinete, ricoperti da una marea di spettatori in costume di bagno, finché il primo del grandi doveva cedere. Era Scheckter, cui si rompeva il Cosworth della sua Tyrrell. Qualche giro tranquillo, poi Hunt si fermava al box per cambiare una gomma. Subito dopo Lauda appariva in difficoltà. I tifosi della Ferrari appostati sulla tribuna davanti ai box di Maranello facevano ampi gesti: Niki rallentava progressivamente, facendosi superare da Regazzoni, Fittipaldi, Peterson e Pace. L'austriaco rientrava al sedicesimo giro. « E' il motore, va ad undici cilindri » diceva al tecnici della Ferrari che gli si affollavano intorno. I meccanici sostituivano l'accensione, sperando in una « panne » non grave, Niki ripartiva per onor di firma, ma ritornava subito. « Niente da fare — spiegava Luca Montezemolo — deve essersi rotta una valvola ». La Ferrari, però, poteva contare su un superbo Regazzoni: lo svizzero era secondo e, quindi, in ottima posizione per rafforzare con sei punti la sua classifica mondiale. E il Gran Premio d'Austria pareva volgersi a favore di Clay e del nostro « team », perché anche Emerson Fittipaldi doveva alzare bandiera bianca. Una gran fumata segnalava la fine del motore della McLaren del brasiliano, che se ne tornava a piedi dalla moglie Maria Elena, imprecando per il ritiro. Eravamo al trentottesimo giro e le sorti della gara e della stessa lotta per il titolo che fu di Stewart sembravano quasi decise. Invece cominciava la girandola dei colpi di scena che dovevano decimare i piloti alle spalle di Reutemann: Regazzoni. appunto. Pace e Peterson. Due passaggi dopo il k.o. di Fittipaldi. lo svizzero era superato da Pace e da Peterson. Per quelli della Ferrari il momento diventava terribile. Come per Lauda nelle fasi finali del Gran Premio d'Inghilterra a Brands Hatch. Regazzoni, però, non faceva come l'austriaco e al quarantaquattreslmo giro si fermava ai box. Attimi drammatici, mentre si registravano I ritiri di Pace, per la rottura di una molla della pompa della benzina e di Peterson per il cedimento di un giunto (una amara conclusione per il brasiliano e lo svedese dopo una gara veramente bella) e mentre Depailler finiva fuori pista dopo un testa-coda e Ickx per evitarlo ave va medesima sorte (nessun dan no per fortuna per il francese ed il belga che riportava la sua Lotus al box). Regazzoni, dunque. Lo svizzero diceva che la causa dei suol guai era l'afflosclamento della ruota posteriore. La Ferrari veniva sollevata e i meccanici si precipitavano a cambiare il pneumatico. L'ing. Giacomo Callri osservava che una copertura anteriore aveva perso un pezzo di battistrada; tra lui e lo svizzero si svolgeva un rapido dialogo a segni. • La cambiamo — no — va bene lo stesso — puoi andare ». E Clay capiva che la sostituzione della copertura era stata completata, alzava II piede dalla frizione, mollava il freno e faceva per ripartire. Un banale qui prò quo, perché la ruota non era ancora stata avvitata completamente. Cosi si svitava e ricadeva per terra. Se ne andavano altri preziosi secondi, in totale una sosta di circa un minuto. Lo svizzero si avventava in pista, il quasi contemporaneo ritiro di Peterson lo poneva subito in sesta posizione e Clay riusciva a superare nell'ultimo giro Brambilla. Watson, Hunt, Hulme, ovvero il trio dei beneficiati, era ormai irraggiungibile. Peccato, perché Regazzoni aveva compiuto una corsa magnifica e con un secondo posto aspetterebbe le prossime gare con maggiore tranquillità. Possiamo dire che lo svizzero e la Ferrari oggi sono stati sfortunati. Ma è mai possibile che nel finale ci sia sempre una maledetta gomma a rendere vani tanti sforzi? Michele Fenu

Luoghi citati: Austria, Canada, Inghilterra, Italia, Maranello, Sud Africa, Zeltweg